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Lavasciuga, la sfida della sanificazione

Le aziende produttrici del comparto, dopo l’iniziale incertezza, hanno saputo reagire al periodo di grande difficoltà adattando le macchine con nuovi sistemi e varianti in grado di rispondere alla pressante domanda di eliminare ogni traccia del Covid-19

di Maurizio Pedrini

Di questi tempi, con la massima esigenza di disinfezione delle superfici conseguente all’epidemia da COVID-19, l’emergenza sanitaria e igienica emersa sia in Italia che a livello planetario, e il lockdown che ha fermato l’intero Paese, la lavasciugapavimenti appare senz’altro destinata a confermare più che mai il suo ruolo di “regina” della pulizia meccanizzata. Oggi la macchina lavasciuga pavimenti rappresenta un validissimo e imprescindibile supporto per ottenere alti livelli di pulizia con il minimo sforzo fisico, conseguendo  ottimi risultati anche nelle situazioni più difficili.

Se analizziamo la loro configurazione, esistono, sostanzialmente, tre tipi di lavasciugapavimenti: semovente, senza trazione o autoportante. Proprio per il loro diverso funzionamento, la scelta del modello dipende essenzialmente dalle superfici da trattare. La dimensione dipende sia dalla superficie da trattare, sia dalla configurazione e dalla frequenza della pulizia. Infatti, più la macchina è grande, più il suo rendimento è superiore, anche per un utilizzo frequente. Tra gli altri importanti fattori da valutare al momento della scelta,  ricordiamo: la frequenza della pulizia (tutti i giorni od occasionale o solo stagionale) e l’ambiente in cui si opera. Più la lavasciuga pavimenti è di grandi dimensioni, maggiori saranno l’ampiezza della pista di lavaggio e della pista di asciugatura. Cresceranno proporzionalmente pure la capienza di entrambi i serbatoi e la capacità delle batterie. Di conseguenza,  il rendimento della macchina sarà superiore, anche per un utilizzo frequente. Infine, vanno ricordati altri quattro rilevanti requisiti   di cui tenere debitamente conto: il tipo di spazzole montate sulla lavapavimenti (spazzole a tamburo o spazzole a disco);  l’alimentazione (a batteria, a gel o ad acido) o elettrica con filo a cavo; la capienza dei serbatoi di soluzione e di recupero; la maneggevolezza della guida e l’ergonomia della forma.

Decisamente sicure e affidabili, le lavasciugapavimenti più tecnologicamente sofisticate e  di nuova generazione sono state progettate e realizzate applicando innovativi accorgimenti informatizzati e  digitali nell’ottica del format 4.0, capaci di ottimizzare non solo la gestione di macchine costose, ma anche la produttività delle operazioni di pulizia.

UN MERCATO PROIETTATO ALL’EXPORT

Fino all’avvento del COVID 19 possiamo affermare senza tema di smentita che il mercato della lavasciuga appariva senz’altro in un ottimo  stato di salute, evidenziando ancora una graduale ma costante espansione, dopo anni dall’altalenante andamento: molto confortante era – in particolare –  il dato trainante dell’export (oltre il 75% del fatturato), con una spiccata vocazione dei nostri produttori verso i nuovi scenari extraeuropei, rappresentati dai mercati emergenti, dai Paesi Arabi ed Asiatici. Lo shock causato dal diffondersi del virus e dai conseguenti provvedimenti restrittivi per il suo contenimento, decisi dal governo e dalle Regioni, ha pesantemente colpito le industrie del settore, con inevitabili riflessi sulla produzione di questa importantissima nicchia del professional cleaning. Dopo l’iniziale incertezza, le aziende hanno però  dimostrato di saper reagire bene, adattandosi il più possibile alle nuove condizioni organizzative e produttive. Sul nuovo scenario imposto dalla pandemia, pesano adesso le incognite dell’immediato futuro, legate alle forniture di materie prime e componenti, alla logistica, alle capacità di assorbimento di un’economia in grossa difficoltà.  Il mercato interno e quello estero, al momento,  non appaiono in grado di assorbire l’offerta di macchine lavasciuga con un’adeguata domanda. Abbiamo rivolto qualche domanda ad alcuni esponenti delle aziende produttrici per fare il punto della situazione.

Com’è andato, per la vostra azienda, il mercato delle lavasciuga pavimenti nel 2019? Qual era la tendenza in atto prima che scoppiasse l’epidemia di Coronavirus?  Erano emersi segnali positivi più all’interno o all’estero? Per l’export, in quali Paesi? E nella delicatissima fase del lockdown siete riusciti a mantenere la produzione?

