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L’imprenditività non è un dono

Come diventare imprenditori di sé stessi, innovatori e lavoratori soddisfatti

di Francesca Scelsi

Con il termine “imprenditorialità” si intende: l’insieme di competenze e qualità necessarie a creare e a condurre un’impresa; con “imprenditività”, invece, si fa riferimento in senso più ampio al sapere agire con spirito d’iniziativa e competenze imprenditoriali per vincere le sfide che i propri progetti di sviluppo – professionali e personali – presentano. (Morselli 2016). 

In un certo senso, gli ambiti semantici dei due concetti si toccano, si compenetrano, ma sono differenti: l’imprenditorialità è un concetto che afferisce maggiormente al mondo del lavoro, l’imprenditività, invece, al mondo della formazione e dello sviluppo personale. 

Imprenditorialità vs Imprenditività

Se pensate all’imprenditorialità quali sono le parole chiave che vi vengono in mente? 

Ho provato a fare un breve sondaggio sulla mia rete e più o meno tutti hanno detto spirito, affari, capacità, gestione di risorse e competenze, perseguire obiettivi economici, business. Quando ho chiesto la stessa cosa per il termine imprenditività, le risposte sono state decisamente più disomogenee.

Imprenditività: imprenditori di sé stessi

Essere imprenditivi non è qualcosa di meno dell’avere uno spirito imprenditoriale, è una caratteristica personale che invece ricomprende diversi aspetti dell’Io, non solo ciò che afferisce al mondo del lavoro. Essere imprenditivi riguarda la capacità di mettersi in gioco, avere una visione, progettare. 

Da una persona imprenditiva mi aspetto sicuramente la capacità di:

  1. porsi domande anziché attendere risposte;
  2. affrontare situazioni e problemi con coraggio e proattività;
  3. avere fiducia nelle proprie idee e impegnarsi nel tradurle in progetti d’azione.

Tutto questo si traduce in skill quali autonomia, creatività, problem solving, trasversalità di competenze e organizzazione. Skill che sono fondamentali nel mondo del lavoro di oggi, per affermarsi non solo come imprenditori ma anche come imprenditori di sé stessi. Questa forse è la differenza ultima fra i due termini: imprenditorialità significa imprendere, dare inizio a un’attività. Imprenditività è la caratteristica di colui che fa di sé stesso la “propria opera”, affinché possa perseguire obiettivi che siano di crescita personale e di conseguenza professionali. E se ancora avete qualche dubbio sul fatto che crescita personale = crescita professionale = successo nel mondo del lavoro, continuate a leggere.

Imprenditività e lavoro 4.0

Lo diciamo da tempo che il mondo del lavoro sta cambiando: nuovi trend, nuove certezze o talvolta in-certezze. Il posto fisso non è più il baluardo, le aspettative e i bisogni cambiano e le aziende hanno “interiorizzato” un modello di sviluppo che si ispira al concetto di Open Innovation. I dipendenti, i collaboratori e in generale i lavoratori, divengono quindi parte integrante del processo innovativo, nella condivisione di informazioni, capacità e del processo decisionale. Le risorse umane divengono quindi parte attiva della crescita dell’azienda, laddove siano in grado appunto di contribuirvi. Ed è in questo senso che l’imprenditività gioca un ruolo fondamentale per il lavoratore. 

Il lavoratore imprenditivo è in grado innanzitutto di riconoscere sfide e opportunità e di affrontarle in maniera proattiva, utilizzando uno strumento chiave in termini di innovazione per la risoluzione del problema: la creatività. Creatività significa idee nuove, mai esplorate prima di allora. Idee che sono appunto il cuore dell’innovazione ma che da sole non bastano se il processo innovativo non viene attivato dalla capacità di tradurre quelle idee in azioni, ovvero dall’imprenditività. Creatività – Imprenditività – Innovazione, e come conseguenza responsabilità e soddisfazione professionale. 

