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Surface cleaning: il trend del profumo capsulato

In un settore come quello del cleaning professionale in cui le esigenze cambiano in maniera repentina e spesso imprevedibile, riuscire ad essere all’avanguardia con soluzioni che rappresentino una possibilità concreta di innovazione per il cliente a valle diventa un valore aggiunto

di Luca Ilorini

Attenzione all’igiene, sostenibilità e tecnologie di ultima generazione rappresentano i key drivers per i principali attori del mondo della pulizia professionale. In quest’ottica va ad inserirsi la presenza sul mercato delle prime soluzioni a livello iniziale nel mondo della pulizia delle grandi superfici che adottano la strategia del profumo micro-incapsulato, dove l’unione della tecnologia con la componente profumo che spesso può rappresentare la motivazione di scelta del cliente a parità di prodotto, rappresenta un’innovazione significativa sul mercato.

LA NECESSITÀ DI UNA SVOLTA

La scarsa persistenza della profumazione nell’ambiente una volta terminata la fase di lavaggio, anche utilizzando il più innovativo e profumato dei prodotti abbinato ad una macchina lavasciuga di ultima generazione è un problema annoso, soprattutto per quelle realtà dove oltre al locale pulito la presenza di una profumazione gradevole rappresenta un valore aggiunto, a cui non è facile supplire con soluzioni a deo-ambiente sia in termini di costi che di evaporazione ed efficacia. Nonostante i ripetuti sforzi nel tempo la soluzione non è stata trovata, fino all’intuizione, derivante dal mercato professionale britannico, di utilizzare anche nel mondo del surface cleaning una tecnologia già da tempo diffusa in svariati ambiti, dal mondo delle vernici a quello alimentare passando per l’universo tessile, le microcapsule profumate, per permettere la persistenza della profumazione in un ambiente nel tempo, raggiungendo performance di ottimo livello.

MICROCAPSULE PROFUMATE

A livello strutturale le microcapsule sono dispersioni di materiale polimerico, in genere di natura melamminica, in un ambiente acquoso, ossia nella ‘comfort zone’ di un prodotto per la pulizia delle grandi superfici, quasi esclusivamente costituito da acqua. All’interno dei gusci polimerici viene racchiusa una fragranza, che può essere scelta in base ai gusti del cliente fatta salva la compatibilità chimica col materiale della capsule, e questa dispersione viene aggiunta a percentuali minime (0,1% – 0,2%) al prodotto finito, permettendo di avere in mano una soluzione easy user a costi competitivi, a fronte di un investimento mirato nel proprio personale di ricerca e sviluppo per ottenere una formula finale dove i prodotti siano stabili e utilizzabili, dopo una semplice agitazione, manuale nel caso di prodotti liquidi per la pulizia delle grandi superfici o meccanica per le lavasciuga. Una storia che nasce da lontano, a cavallo degli anni 1920 e 1930 con i primi ottimi risultati proprio nella microincapsulazione di oli con gomma di acacia e gelatina tramite il processo di coacervazione e dal punto di vista industriale il primo vero successo di questa tecnologia è datato 1955, quando al National Cash Register Company (NCR) di Ohio viene brevettato un processo di conservazione della gelatina in grado di incapsulare un pigmento. Al giorno d’oggi questa tecnologia è diffusa in molti ambiti industriali fra i più diversi fra di loro: chimico, cosmetico, alimentare e farmaceutico per citare alcuni fra i diffusi ambiti di applicazione e successo delle microcapsule. I vantaggi in termini di marketing e di posizionamento del prodotto sono molteplici dal momento che c’è la possibilità di fornire all’impresa di pulizia e conseguentemente alla struttura in cui vengono eseguite le pulizie una soluzione che permetta, grazie alla semplice azione meccanica di strofinamento sulla superficie del pavimento la rottura della capsula profumata e il rilascio di una piacevole fragranza nell’ambiente, evitando il ricorso a soluzioni affannose per coprire antipatici malodori o la necessità di ricorrere a lavaggi ripetuti, non facilmente applicabili per questioni organizzative ed economiche.

