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Purificazione dell’aria indoor nelle strutture sanitarie

La soluzione per ottenere un microclima ideale all’interno di questi edifici è rappresentata dagli impianti HVAC purché opportunamente progettati e realizzati. Su questo tema abbiamo intervistato l’ingegner Susanna Azzini nota esperta del settore

Passiamo gran parte della nostra giornata in ambienti chiusi e in compagnia di altre persone, motivo per cui occorre prestare molta attenzione alla qualità dell’aria che in questi luoghi respiriamo. Gli impianti HVAC (acronimo di heating, ventilation and air conditioning) rappresentano la migliore per avere un microclima ideale all’interno degli edifici sia privati che pubblici, in particolare nelle strutture ospedaliere e di cura. Con HVAC si intende un impianto integrato per la qualità dell’aria e il comfort termico, a minor impatto ambientale possibile, la cui progettazione richiede particolare cura. All’ingegnere Susanna Azzini di 3WHE Teamwork e membro del Consiglio Nazionale CNETO (Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera) abbiamo rivolto alcune domande sull’argomento con particolare riferimento all’edilizia sanitaria.

Ingegnere, quanto conta, in termini di prevenzione, soprattutto in spazi confinati che ospitano soggetti deboli come una struttura sanitaria, la corretta progettazione di un impianto HVAC?

“La realizzazione di un efficace impianto di ventilazione nelle strutture sanitarie è strettamente correlata con il benessere ambientale e la sicurezza di pazienti e operatori. Ne consegue che la sua corretta progettazione è fondamentale per garantire i requisiti di qualità dell’aria richiesti dalle esigenze specifiche di carattere igienico-sanitario per i vari reparti e/o aree di trattamento e lavoro (per esempio blocchi chirurgici, degenze, pronto soccorso, laboratori, diagnostiche per immagini, day hospital ecc.).”

Gli ospedali e, in generale, le strutture sanitarie, sono ambienti complessi. Quali sono le osservazioni e le considerazioni tecniche preliminari alla progettazione di un impianto HVAC?

“Un impianto HVAC a servizio di aree di tipo sanitario (Ospedali ma anche Poliambulatori, Case di comunità e Centri di cura) deve essere studiato per garantire funzionalità e continuità di esercizio in ogni condizione climatica e ambientale. Preliminarmente alla progettazione andranno valutate con la Direzione Sanitaria e gli igienisti gli obiettivi da raggiungere e garantire per ogni area funzionale in merito a diversi parametri ambiente tra cui, oltre alle consuete temperatura e umidità relativa, sono rilevanti e strategici il differenziale pressorio, il numero di ricambi d’aria esterna di rinnovo, la filtrazione e l’eventuale possibilità di ricircolo. Saranno inoltre da prendere in considerazione scelte di natura strategica legate alla futura adattabilità/modificabilità degli impianti progettati e alla loro sostenibilità ambientale ed economica.”

In tali ambienti, da cosa è influenzata la qualità dell’aria e come bisogna intervenire?

“La qualità dell’aria in ambienti confinati è strettamente correlata fondamentalmente a  fattori esterni (inquinamento dell’aria esterna immessa in ambiente, presenza di pazienti portatori di cariche batteriche o virali che accedono alle strutture sanitarie senza preliminare screening) e a fattori interni (presenza di colonie batteriche dovute a scarsa igiene degli ambienti e delle attrezzature, inquinamento indoor generato da materiali presenti,  rilascio di sostanze tossiche o comunque dannose da fonti e/o impianti interni presenti ecc.). Per questo motivo oltre a una corretta progettazione degli impianti di ventilazione deve essere associata una sua corretta manutenzione e pulizia e cicli di igienizzazione ambientale precisi e frequenti in funzione delle aree funzionali.”

Quali caratteristiche deve avere oggi un impianto HVAC in ambito sanitario per garantire il suo ruolo strategico in caso di emergenze sanitarie?

“A seguito della pandemia da Covid 19 ci si è resi conto che gli impianti HVAC devono essere progettati e costruiti con caratteristiche quanto più possibile di flessibilità e adattabilità attraverso interventi in urgenza che ne consentano la modificazione e l’adattamento in pochi passaggi. Per esempio, la realizzazione di torri impiantistiche (in edifici a sviluppo verticale) consentirebbe una rapida e poco costosa modifica delle portate e delle pressioni o dell’introduzione di un sistema di filtrazione supplementare magari non richiesto in fase di realizzazione. Fondamentale è anche la possibilità di dotarsi di più ampi spazi di alloggiamento delle componenti meccaniche con aree libere per eventuali installazioni in emergenza.”

Parliamo di digitalizzazione e Ospedale 4.0: in che modo questo approccio progettuale sta indirizzando la realizzazione degli impianti HVAC con particolare riferimento al monitoraggio e alla manutenzione? 

“Gli impianti di ventilazione e condizionamento dell’aria sono tra quelli che hanno subito minore rinnovamento negli ultimi decenni. Anche se la gestione digitalizzata dei parametri è stata introdotta già negli anni ’90 del secolo scorso, purtroppo non viene utilizzata appieno per le sue potenzialità. Inoltre, l’avvento di IOT e di altri sistemi di rapida e facile interazione tra le macchine richiede un rinnovo degli apparati installati e una loro implementazione anche ai fini manutentivi. Non dimentichiamo infatti che solo una corretta e continua manutenzione permette di garantire l’efficacia del risultato di qualità dell’aria previsto dal progetto.”

Quali sono le linee guida sulla qualità dell’aria nelle strutture sanitarie a cui attenersi nella progettazione degli impianti HVAC ospedalieri?

“Esistono alcuni riferimenti normativi in applicazione di disposizioni legislative (DPR 207/1997, Delibere Regionali ecc.) e le NORME UNI che, pur essendo di applicazione volontaria, costituiscono un ottimo e valido riferimento per la progettazione (non dimentichiamo che in assenza di leggi specifiche il ricorso alle NORME costituisce adempimento alla Regola dell’Arte). Diverse associazioni quali AiCARR e ASHRAE hanno pubblicato monografie su temi specifici in ambito sanitario.”

Fabio Chiavieri

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