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Zanzare: 4 luoghi comuni da sfatare

Fare chiarezza riguardo ai falsi miti sul conto di questi insetti succhiasangue è importante per promuovere prevenzione e una protezione più consapevole

In occasione della Giornata Mondiale della Zanzara, che si celebra il 20 agosto, torna alta l’attenzione su uno degli insetti più fastidiosi e sottovalutati. Le zanzare, infatti, non sono solo un fastidio estivo: rappresentano un rischio concreto per la salute pubblica, anche in Italia.

L’Istituto Superiore di Sanità ha confermato al 20 luglio 2025 ben 10 casi di West Nile virus in Italia, sette dei quali nel Lazio. A questi si aggiungono altri casi di arbovirosi: 83 infezioni da Dengue, 51 da Chikungunya, 4 da Zika virus, 12 di TBE e 5 da Toscana virus. Anche se spesso legate a viaggi internazionali, alcune di queste infezioni sono state trasmesse localmente, a conferma della crescente diffusione delle zanzare vettori.

Le mutate condizioni climatiche stanno ampliando i periodi di attività delle zanzare, che ora sopravvivono anche in zone montane oltre i 1800 metri. Questo fenomeno richiede maggiore consapevolezza da parte di cittadini, aziende e amministrazioni locali. Per questo motivo Rentokil, azienda specializzata nel monitoraggio e controllo degli infestanti del gruppo Rentokil Initial, in occasione della ricorrenza, ha pubblicato un elenco dei falsi miti più diffusi su questi insetti.

I falsi miti da dimenticare

Uno dei luoghi comuni più noti è che le zanzare siano attirate dalla luce: in realtà, si orientano soprattutto grazie all’anidride carbonica emessa dalla respirazione umana e al calore corporeo. Il secondo mito riguarda il cosiddetto “sangue dolce”: in realtà, chi ha livelli più alti di colesterolo e acidi grassi è più soggetto alle punture.

Anche la citronella, spesso usata come repellente naturale, ha un’efficacia limitata e molto variabile. Non tutte le zanzare reagiscono allo stesso modo, e l’effetto dipende dalla concentrazione e dalla specie. Infine, l’idea che in montagna non ci siano zanzare è superata: alcune specie, come Aedes koreicus e Aedes japonicus, resistono fino a 1800-1900 metri di altitudine.

Come sottolineato da Fabio Landi, Quality Specialist di Rentokil Initial Italia, la prevenzione resta l’arma più efficace. Intervenire nella fase larvale è il metodo migliore per limitare la proliferazione, proteggendo ambienti interni ed esterni. Un approccio integrato e professionale consente di gestire il rischio in modo sostenibile, riducendo la presenza di zanzare adulte e contenendo la trasmissione di agenti patogeni.


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