Biancheria: parametri per un lavaggio corretto
Lavare la biancheria non è un’operazione semplice. Un buon lavaggio si può infatti ottenere solo combinando tre fattori fondamentali: utilizzo di prodotti di qualità, capacità del fornitore di mettere a disposizione del cliente un sistema di lavaggio adeguato alle varie esigenze (tipologia di sporco, situazione macchinari, ecc.), presenza di un’assistenza in grado di saper controllare e, all’occorrenza, saper modificare i principali parametri per l’esecuzione di un lavaggio corretto. Nel presente articolo saranno analizzati proprio questi ultimi parametri, che sono:
- Misurazione della durezza dell’acqua di lavaggio
Questo parametro è importante perché un eccessivo grado di durezza dell’acqua può creare problematiche quali l’aumento del consumo dei saponi, l’ingrigimento della biancheria, l’opacizzazione dei colori, la formazione di macchie di incrostazione sulla biancheria, l’eccessiva usura dei macchinari e della biancheria. A partire da acque di media durezza, si consiglia di adottare sistemi di addolcimento. La misurazione si effettua con un kit specifico che indica la durezza dell’acqua dovuta a carbonati di calcio e magnesio disciolti nell’acqua. Il kit è composto da due soluzioni: una complessante (soluzione H1), una titolante (soluzione H2) ed un bicchierino graduato.
- Misurazione della presenza di ferro nell’acqua
La presenza di ferro nelle acque di lavaggio può portare a ingiallimento della biancheria e strappi causati dalla reazione del ferro con i candeggianti, primo fra tutti l’ipoclorito di sodio. La misurazione si effettua con un kit specifico che indica la concentrazione del ferro in ppm (parti per milione). Il kit è composto da una soluzione reagente da mettere nell’ acqua da campionare e due bicchierini graduati. Se dal test si ottengono percentuali di ferro sopra a 0,1 ppm si consiglia l’installazione di un deferrizzatore.
- La misurazione del pH dell’acqua nelle varie fasi di lavaggio
Il pH indica l’acidità o l’alcalinità di una soluzione acquosa. Il pH ideale in fase di lavaggio e candeggio è compreso tra 9 e 11, quello della biancheria a fine lavaggio è tra 5,5 e 6. Per la misurazione del pH si utilizzano le cartine indicatrici, che ne misurano il valore tramite la colorazione che assumono dopo essere state immerse in una soluzione.
- Titolazione e corretto dosaggio dell’ipoclorito
Per la titolazione dell’ipoclorito sono particolarmente indicati i kit che si basano sulla reazione del sodio ipoclorito quando viene trattato con un eccesso di ioduro di potassio. La reazione si basa sulla cessione, da parte degli ioni di ioduro negativi, del loro elettrone in più agli atomi del cloro, che diventano così ioni cloruro, mentre gli ioni ioduro, avendo perso l’elettrone, si trasformano in atomi di iodio normali (neutri). Questa reazione crea un immediato riscontro visivo nel cambio di colore da trasparente a giallo scuro color ambra. Una volta determinato il titolo dell’ipoclorito, si determina attraverso una formula la quantità da introdurre nel bagno di lavaggio per ottenere la concentrazione di cloro attivo in base alle proprie esigenze. La formula per determinare l’esatto quantitativo di ipoclorito da introdurre in lavatrice durante la fase di candeggio per avere nell’acqua la concentrazione desiderata di cloro attivo, è la seguente: Q = (L x C x 100): T
Q = Quantità di Sodio Ipoclorito in cc per L di acqua da usare per il candeggio.
L = Litri d’acqua durante il candeggio.
C = Quantità desiderata di cloro
T = Titolo del sodio ipoclorito in cloro attivo.
100 = Numero fisso equivalente a 100 cl
- Neutralizzazione dell’ipoclorito
La neutralizzazione dell’ipoclorito è indispensabile perché, se non effettuata correttamente, comporta ingiallimento e forte usura della biancheria. La neutralizzazione avviene utilizzando acqua ossigenata o prodotti a base di sodio metabisolfito. Gli acidi, la cui funzione è quella di abbassare il pH della biancheria per facilitare lo stiro con un’azione disincrostante, non neutralizzano i residui di ipoclorito (se non molto parzialmente) quindi il loro utilizzo come neutralizzanti è inutile. Se si effettua la neutralizzazione con acqua ossigenata, la dose media è del 30% rispetto alla quantità di ipoclorito e per un tempo minimo di 6 minuti.
- Rilevazione di eventuali residui di acqua ossigenata sulla biancheria
L’acqua ossigenata è utilizzata nella lavanderia industriale non solo per smacchiare e candeggiare lenzuola, federe, asciugamani, accappatoi, tovaglioli e coprimacchie colorati, ma anche per neutralizzare il sodio ipoclorito. Poiché nelle lavacontinue l’acqua dei risciacqui è riutilizzata nel pre lavaggio con ipoclorito, è necessario che queste acque non contengano residui di acqua ossigenata perché andrebbero a neutralizzare parzialmente l’ipoclorito, riducendone il potere smacchiante e candeggiante. Per la misurazione dei residui di acqua ossigenata si possono utilizzare delle strisce reattive, da impiegare nel seguente modo: immergere la striscia per 1 secondo nel campione; scuotere la striscia per eliminare il liquido in eccesso; attendere 5 secondi; confrontare il settore di carta reattiva con la scala cromatica (in presenza di acqua ossigenata la cartina reattiva diventerà blu); determinare sulla scala cromatica il colore più prossimo assunto dalla carta reattiva. Le colorazioni o le variazioni di colore rilevate dopo un minuto non forniscono risultati positivi.
- Rilevazione di eventuali residui di cloro sulla biancheria
Questa è una verifica importante perché previene problemi nella fase di asciugamento e stiro e ci aiuta a comprendere se il dosaggio dei prodotti che neutralizzano l’ipoclorito è corretto. I residui di cloro possono essere rilevati con un indicatore liquido, versando una goccia di indicatore direttamente sul tessuto da analizzare: in caso di presenza di cloro, il tessuto assumerà una colorazione giallognola. In caso di assenza di cloro non assumerà nessuna colorazione.
- Rilevazione di eventuali residui di detersivo sulla biancheria
I residui di detersivo, come quelli di ipoclorito, non devono essere presenti poiché sono causa di ingrigimenti e usura della biancheria. La loro presenza ci indica che dobbiamo agire sul dosaggio degli acidificanti dell’ultimo bagno di lavaggio (la cui funzione è proprio quella di rimuovere i residui dei detergenti/saponi e non dell’ipoclorito) oppure, nei casi più gravi, che è necessario aggiungere un risciacquo. I residui di detersivo possono essere rilevati direttamente con un indicatore specifico, versando qualche goccia di indicatore sul tessuto umido appena lavato, in caso di presenza di residui di detersivo si avrà una colorazione verdastra. In caso di assenza di essi, la colorazione sarà arancione. La presenza di residui di detersivo sui tessuti causerà un ingiallimento della biancheria durante la fase di stiro.
Marcello Falvo