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Analisi Cerved – Alberghi

Il settore, strutturalmente molto frammentato per la presenza di numerose imprese di piccola e media dimensione, è stato tra i più colpiti dalla pandemia. Dopo una graduale ripresa, il 2023 segna il pieno superamento dei livelli pre-Covid, non solo in termini di fatturato ma anche di numero di presenze

Dopo la forte flessione del 2020 e la moderata ripresa del 2021, il fatturato del settore alberghiero evidenzia nel 2022 un deciso aumento. Nel complesso si valuta un giro d’affari di circa 22,8 miliardi di euro, in accelerazione del 50% rispetto all’anno precedente.  Al progresso ha contribuito in primo luogo la ripresa dei flussi turistici dopo il superamento dello stato di emergenza che ha permesso di far risalire le presenze nelle strutture alberghiere, ma anche una tendenza al rialzo dei prezzi innescatadal forte aumento dei costi di gestione nella fase post-pandemia, accentuato dagli effetti della crisi energetica generata dal conflitto in Ucraina.

Rispetto alla fase pandemica, si è leggermente ristretta la quota relativa alla componente del food & beverage che si era espansa a causa della tendenza degli ospiti delle strutture ad accentuare il consumo dei pasti all’interno degli hotel,mentre è risalito il peso della vendita di camere e appartamenti. Le presenze alberghiere nazionali evidenziano nel 2022 un incremento del 15,7% e sono pari al 53,9% del totale, ma restano inferiori del 6,9% rispetto al 2019. Le presenze estere, che hanno avviato la ripresa in tempi successivi, nel 2022 raddoppiano rispetto al 2021, ma sono ancora in deficit del 20,6%. La ripresa si concentra soprattutto nel primo semestre dell’anno, quando il venir meno delle restrizioni alla mobilità dovute alla pandemia contribuisce all’aumento dei flussi turistici (Fonte: ISTAT).

Il 2023 si è aperto in uno scenario caratterizzato dal rallentamento della crescita economica e dal persistere di un’elevata inflazione, oltre che dall’instabilità della situazione geopolitica. Questi fattori minacciano di indebolire l’entità della ripresa del settore turistico ma senza pregiudicarla. Soprattutto la componente estera dei flussi è attesa avere ancora un’evoluzione molto favorevole. Gli arrivi dalla Russia e in generale dalle aree coinvolte nel conflitto russo-ucraino saranno ancora limitati, ma la mancanza sarà compensata dalla ripresa di altre aree mondiali, America e Asia soprattutto. Anche il turismo business potrà accentuare la ripresa, rimasta ancora molto parziale nel 2022. I dati sulle presenze nel primo trimestre 2023 evidenziano un progresso del 36,4% sul corrispondente periodo del 2022, derivante da una crescita del 21,1% per le presenze nazionali e un aumento del 36,4% per quelle straniere. Si prospetta quindi per le presenze alberghiere l’intero recupero dei livelli persi con la pandemia e il superamento dei livelli del 2019, a fronte di un progresso più accentuato del giro d’affari determinato dall’accesa dinamica dei prezzi avviata nel 2021.

Offerta

A giugno 2023 operano in Italia 30.303 imprese con codice Ateco 55.10, di cui il 55% del totale sono società di capitali. Si valuta che le imprese di dimensioni significative siano circa 200-250, dato in leggero calo negli ultimi anni. La ripartizione degli alberghi per categorie evidenzia una netta predominanza dei 3 stelle che rappresentano circa il 46% del totale e il 42% delle camere. Le strutture a 4 e 5 stelle costituiscono circa il 21% del totale ma il 40% delle camere ed evidenziano un leggero aumento a fronte di una contrazione delle strutture a 1 e 2 stelle. Dal punto di vista territoriale l’offerta risulta concentrata soprattutto nel Nord-Est, in particolare in Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, ma è nel Sud, dove lo sviluppo alberghiero è più recente, che si riscontra la maggiore capacità media ricettiva degli alberghi. Negli anni pre-pandemia l’Italia è stata al centro delle attenzioni di molti operatori internazionali, intenzionati a dotarsi di almeno una struttura di prestigio nel Paese. A causa della crisi sanitaria, molti hotel in fase di ammodernamento o ristrutturazione hanno posticipato l’apertura per ritardi nella esecuzione delle opere e per la scarsa domanda, in termini di arrivi e soggiorni turistici, ma dal 2021 la tendenza è in progressivo miglioramento. Tra il 2021 e il 2022 le nuove aperture nelle categorie superiori sono state una cinquantina e nel 2023 si prospetta una nuova serie di inaugurazioni di nuovi hotel di fascia lusso tra località turistiche e grandi città.