Giancarlo Ruffo, AD di Comac, presidente dell’omonimo gruppo, ma soprattutto “capitano di lungo corso”, tra i padri fondatori del settore, non nasconde le difficoltà ma lancia un messaggio di fiducia. “Il 2019, per Comac, è stato un anno assai positivo, in termini di fatturato d’affari e volume di vendite, che ci ha donato – ancora una volta – grandi consensi e soddisfazioni. Certo il COVID-19 ha cambiato il corso che avevamo previsto di seguire ma, nonostante tutte le difficoltà, non abbiamo rinunciato a portare avanti l’attività produttiva, in condizioni di massima sicurezza per il personale, facendo appello però alle ferie e alla cassa integrazione, perché in questo periodo gli ordinativi  sono scesi drasticamente. In tanti anni di attività, credo di non aver mai vissuto un momento così difficile, ma sono certo che la forza del nostro marchio, il grande impegno di innovazione condotto in questi anni e l’esclusivo know how delle nostre macchine lavasciugapavimenti costituiscano un valore assoluto ed un fattore di grande competitività sul mercato. Abbiamo creato nuovi prodotti come la macchina sanificante Sanex, semplice e trasportabile e il nostro laboratorio Ricerca & Sviluppo sta lavorando alacremente ad altri progetti mirati,  sui quali punteremo per non tradire le attese e intercettare i bisogni emergenti. Contiamo su un settembre che segni una svolta nel senso della ripresa a tutti gli effetti,  e una positiva inversione di tendenza”.  Luca Pedrotti, sales & marketing director di Ghibli & Wirbel, precisa: “L’andamento del 2019 è stato stazionario: tra i mercati europei che hanno registrato positivi effetti in termini di performances, vanno evidenziati quelli francese, spagnolo e tedesco. Passando ai  mercati oversize, le maggiori soddisfazioni sono giunte dalla Russia, con crescita in doppia cifra del segmento. È andato bene anche il mercato australiano, a fronte di una leggera contrazione dei mercati del Medio Oriente e del Far East. Il mercato italiano, infine, ha confermato un trend costante rispetto al 2018”. “La nostra azienda”, risponde Pietro Mambrini, product manager di Kunzle & Tasin, “nella seconda parte del 2019 le attività di promozione e vendita della nuova gamma Multi Mode Line, che ha come prodotto distintivo appunto le lavasciuga-spazzatrici Module. I risultati sono stati molto positivi, sia in Italia che all’estero”.  “Abbiamo chiuso il 2019”, spiega Dante Rossetti, direttore marketing di Lavorwash, “con dati in crescita per tutte le linee di lavasciuga Lavor. Prima del lockdown il 2020 aveva confermato il trend del 2019 con dati positivi. In generale, avevamo dati incoraggianti sia dal mercato interno che per quanto riguarda l’export. In questa fase, dopo un rallentamento iniziale dovuto alla chiusura aziendale, stiamo recuperando e ci aspettiamo di poter tornare a regime nel giro di pochi mesi. Oggi ad impattare negativamente sono soprattutto gli aspetti logistici legati alla consegna dei prodotti e alla loro disponibilità”. “Il mercato delle lavapavimenti”, interviene Daniele Sambati, sales manager di RCM, “ha rafforzato, anche nel 2019, la tendenza in atto da molti anni di una crescita continua e costante nelle vendite, a conferma dell’accettazione da parte dei rivenditori e dei clienti, sempre più convinta, della nostra capacità di produrre non solo motoscope di qualità (ricordo che RCM progetta e produce lavapavimenti dal 1998 e motoscope dal 1967) ma anche lavapavimenti. In questa fase, parliamo di metà maggio, le vendite di lavapavimenti stanno lentamente risalendo, supportate dalla possibilità di abbinare degli accessori per la sanificazione che permettono quindi di avere, oltre al normale utilizzo di lavaggio ed asciugatura, peraltro necessari prima di qualunque azione di igienizzazione, la possibilità di sanificare utilizzando i prodotti idonei”. “Il 2019”, precisa Michele Massaro, titolare di Lindhaus, “è andato molto bene, anche nel settore lavasciuga pavimenti, conformemente alle nostre aspettative in termini di fatturato. Puntavamo su un bel 2020, che premiasse il nostro impegno in ricerca e sviluppo e i nostri molteplici investimenti su prodotti nuovi, che stavamo lanciando, ma sappiamo bene quello che è successo. Da marzo in poi il mercato delle macchine per la pulizia professionale si è fermato, maturando oltre l’80% di perdite: il riscontro in tal senso ce lo danno ogni giorno i rivenditori e importatori, almeno quelli che si sono salvati da questo vero e proprio tsunami, mettendosi a vendere di tutto. In Inghilterra abbiamo un importatore che fattura  cinque milioni di sterline al mese solo vendendo mascherine. La nostra azienda, con un grande sforzo di progettazione, ha messo a punto un nuovo prototipo di mascherina antivirus, ora in attesa della necessaria certificazione e dell’omologazione da parte di un laboratorio specializzato tedesco per avviarne la produzione e l’offerta al mercato”. “Lo scorso anno”, risponde Nico Trotta, marketing manager di Kärcher,  “il mercato della lavasciuga ha goduto di ottima salute ed espansione. Anche durante gli ultimi anni tale segmento aveva mostrato una reattività interessante e oggi continua a crescere in modo graduale ma costante”. “Nel 2019”, spiega  Patrick Vangestel AD di 4CLEANPRO, “abbiamo registrato un incremento del fatturato di +15% rispetto al 2018. La tendenza,  prima della crisi COVID-19 era  sempre in incremento sul primo trimestre con una percentuale del  30%, grazie anche all’importante  accordo commerciale raggiunto,  a fine anno scorso,  con un grosso gruppo straniero che ha scelto per i prossimi cinque anni  il nostro prodotto per i suoi 1.600 negozi”. Anche il mercato italiano ci ha donato  soddisfazioni non indifferenti,  ma è sempre l’esportazione a tirare i mercati più rilevanti, principalmente quella orientata verso i Paesi del nord Europa, l’Australia e gli  Stati Uniti, pur se con numeri minori ma sempre importanti. Ci siamo fermati il 16 marzo,  con ancora cinque settimane di produzione davanti per evadere gli ordini pre-COVID. Quindi, alla ripresa della produzione del quattro maggio,  avevamo da fare fino a metà giugno. Tutto ciò ci fa temere un durissimo periodo di calo,  sia degli ordini che delle richieste di servizi. Prevediamo,  dunque,  un buon secondo trimestre,  ma sicuramente i prossimi mesi saranno fondamentali per capire quale sarà l’andamento del prossimo semestre”.

