Pulizia in quota: i vantaggi dell’esoscheletro
Questa nuova tecnologia è stata testata con successo nell’ambito delle operazioni di pulizia effettuate al quartier generale di Cia-Conad di Forlì. Chiediamo ai protagonisti dell’operazione come è andata e quali benefici sono emersi
La tecnologia più avanzata e la robotica, a beneficio della sicurezza della qualità del lavoro e delle prestazioni degli addetti alle pulizie: è questa l’innovativa esperienza maturata al quartier generale di Cia-Conad a Forlì, dalla Cooperativa Formula Servizi, che dall’Emilia Romagna ha visto crescere la sua presenza crescere notevolmente nel tempo, con importanti servizi di FM anche in altre regioni dell’Italia centrale e settentrionale. Ci riferiamo all’introduzione degli esoscheletri, speciali apparecchiature che sono state testate con successo nella moderna struttura romagnola a supporto delle attività di cleaning in altezza. Abbiamo chiesto a Marco Sanchi, responsabile del settore Cleaning Centro-Nord Italia, di inquadrare l’inserimento degli esoscheletri nelle attività di professional cleaning, non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche del supporto offerto ai lavoratori impegnati nei delicati interventi, a livello motivazionale, produttivo e di redditività.
Come è nata questa sperimentazione che vi ha consentito di impiegare l’esoscheletro per i lavori di pulizia in quota?
“Da anni, ormai, Formula Servizi collabora con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che è una Università pubblica a statuto speciale che svolge attività di ricerca e di formazione nel campo delle scienze applicate. Ci siamo accreditati quali primi tester di alcune loro innovative soluzioni tecnologiche da impiegare nell’ambito della pulizia e della sicurezza. Quattro anni fa, nel 2019, ci è stato proposto da COMAU, azienda italiana specializzata nei processi di automazione, servizi di produzione e robot, alla quale hanno dato vita alcuni collaboratori dell’Università Normale di Pisa, che ha sviluppato e ingegnerizzato l’esoscheletro, di sperimentare questa tecnologia in qualche nostro cantiere per alcune attività ripetitive di pulizia in quota. Questa speciale apparecchiatura è stata creata principalmente per l’industria automobilistica, perché COMAU collabora attivamente con il Gruppo De Santis ed altri importanti marchi del settore. Gli esoscheletri sono sostanzialmente delle attrezzature da indossare che hanno lo scopo preciso di alleviare lo sforzo del lavoratore che le indossa, alleggerendo la sua fatica specialmente nei lavori ripetitivi. Il loro primo utilizzo si registra nell’ambito della catena di montaggio delle autovetture, per sostenere le braccia degli addetti ai telai delle autovetture, in modo che potessero essere bene alzate per dirigere i getti d’acqua delle pompe, ottenendo egregi risultati in termini di diminuzione dell’affaticamento degli operai. Così, quando ci è stato proposto di sperimentare questa soluzione tecnologica anche nel cleaning, abbiamo accolto l’invito con entusiasmo, stimolati dall’idea di poter andare a monitorare concretamente la potenziale incidenza positiva nel loro uso, specialmente in termini di riduzione degli infortuni e delle malattie professionali”.
Tecnicamente, quali modelli di esoscheletri sono stati adoperati in cantiere?
“Abbiamo scelto dei robot indossabili funzionanti, senza l’apporto di batterie, tramite un sistema di molle pesi/contrappesi capaci di fornire il supporto all’operatore, il quale, agendo per i lavori in quota, non viene tanto aiutato nella spinta verso l’alto, ma supportato nella fase che comporta il mantenimento della tensione delle braccia per l’intervento di pulizia”.
In quali operazioni di pulizia sono stati usati gli esoscheletri nel quartier generale di Cia-Conad a Forlì?