Concentrazione Delle Imprese

Il settore risulta molto frammentato, per la presenza di numerose imprese di piccola-media dimensione. Si conferma la tendenza alla concentrazione sia per processi di fusioni/acquisizioni societarie sia per la crescente propensione di operatori indipendenti a “fare sistema”, aderendo a catene alberghiere, consorzi, cooperative, ecc.

Organizzazione Produttiva
Le tipologie di imprese sono essenzialmente quattro:

  • imprese proprietarie del complesso delle unità ricettive e dei servizi alberghieri;
  • imprese proprietarie di una parte del servizio alberghiero, con la restante quota in affitto e/o gestione di immobili;
  • imprese che concedono il marchio alle unità alberghiere con contratti di management e/o franchising;
  • consorzi di imprese alberghiere, con o senza marchio comune, per la gestione di servizi commerciali, formazione, prenotazioni e vendita.

Nell’ambito di un gruppo alberghiero tali forme organizzative possono coesistere contemporaneamente. Questa particolarità non riguarda però i consorzi, una formula che in Italia è in fase di forte sviluppo. I consorzi sono raggruppamenti funzionali, che possono andare dalla promozione alla gestione di servizi comuni, fermo restando che le singole imprese alberghiere restano autonome. Talvolta i consorzi sono misti, a seguito della partecipazione di enti istituzionali.

Domanda

La domanda di servizi alberghieri proviene da due componenti principali regolate da fattori in

parte specifici:

  • privata/turistica. Risponde al bisogno di individui e famiglie di trascorrere tempo libero per svago in differenti località. Dipende dal quadro economico generale e dai redditi delle famiglie e ha una forte componente stagionale collegata ai periodi di ferie, vacanze scolastiche e festività. Un fattore rilevante sono inoltre i flussi turistici dall’estero, che possono essere influenzati da fattori economici, geopolitici e da particolari eventi (sportivi, culturali, religiosi, ecc);
  • affari/business. Si collega alla necessità di spostamenti per motivi lavorativi, partecipazione a fiere, congressi e viaggi incentive promossi da aziende per i propri dipendenti e collaboratori. È influenzata anch’essa dal ciclo economico e dalle politiche di spesa aziendali.

Concorrenza

La concorrenza, per gli operatori alberghieri, arriva soprattutto dalle strutture extra-alberghiere, in particolare agriturismi, bed & breakfast e affitti brevi, in forte aumento sia negli ultimi anni pre-Covid che durante la pandemia. Una crescente concorrenza arriva anche dalle nuove formule di ospitalità parallela, favorite dal web come l’accoglienza di turisti in contesti atipici, quali case private, aziende agricole, ecc., che non sono assoggettati alle stesse regole degli alberghi in materia di salute, sicurezza, igiene degli alimenti, tassazione (es. Airbnb).