Come spesso accade una tendenza di questo tipo è arrivata non solo in seguito alle richieste dei clienti finali ma anche come trickle down dal mondo della detergenza domestica, legato ovviamente ad altre logiche di prezzi e prodotti ma spesso settore a cui guardare per innovare e lanciare nuove soluzioni.

LE MICROCAPSULE FORMALDEIDE FREE

L’ultima innovazione dal punto di vista tecnico nella preparazione di microcapsule profumate è rappresentata dalla preparazione delle stesse attraverso materiali di partenza e processi produttivi che permettono di ottenere un prodotto esente da tracce di formaldeide, con le conseguenti problematiche dal punto di vista safety. La sintesi a partire da polimeri di natura vegetale o green, come la cellulosa ad esempio, ha permesso di ottenere prodotti dalle ottime rese, senza tracce di formaldeide: ad esempio per quanto concerne il mondo della detergenza industriale queste nuove microcapsule hanno performance di assoluto livello nella fase di manganatura nelle lavanderie industriali, se paragonate alle capsule standard, e nel mondo della pulizia delle grandi superfici. La persistenza della fragranza sia durante la fase di lavaggio della superficie che durante la fase di calpestamento la mattina seguente è decisamente elevata, anche dopo stress temporali e termici importanti: un passo in avanti per avere una tecnologia che possa essere ancora più green, in un mercato come quello delle superfici dure dove il trend naturale, green ed ecologico si sta sempre più affermando come uno dei più richiesti. Recentemente è stato confermato che l’utilizzo della formaldeide nel mondo del Personal Care come conservante sarà vietato e per questa ragione in futuro le uniche tecnologie di questo tipo anche nel mondo della detergenza che potranno essere utilizzate sul mercato saranno quelle formaldeide free.

UN APPROCCIO GREEN NECESSARIO

Dal punto di vista ambientale grandissima attenzione viene posta da parte di molti clienti del mondo cleaning che stanno sperimentando tecnologie micro-incapsulate in merito alla biodegradabilità e agli eventuali problemi ambientali connessi. Per quanto concerne le microbeads utilizzate in larga misura a partire dagli anni settanta in prodotti esfolianti e dentifrici e strutturalmente differenti dalle microcapsule contenenti fragranze ci cui andiamo a trattare, sono numerosi i dati a supporto della loro pericolosità per gli organismi acquatici, basti pensare che nella sola Europa 4000 tonnellate all’anno di microbeads finiscono in acqua, numeri che hanno causato l’adozione da parte di diversi stati membri di misure legislative importanti, in attesa di un’azione comunitaria sull’argomento: in UK le microbeads sono state bandite ad esempio a partire da questo inizio anno, come accaduto anche in Francia e Svezia, mentre in Australia esiste un codice di autoregolamentazione. L’ECHA (Agenzia Europea per le sostanze chimiche) ha proposto un disegno di legge per cercare di vietare l’utilizzo di microplastiche di origine polimerica in alcuni ambiti, come pesticidi e fertilizzanti, entro il 2025 e al momento non si ha la certezza che tale divieto debba estendersi anche al mondo dei detergenti professionali. Le microcapsule di ultima generazione adottate per il mondo della pulizia professionale, sintetizzate a partire da polimeri green, hanno un profilo ambientale migliorativo con residui nell’ambiente nell’ordine di pochi ppm per arrivare in un futuro prossimo ad adottare soluzioni dove la biodegradabilità diventerà un must che giustificherà costi di prodotto più alti a fronte dell’acquisizione di nuove importanti fette di mercato. L’attenzione verso il concetto green permetterà agli operatori di settore di orientarsi verso prodotti innovativi dove l’abbinamento dei claim di extra profumazione e di ecosostenibilità rappresenterà un sicuro punto di forza per la commercializzazione del prodotto, favorendone in alcuni casi anche la penetrazione in mercati e scenari da sempre più complessi per il mondo dei prodotti surface cleaning.

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