“Nelle pulizie in quota di vetri e nella deragnatura, cioè per eliminare le ragnatele dagli alti soffitti: tutti interventi effettuati dal lavoratore piedi a terra, con aste lunghe dai sette fino agli undici metri in cima alle quali sono posizionati, rispettivamente, un deragnatore o un panno imbevuto di soluzione detergente. Ovviamente, tutto il lavoro ha visto una adeguata fase di preparazione con incontri che hanno visto coinvolti il Servizio Prevenzione e Protezione e il medico competente della nostra Cooperativa per valutare fino in fondo se l’impiego di questa soluzione tecnologica potesse dare realmente i risultati sperati. Inoltre sono state effettuate una serie di visite preventive sugli operatori addetti al cantiere, per stendere il “punto zero” sul loro stato di salute, tramite analisi mirate, elettromiografie ed altre valutazioni mirate per individuare eventuali patologie pregresse che potessero interferire sull’esito dell’indagine. Il tutto per poter andare poi a verificare in termini obiettivi l’impegno e il carico di lavoro dei gruppi coinvolti nelle attività in quota. Tutto questo sforzo ha prodotto risultati davvero sorprendenti in termini di alleggerimento dell’impegno prestazionale richiesto ai nostri addetti al cantiere”.
Quali risultati sono emersi dalle visite mediche effettuate sui lavoratori dopo la sperimentazione dell’esoscheletro?
“Senz’altro positive: esse non hanno evidenziato alcun tipo di aggravio o affaticamento prestazionale rispetto alla situazione di partenza. Anzi, tutti i lavoratori che sono stati coinvolti in questo stimolante percorso hanno espresso un particolare gradimento per la soluzione tecnologica adottata perché ritenuta veramente efficace, tanto da contendersi benevolmente la possibilità di usare questo strumento. In termini di resa oraria/produttività, da parte dei lavoratori abbiamo stimato un incremento di circa il 20%. Le accurate elettromiografie eseguite su ogni operatore addetto alle pulizie nel cantiere ci hanno inoltre comunicato il dato generalizzato di una riduzione dello sforzo che – in alcuni casi – ha raggiunto anche la percentuale del 4%, a parità di ore di lavoro erogate. È emersa, soprattutto, una significativa coincidenza, in termini di benessere e prevenzione, tra questi elementi e la riduzione degli infortuni”.
Quali sono le prospettive di sviluppo di questa esperienza?
“La nostra collaborazione con la Scuola Superiore S. Anna di Pisa è destinata a proseguire anche nel 2023, impiegando modelli di esoscheletri ancora più performanti. Implementeremo perciò anche la nostra collaborazione con COMAU. Ci gratificano inoltre i positivi feedback che ci sono pervenuti a più riprese da parte del nostro cliente Conad, un partner autorevole con il quale collaboriamo ormai da parecchi anni. Abbiamo avuto la netta percezione di un salto di qualità nel modo di considerare il nostro lavoro: già la pandemia da SARS CoV-2 aveva fatto comprendere all’opinione pubblica quanto fossero importanti le attività di pulizia, troppo spesso considerate solo una voce di costo. Ebbene, attraverso questa esperienza ho avuto la netta sensazione che anche il cliente abbia avuto una valida percezione del lavoro di ricerca che stiamo compiendo per offrire soluzioni tecnologicamente sempre più avanzate per lavori che un tempo erano considerati di scarso valore aggiunto, per non dire banali. Quando ci si presenta ad un cliente con un progetto con soluzioni green o che prevedono l’impiego della robotica, credo che le cose cambino giocoforza. Perché pulire quella parte del magazzino considerata un tempo inaccessibile, in quanto non vi si poteva montare un trabattello o impiegare una piattaforma, non è cosa di poco conto. Lo stesso dicasi per la pulizia di una vetrata che, compiuta con l’ausilio di questo strumenti può oggi avvenire in tre quattro giorni, laddove un tempo richiedeva anche una settimana di lavoro.
L’esoscheletro apre quindi scenari inediti e sorprendenti anche nel campo delle pulizie professionali?
“Direi proprio di sì, perché questa innovazione contempera al meglio esigenze di miglioramento in termini di standard di sicurezza, consentendo al lavoratore di rendere di più, a parità di tempo impiegato. Essa concilia una forte tutela dell’addetto, del suo carico di lavoro e della sua sicurezza, con l’aumento della performance. Senza contare un ultimo, importantissimo aspetto: il lavoratore si sente motivato perché percepisce di essere curato dall’impresa di pulizia che si preoccupa del suo benessere, cercando di metterlo concretamente nella migliore condizione possibile per svolgere bene la sua attività”.
Maurizio Pedrini