Strategie di settore

In un contesto di mercato caratterizzato da una forte concorrenza, gli operatori tendono a fare sempre più leva sulla qualità del prodotto e sull’ampliamento della gamma di prodotti/servizi offerti al cliente, anche attraverso l’elaborazione di iniziative promozionali e offerta di pacchetti speciali. L’orientamento è dunque verso una crescente diversificazione del portafoglio prodotti e la personalizzazione dell’offerta con servizi “dedicati” ai diversi target di utenza, studiati in base alle singole esigenze della clientela: Business, Rider, Pet Friendly, Wellness, Woman, Kids, Seniors, Millennials (un target emergente), cioè giovanissimi con abitudini di viaggio particolari, che preferiscono spendere le loro risorse in “esperienze” piuttosto che in beni materiali. Per potenziare il tasso medio di occupazione delle camere, le aziende puntano su iniziative promozionali e offerta di pacchetti.

Sul piano della comunicazione, le aziende sono orientate verso l’utilizzo delle opportunità offerte dalla rete, per svolgere attività promozionale attraverso il proprio sito e i social network, per attirare potenziali clienti. Per i gruppi/catene risultano strategiche le analisi di mercato per rilevare la brand awareness (grado di conoscenza, notorietà e fedeltà al marchio da parte dei clienti). Parallelamente allo sviluppo di tutte le possibili azioni commerciali, risultano fondamentali un’oculata politica degli investimenti e il continuo monitoraggio dei costi di gestione, senza penalizzare la qualità dell’offerta e l’efficienza della struttura. È fondamentale altresì il rapporto con operatori culturali, enti pubblici, società di servizi e di produzione di beni, associazioni di categoria e autori di eventi, al fine di proporre gli alberghi anche come player in grado di interagire e valorizzare l’intero territorio di localizzazione.

Evoluzione del mercato

Il crescente interesse per le tematiche ambientali contribuisce ad alimentare la domanda di turismo responsabile. Le strutture alberghiere mirano a diminuire gli sprechi alimentari nei ristoranti, eliminare progressivamente la plastica a partire dai prodotti di plastica monouso, diminuire il consumo di energia (es: rimodellare l’esperienza dell’ospite, sostituendo il minifrigo e la macchina del caffè di ciascuna stanza con un’area comune in cui queste comodità siano a disposizione di tutti), rispettare le norme ambientali riguardanti il rumore, l’acqua potabile e le acque di balneazione, le acque reflue, le emissioni atmosferiche, gestire il traffico privato da e verso le zone turistiche e verso le strutture ricettive.

PNRR 

Il settore turistico è coinvolto nel piano di riforme all’interno del PNRR. In particolare, la Missione 1 del piano, intitolata “Digitalizzazione, competitività, cultura e turismo”, prevede l’assegnazione di 2,4 miliardi di euro in favore di una strategia di sostegno e rilancio del turismo fondata sulla valorizzazione del patrimonio culturale e turistico e sulla digitalizzazione. Tra gli interventi previsti nel quinquennio 2021-2026, figurano la creazione di un hub del turismo digitale e una serie di fondi integrati per incentivare la competitività delle imprese. In particolare il bonus alberghi (introdotto dal decreto legge 152/2021 in attuazione del PNRR) prevede un credito d’imposta fino all’80% (per interventi realizzati dal 7 novembre 2021 al 31 dicembre 2024) e un contributo a fondo perduto fino al 50% con un limite a 40.000 euro (innalzabile a 100 mila euro se si rispettano alcune condizioni), per le spese sostenute per certi specifici interventi: efficienza energetica, riqualificazione antisismica, eliminazione delle barriere architettoniche, interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, realizzazione di piscine termali, spese per la digitalizzazione, acquisto di mobili e componenti di arredo.

A queste due misure, si aggiungono altre agevolazioni:

  • 30.000 euro per le opere di digitalizzazione e innovazione delle strutture, in chiave tecnologica ed energetica, pari ad almeno il 15% della spesa dell’intervento;
  • 20.000 euro dedicati all’imprenditoria femminile e giovanile (fino a 35 anni);
  • 10.000 euro per le imprese e le società con sede operativa situata nelle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Elaborazione dati Cerved Marketing Intelligence a cura di Cristina Cardinali

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