Esaminiamo le richieste nei diversi settori di vendita:  che problematiche specifiche di rimozione dello sporco e igienizzazione sono in grado di risolvere le vostre macchine? Avete creato nuove soluzioni tecnologiche?

“Siamo sempre in fase di crescita e sviluppo”, risponde Pedrotti, “perché stiamo implementando e allargando la gamma di lavasciuga con alcuni nuovi modelli che usciranno alla fine del 2020. Il nostro range di lavasciuga è in grado di soddisfare tutte le esigenze della clientela: da quelle più complesse,  con sistemi automatici per la regolazione del set up della macchina, senza dimenticare però quelle basilari, con  lavasciuga caratterizzate da una  semplicità di utilizzo e un costo in uso competitivi”. “I nostri modelli Module”, riprende Mambrini,  “sono in grado di svolgere sia la funzione di lavasciuga che di spazzatrice aspirante (cosa che una lavasciuga “normale” non può fare). Offrono quindi già adesso un reale valore aggiunto rispetto a una lavasciuga “classica”, sia in termini di flessibilità di utilizzo che degli effettivi risultati di pulizia e rimozione (duratura) dello sporco”. “Come tutte le lavasciuga”, spiega Rossetti, “la pulizia e in parte l’igienizzazione attraverso prodotti chimici dedicati, è sempre stata fatta. Oggi sicuramente ci stiamo adoperando per produrre sistemi  e soluzioni di pulizia ancora più dedicate alla sanificazione delle superfici e degli ambienti”. “Tutti i settori”, riprende Sambati, “hanno, a diversi livelli, esigenze più stringenti di pulizia e igiene rispetto a prima dell’emergenza coronavirus e, per questa ragione, abbiamo, come detto, aggiunto alle nostre macchine la possibilità di sanificare, perché crediamo che sia comunque necessario partire da un ambiente pulito, ottenuto utilizzando in maniera appropriata la lavapavimenti con il prodotto detergente idoneo, per poi utilizzare un ulteriore opportuno prodotto per sanificare sia il pavimento sia le superfici verticali grazie all’uso di una lancia nebulizzatrice: è il caso, ad esempio, della Kilo Sanitizing di cui si possono vedere alcuni esempi applicativi nel canale Youtube di RCM”. “Le nostre macchine”, riprende Vangestel, “sono molto efficaci, come tutte le lavasciuga aspiranti, grazie alle pressioni specifiche delle spazzole e alla potente aspirazione che consente di asportare completamente l’acqua sporca e contaminata dal pavimento. Una prerogativa che ci permette di assicurare un alto livello d’igienizzazione. Abbiamo inoltre inserito un ulteriore filtro HEPA di classe H13 nel circuito di scarico dell’aria aspirata, per fare in modo che anche l’aria di riflusso venga super filtrata, senza rilasciare nell’ambiente batteri o polveri sottili assai dannose per il nostro organismo. Questo sistema ci ha permesso di poter offrire ai nostri clienti macchine in grado di poter lavorare nei reparti infettivi dei nostri ospedali”. “Tutti i clienti”, continua Vangestel, “ovviamente, richiedono massima affidabilità e disponibilità,  a stretto giro di assistenza, ricambi ed accessori. La tendenza è quella di orientarsi verso macchine in grado di lavare con la  massima velocità ed efficacia, per consentire l’accesso del pubblico in breve tempo: le richieste, in particolare, vertono verso la facilità di utilizzo”.