Lavoratori Imprenditivi: chi sono

Essere imprenditivi non compete più solo all’imprenditore: l’imprenditività è richiesta a tutti nel mondo di oggi e molto apprezzata anche per chi ha un lavoro da “dipendente”. Pensare quindi di sviluppare la propria imprenditività è una scelta vincente in ogni caso. Come abbiamo già avuto modo di dire, i datori di lavoro apprezzano le skill e le competenze di chi affronta il lavoro con atteggiamento proattivo. Queste persone avranno maggiore facilità, più successo e maggiori probabilità di crescere e scegliere una posizione o un ruolo che desiderano. Tuttavia questo tempo ci insegna che l’imprenditività è una risorsa anche e soprattutto in caso di crisi. Il Covid e le conseguenze disastrose, ancora non quantificabili, sulla nostra economia, hanno messo molti lavoratori di fronte alla necessità di tirare fuori nuove risorse, imparare nuove competenze e sperimentare nuovi ruoli. Ed è chiaro che individui maggiormente imprenditivi sono in grado di uscire da queste situazioni con più facilità e maggiore probabilità di successo. 

Come diventare imprenditivi?

L’imprenditività non è un dono: c’è sicuramente una predisposizione che non saprei dire da cosa dipenda, se è innata o se comunque viene stimolata precocemente dalle esperienze di vita. Sono però certa che l’imprenditività si possa sviluppare. Un ruolo importante è quello dei datori di lavoro che possono effettivamente fare la differenza nel creare ambienti stimolanti e sereni dove sperimentare e crescere. Ma noi stessi abbiamo un ruolo importante nel divenire imprenditori di noi stessi. Come? Provo a darvi qualche suggerimento da quella che è la mia esperienza ormai decennale nel mondo delle risorse umane:

  • Formazione: la formazione è fondamentale, leggere libri, seguire seminari o webinar (in questo periodo si trovano molte risorse on line gratuite o a prezzi più che abbordabili), approfondire. Nell’era dell’informazione facile, non sapere è una scelta. A mio parere perdente.
  • Interessi: alimentate le vostre passioni. Che sia un blog di viaggio, che siano le lezioni di canto o il brevetto da istruttore di apnea, fatelo. Cosa ha a che vedere con il lavoro? Semplice, siamo risorse e tutte le nostre esperienze e competenze concorrono a fare di noi delle persone in grado di sviluppare soluzioni nuove, fare interconnessioni, creare ibridazioni

C’è chi chiama questo processo cross-fertilization, chi dice che le persone che sviluppano interessi in diversi settori – semplificando – siano multipotentialite. Di fatto avere interessi vi renderà quantomeno persone più ricche e felici. Tutto il resto è un risultato cui non è necessario dare un nome.

  • Connessioni: che siano digitali o fisiche il networking è una grande risorsa di conoscenza, spunti e opportunità. Le persone sono delle risorse per un’azienda ma anche per le altre persone. Troppo spesso nella nostra cultura è stata portata avanti l’immagine di un intellettuale solitario, al suo scrittoio, come se per aver successo l’unica strada da percorrere sia lo studio pedissequo, “matto e disperatissimo”. Certo la formazione è importante – vedi punto 1 – ma le relazioni rimangono uno strumento fondamentale di crescita. Non sottovalutatele!
  • Fare la differenza: questo punto non saprei come chiamarlo se non “fate la differenza”. Significa porsi nell’ottica di risolutori di problemi, significa non pensare al lavoro come al tempo che dedichiamo durante la giornata ma come valore che forniamo ai nostri clienti. Ragionare in ottica imprenditiva significa essere proattivi, proporre soluzioni nuove, lanciare idee. Questo sarà enormemente apprezzato dal mercato del lavoro.

E infine un ultimo consiglio. Non abbiate paura di sbagliare. L’errore è un elemento fondamentale di qualsiasi processo di crescita. L’apprendimento attraverso prove ed errori è un processo fondamentale e fra i più efficaci. (If failure is not an option, neither is success. Seth Godin)

 

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