Forum Pulire, la cultura dell’igiene diventa virtuale
Numerosi i temi affrontati, scelti per attualità e influenza sul settore e sulla società in cui viviamo. Tra questi, la progettazione del Pulito nei luoghi dell’accoglienza e dell’ospitalità, la situazione della distribuzione in questo momento delicato, lo smart working come strumento per raggiungere il benessere in ambito lavorativo
La quinta edizione del Forum Pulire, l’evento internazionale dedicato all’igiene, alla pulizia e al mondo dei servizi integrati, si è svolta per la prima volta in versione multimediale. La piattaforma tecnologica utilizzata per l’evento, svoltosi dal 13 al 14 e dal 20 al 21 ottobre, ha consentito di abbattere confini geografici e linguistici, eliminando allo stesso tempo il limite di presenze legato agli spazi fisici. Il sistema ha previsto la possibilità di seguire le conferenze plenarie, due per ogni giorno di incontri, in diretta con la traduzione in italiano e inglese e i sottotitoli anche in altre lingue. Grazie ai workshop, inoltre, negli orari non occupati dagli incontri plenari, espositori e sponsor hanno avuto la possibilità di condividere il proprio know-how, mettendo in relazione addetti ai lavori di ogni parte del mondo. Il Forum si è aperto affrontando il tema del ruolo della donna e la sua affermazione in ambito lavorativo. Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, Virginia Tiraboschi, senatrice di Forza Italia, e Lia Quartapelle, deputata del PD. “Oggi le donne devono contribuire alla nascita di leadership diffuse nella community, è necessario che ci sia meno concorrenza e più sintonia, perché chi è veramente brava emerge da sola e viene riconosciuta dalla comunità” ha detto Tiraboschi.
Quartapelle ha invece sottolineato come il Recovery Fund sia un’occasione da sfruttare per colmare la distanza uomo-donna nel mondo del lavoro, obiettivo che si può ottenere anche con investimenti nel settore della cura, in cui le donne lavorano di più.
Durante la prima giornata si è parlato anche di felicità e benessere sul posto di lavoro: questa condizione può essere raggiunta trasformando l’attività lavorativa in un autentico smart working, cambiando mentalità, dando fiducia a colleghi e dipendenti, senza misurare il tempo del lavoro, ma misurando gli obiettivi su periodi di tempo corretti e concordati. “Questo tipo di lavoro porta maggior benessere” – ha spiegato Mariantonietta Lisena, direttore generale di IFMA Italia – “Esistono aziende che lo fanno da vent’anni, altre che solo ora si stanno avvicinando a questa nuova formula, ma il facility management può fare la differenza, migliorando la vita dei dipendenti attraverso l’innovazione delle modalità di lavoro”.
Protagonista della seconda giornata è stato il tema della leadership aziendale ai tempi del Covid, portato sul palco digitale del Forum da Dirk Beveridge, business consultant e fondatore di UnleashWD.
“Nel mezzo dell’incertezza e della volatilità odierna, la leadership in tutta la distribuzione richiede la creazione di team ispirati, la promozione del cambiamento e la crescita di una cultura di alte prestazioni. Oggi i leader hanno una responsabilità fondamentale: essere d’ispirazione e aiutare ogni individuo a realizzare il proprio potenziale, forgiando il futuro partendo dai cambiamenti, per approdare a una nuova ‘normalità’”, ha affermato Beveridge, che indica tre grandi pilastri a cui un leader si deve appoggiare per guardare avanti: i valori aziendali, le persone (ossia il materiale umano dell’azienda) e lo sguardo verso una visione futura, quando questa situazione sarà finalmente risolta.
Beveridge osserva, infine, che il Covid-19, nel mondo del business, va visto come un grande acceleratore di mercato: “Si veda il caso dell’e-commerce, che in tre mesi ha raggiunto risultati ben superiori alla media dei dieci anni precedenti. Bisogna quindi cogliere nuove opportunità che possano portare a nuova redditività, ed evitare che il marchio, per quanto importante, impedisca un cambiamento. Il percorso verso il successo deve riconoscere il momento di rottura, il leader deve riconoscere le tendenze per poter innovare”.
La progettazione e il valore del Pulito
Nel corso della terza giornata, dedicata al tema Progettare per il pulito, è intervenuto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che ha evidenziato l’importanza della sanificazione e della creazione di protocolli per renderla efficace: “La sanificazione è diventata più che mai oggi un aspetto centrale per tutti e in tutti gli ambienti. Per questo è stato necessario creare protocolli laddove prima non esistevano, perché prima del Covid-19 la disinfezione era considerata una problematica solo dell’ambito sanitario”.
Per migliorare le operazioni di sanificazione, è anche necessario ottimizzare la condivisione tra operatori medici e ditte, sia sulle attività di disinfezione sia sui controlli post intervento: “Sono convinto che solo l’unità di intenti tra tutte le parti in causa potrà migliorare la funzionalità” – ha proseguito Sileri – “Andrà messa a punto anche la parte burocratica e normativa che frena lo sviluppo di questo settore. Bisogna uscire da questa fase con la consapevolezza di cosa rappresenti davvero il pulito e l’igiene per tutti noi”.