Quali punti di forza avete portato avanti, in epoca recente,  per venire incontro ai bisogni della  clientela?

“Le nostre lavasciugapavimenti, riprende Massaro, “sono assai versatili e competitive, grazie a un ottimale rapporto qualità-prezzo. Sono il prodotto ideale per negozi, bar, ristoranti, uffici e ospedali e altri luoghi pubblici e ad alta frequentazione in cui l’igienizzazione costante dell’ambiente diventa una prima necessità. Tutte le macchine Lindhaus per la pulizia professionale sono in grado di rimuovere dai pavimenti ogni tipo di sporco e di residuo liquido o solido, proprietà che le rende adatte anche per ambienti come officine e reparti industriali in genere”. “Stiamo sviluppando nuovi sistemi che vanno a completare la pulizia e sanificazione delle superfici, seguendo quelli che sono gli attuali bisogni e le richieste date dai Protocolli di sanificazione degli ambienti”. “I punti di forza RCM”, precisa Sambati, “sono da sempre la semplicità d’uso, l’affidabilità e la facilità di manutenzione e oggi abbiamo aggiunto la possibilità di ulteriori prestazioni che, come spiegato prima, incontrano le esigenze attuali di maggiore igiene, in senso generico, dovute a questa terribile emergenza. Nello specifico, RCM ha già nel proprio catalogo la possibilità di utilizzare l’ozono (ECO3 Sanitizing) come prestazione aggiuntiva per consentire una sanificazione dei pavimenti oltre alla possibilità di utilizzare una lancia aggiuntiva per sanificare le superfici verticali”. “Peso e dimensioni ridotte per quanto riguarda l’Horeca; facilità di utilizzo e manutenzione, elevata autonomia per i settori Sanità ed Automotive”, interviene Trotta. “Progettata specificamente per lavorare all’interno di piccole imprese, negozi, supermarket, hotel, spa, ospedali e molto altro ancora, è una lavasciuga pavimenti agile e performante, che consente interventi rapidi e completi, ma a costi contenuti. Facile da gestire e utilizzare, è estremamente compatta e favorisce il lavoro dell’operatore consentendogli massima visibilità a fronte di uno sforzo ridotto in fase di utilizzo”. “Lo smart working”, prosegue Vangestel,  “è stata la mossa vincente per potere continuare a garantire i nostri servizi e soddisfare le richieste dei clienti, senza rischiare di compromettere la saluta dei nostri dipendenti o partner. La produzione invece è stata fermata per qualche settimana per poter riorganizzare gli ambienti in modo da rispettare l’incolumità dei nostri ragazzi”.

Che problemi  ha comportato,  in termini di produzione, ma anche di opportunità di sviluppo, l’emergenza legata alla pandemia da Coronavirus con l’esigenza forte di una piena disinfezione  e igienizzazione delle superfici? È possibile, da parte della vostra azienda, formulare una previsione della domanda e dell’offerta a breve e medio termine?

