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Cimici dei letti: 5 miti da sfatare

Le cimici dei letti continuano a rappresentare una criticità da non sottovalutare per il settore turistico-ricettivo. Non fanno differenza tra alberghi a cinque stelle e pensioni familiari: questi insetti, noti anche come “pulci del viaggiatore”, si nascondono nei materassi, ma anche in mobili, crepe e persino dietro la carta da parati. Si diffondono facilmente attraverso valigie e vestiti, diventando un problema difficile da contenere.

Italiani preoccupati dagli infestanti in vacanza

Un’indagine commissionata da Rentokil Italia, realtà specializzata nella gestione degli infestanti, mette in luce la portata del fenomeno: il 67% dei viaggiatori italiani dichiara di aver avuto esperienze con infestanti in vacanza. L’impatto sulla customer experience è significativo: il 71% dei turisti chiederebbe immediatamente un cambio camera con relativo intervento di disinfestazione, mentre quasi il 30% arriverebbe a rinunciare al soggiorno chiedendo il rimborso. Non a caso, il 35% dei

viaggiatori ritiene fondamentale che le strutture forniscano informazioni chiare sulle pratiche di igiene adottate. Le cimici dei letti si nutrono di sangue e sono attive soprattutto di notte. Attirate dal calore corporeo e dall’anidride carbonica prodotta durante il sonno, lasciano segni cutanei evidenti e pruriginosi. Contrariamente a quanto si pensa, non sono indice di scarsa igiene e possono infestare anche ambienti perfettamente puliti. Tra i segnali più comuni vi sono punture ravvicinate, macchie di sangue sulle lenzuola, residui di uova e insetti vivi o morti.

Cinque miti da sfatare

Nonostante l’attenzione crescente sul tema, continuano a circolare numerosi luoghi comuni sulle cimici dei letti. Rentokil ha evidenziato i più diffusi:

  • Solo negli hotel sporchi? No, possono colpire anche le strutture più curate, viaggiando nei bagagli.
  • Veicolo di malattie? Fortunatamente no: le punture causano prurito ma non trasmettono patologie.
  • Saltano o volano? Neppure: si muovono strisciando, ma velocemente.
  • Si nascondono solo nei materassi? In realtà trovano rifugio anche in prese elettriche, battiscopa e arredi.
  • Sopravvivono un anno senza nutrirsi? Falso: al massimo resistono circa 100 giorni, e solo in condizioni ideali.

Il quadro che emerge è chiaro: le cimici dei letti sono una minaccia trasversale che può compromettere la reputazione delle strutture e l’esperienza dei clienti. Prevenzione, rapidità di intervento e competenze specialistiche si confermano le armi fondamentali per affrontare un fenomeno sempre più rilevante.

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