Complice l’attuale pandemia, oggi le persone sono molto più attente all’igiene, e diffidano dei luoghi dove essa non è visivamente riscontrabile: “La pulizia deve essere sempre e comunque visibile, soprattutto nei bagni” – ha detto durante il suo intervento Patty Olinger, Executive Director – Global Biorisk Advisory Council divisione di ISSA – “Per superare la pandemia serve dare una risposta scalabile, passando dalla pulizia igienica a una preparazione totale alla pandemia. E le aziende dovranno abituarsi a poter gestire i loro spazi in base a queste nuove esigenze”.
Si è parlato anche del valore artigiano del servizio di pulizia, spesso messo in secondo piano dalla manifattura 4.0, che punta a far scomparire l’uomo e il concetto di ospitalità, strettamente connesso alla pulizia: “La tecnologia ha assorbito tutto, come un buco nero, ma in realtà l’innovazione non è mai contrapposta alla tradizione” – sostiene Andrea Granelli, fondatore della società di consulenza direzionale Kanso – “Il valore artigiano contribuisce alla pulizia e la mano non è solo motore di produzione ma anche simbolo di accoglienza. La manifattura 4.0 deve essere incentrata sull’uomo, la tecnologia deve diventare utensile. L’artigiano non crea solo un oggetto, ma offre un valore aggiunto”. Dopotutto, ogni strumento, anche il più tecnologico e complesso, necessita di manualità per poter essere costruito.
Di protocolli si è parlato nuovamente durante l’ultima giornata del Forum Pulire, svoltasi il 21 ottobre, dedicata ancora al tema “Progettare per il pulito”. Nello specifico, si è discusso di un protocollo per la salubrità ambientale, unitamente a una nuova figura professionale incaricata di mettere in atto e verificare i punti stabiliti da questo nuovo documento, che è stato certificato da Kiwa Cermet Italia, un ente terzo, e contiene alcuni punti chiave, che sono stati illustrati da Massimo Artorige Giubilesi, presidente dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari Lombardia e Liguria: “Quello della salubrità ambientale è un concetto etico e globale che fa riferimento a tutti gli ambienti aperti al pubblico, non solo per gli uomini ma anche per gli animali. Per questo abbiamo realizzato un protocollo, condiviso con un comitato scientifico di cui fanno parte anche imprenditori, che permetta di avere standard che offrano garanzie anche al di là dell’emergenza Covid-19. Abbiamo classificato gli ambienti in quattro macrotipi: a elevata contaminazione, destinati a un’utenza specifica, legati a funzioni primarie come cibo e sonno, dedicati a un’utenza fragile o legati a produzione di beni alimentari o farmaceutici” – continua Giubilesi – “Naturalmente abbiamo escluso l’ambiente ospedaliero, perché è l’unico a godere di normative a parte. In questo quadro, è fondamentale la nascita del manager per la salubrità ambientale, che sarà formato con un iter specifico e che dovrà possedere competenze tecnico-scientifiche. Sarà possibile ottenere due certificazioni: una per il servizio integrato di prevenzione delle contaminazioni, l’altra sarà quella del manager per la salubrità ambientale. Al manager spetterà l’individuazione dei rischi, l’attuazione delle misure di prevenzione e il monitoraggio delle attività”.
Antonello Giannelli, presidente ANP, Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola, ha invece esposto le criticità presenti nel sistema dell’istruzione, rese ancora più evidenti dalla pandemia: “Conoscevamo già i problemi della scuola, ora dobbiamo interrogarci su come risolverli. Una scuola in cui si vive distanti è una contraddizione, ma si sta facendo perché è necessario. Abbiamo dovuto adattarci anche ai banchi monoposto, perché tanti istituti non li avevano e non potevamo offrire condizioni di sicurezza, così com’è stato necessario ripensare i flussi pedonali all’interno delle scuole, in cui i ragazzi, specie nell’intervallo, sono abituati a circolare liberamente e in gruppo”.
A conclusione dell’evento, è intervenuto Walter Ricciardi, professore di Igiene e Medicina preventiva dell’Università Cattolica e membro dell’Executive Board dell’OMS, che ha ribadito il ruolo fondamentale dell’igiene nella lotta contro le epidemie: “Pulire e igienizzare significa salvare delle vite. La distanza di sicurezza, le mascherine e la ventilazione dei luoghi chiusi sono strumenti fondamentali che vanno utilizzati insieme alla pulizia per combattere il virus. I procedimenti di sanificazione sono centrali già in tempi ordinari, in questo momento ancora di più”.
Riprendendo il discorso di Ricciardi, è intervenuto Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, che pone l’attenzione sulla necessità di investire sulla prevenzione e sul monitoraggio dei rischi: “L’emergenza Covid-19 ha fatto sì che la mancanza di interventi strutturali sulla prevenzione dei rischi si trasformasse in un problema concreto. Queste politiche di intervento, però, necessitano di una precisa rendicontazione nel Servizio Sanitario Nazionale: basti pensare che sono stati investiti 2,5 miliardi di euro tra servizi territoriali ed emergenza Covid-19. Il Ministero voleva rendicontare i servizi, poi si è deciso di procedere all’erogazione rapida a causa dell’emergenza, ma in questo modo non sappiamo cosa sia accaduto una volta erogati i fondi. Il Recovery Fund sarà un debito che peserà sui nostri figli, quindi anche in quel caso andranno rendicontate le spese che serviranno per migliorare i servizi”.