“In questa delicatissima fase”, riprende Pedrotti, “la nostra azienda non si è quasi mai fermata, cercando di continuare a fornire macchine alla catena distributiva, nella consapevolezza che l’emergenza COVID-19 pone con forza la richiesta di standard di pulizia meccanica delle superfici sempre più elevati e completi. Non è stato facile far fronte ai numerosi problemi legati alla produzione in una fase così incerta e complessa. Il lockdown e l’interruzione delle supply chain connessa al reperimento delle materie prime da partner dislocati in vari Paesi ci ha creato non poche difficoltà. È stata una sfida molto competitiva, ma alla fine siamo riusciti a portare avanti l’attività, garantendo una fornitura adeguata agli stock di vendita richiesti e mettendo in atto best practices e strategie che hanno avuto senz’altro successo. Per quanto concerne la gestione organizzativa interna, abbiamo messo in atto tutte le direttive emesse sia dal Governo che dalla Regione Lombardia, finalizzate a tutelare le condizioni di sicurezza e salute dei nostri lavoratori”. “Come sappiamo”, riprende Mambrini,  “l’emergenza ha notevolmente rafforzato l’esigenza (peraltro già in atto in precedenza) di una piena disinfezione e sanificazione delle superfici. Tutto questo rappresenta per noi una sfida imprescindibile, che racchiude molteplici problematiche da risolvere ma anche un interessante potenziale di crescita”. “Ci siamo rimboccati le maniche”, spiega il signor Ruffo, “rendendoci subito conto della gravità, ma anche delle possibilità legate a questo particolare momento. Così, per esempio,  grazie agli  sforzi del nostro settore ricerca e sviluppo, è nato  Sanex, un piccolo sanificatore, estremamente maneggevole e compatto. Ideale per la sanificazione e deodorazione di stanze e uffici di qualsiasi settore, può essere impiegato anche per gli abitacoli automobilistici e i circuiti dell’aria condizionata. Parliamo di un’attrezzatura leggera e facilmente trasportabile. Il suo funzionamento è molto semplice, si accende il macchinario con l’apposito l’interruttore generale e tramite l’uso dell’apposita pistola si direziona in modo semplice ed efficace la soluzione nebulizzata. Si possono usare soluzioni sanificanti, disinfettanti o deodoranti”.  “Difficile definire opportunità di sviluppo”, precisa Sambati,  “la pandemia anche se, di fatto, ha dato una spinta allo sviluppo di sistemi di igienizzazione che, probabilmente, saranno da tenere presente anche dopo che sarà passato questo lungo periodo di emergenza. Fare previsioni in termini numerici è praticamente impossibile perché la situazione che stiamo vivendo è altamente imprevedibile. Noi ci siamo dati l’obiettivo di mantenere i nostri standard qualitativi e, possibilmente, quantitativi cercando di portare sul mercato una serie di prodotti, accessori e servizi idonei alla situazione attuale”. “Per quanto ci riguarda”, riprende Rossetti, “abbiamo avuto nell’immediato moltissime richieste di prodotti per la sanificazione in particolare per quanto riguarda la gamma dei Generatori di Vapore Lavor linea Professional e lavasciuga. Ci aspettiamo una conferma nel medio termine di queste richieste, immaginiamo che per tutto il 2020 il mercato avrà delle esigenze importanti da gestire. Pensiamo che alcuni Protocolli attivati durante questa fase resteranno attivi anche nei prossimi anni modificando di fatto le normali attività e procedure di pulizia”. “Essere un gruppo multinazionale”, precisa Trotta,  “ha comportato un vantaggio in termini di stock e produzione, forse i problemi maggiori sono legati alle logistiche locali dei singoli paesi. Siamo convinti che la pandemia lascerà una crescente attenzione sugli aspetti di igiene e sanificazione in particolare per i prodotti che garantiscono qualità dei risultati”. “Non credo”, riprende Vangestel, “che nell’immediato questa situazione globale possa offrire nuove opportunità di mercato. Anche perchè tutte le strutture sanitarie, commerciali e industriali  di  un certo livello dispongono di macchine per le pulizie e la sanificazione, ma si apre invece una possibile crescita sul piccolo negoziante, ristorante o albergo, che – senz’altro –  si dovranno organizzare in quel senso e prevedere l’acquisto o il noleggio di macchinari per la sanificazione. Fondamentale sarà una valida  gestione dell’informazione e della formazione di queste persone, legata al buon uso dei prodotti professionali, evitando quelle improvvisazioni che a volte sono anche frutto di lacune informative”.

 

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