Chironmidi, infestazioni e squilibri ambientali
Le variazioni climatiche e gli squilibri ambientali possono generare pullulazioni improvvise di insetti. Un caso eclatante si è verificato in Toscana, dove nuvole di chironomidi hanno invaso strutture sanitarie e spazi urbani, a causa del degrado della laguna di Orbetello
Per quanto riguarda la maggior parte degli animali che si riproducono sessualmente, meccanismi neuroendocrini sincronizzano la maturazione dei gameti e regolano il comportamento di accoppiamento. Mentre gli animali che vivono in ambienti non stagionali come le foreste pluviali tropicali possono rimanere in condizione riproduttiva per tutto l’anno, per gli animali che vivono in ambienti stagionali non è efficiente produrre spermatozoi e uova continuamente. Le specie che vivono in questi climi procreano quando le condizioni ambientali sono più favorevoli alla sopravvivenza della prole. Gli stimoli che determinano il tempo della riproduzione provengono frequentemente da una o più variazioni cicliche di fattori ambientali come la temperatura, il fotoperiodo e la disponibilità di acqua e alimento. Il fotoperiodo può scatenare modificazioni ormonali che influenzano lo stato riproduttivo degli animali maturi.
Possono crearsi anche in Italia fenomeni abnormi, improvvisi ed eclatanti di nascite improvvise di miriadi di insetti? Sì, ed ogni tanto, tramite i mass media, giungono notizie di vere e proprie invasioni.
Un’invasione di chironomidi
Durante i mesi di marzo e aprile abbiamo ricevuto diverse segnalazioni, da parte di strutture sanitarie in Toscana, che sono state prese letteralmente d’assalto da nuvole di insetti che hanno ricoperto muri, pareti e porzioni di infissi.
Giunti sul posto abbiamo appurato che si trattava di una singola specie di insetti, ordine ditteri, famiglia chironomidi. Le cause di questo ingente fenomeno sono state ricondotte allo stato e alle condizioni delle lagune di Orbetello, in particolare all’eutrofizzazione delle acque (l’eccessiva proliferazione di alghe e batteri dovuta alla presenza di grandi quantità di nitrati e fosfati da fertilizzanti e altri inquinanti) che ha degradato l’ecosistema lagunare, provocando la moria degli organismi che si nutrono delle larve di chironomidi.
È ipotizzabile che la quantità delle larve sopravvissute dallo scorso anno sia stata ragguardevole, ed è bastato quindi un periodo invernale relativamente mite perché sia stato possibile il verificarsi di sciamature simultanee e abnormi. Per ridurre le grandi pullulazioni di chironomidi si devono percorrere strategie di riequilibrio ambientale che comprendono la riduzione dell’apporto di sostanza organica nel corpo idrico, la promozione dell’insediamento dei loro predatori (in particolare pesci, uccelli e pipistrelli), l’effettuazione di trattamenti larvicidi con prodotti biologici a base di Bacillus thuringiensis var. israeliensis.
Per prevenire le invasioni serali, è possibile sostituire le lampade esterne bianche con quelle di colore giallo che hanno minore capacità attrattiva per questi insetti. Altri accorgimenti consistono nel falciare i prati dei propri giardini, in quanto i chironomidi durante il giorno sostano più volentieri in mezzo alla vegetazione, e collocare nelle proprie aree verdi ricoveri per i pipistrelli (bat-box) per facilitarne la colonizzazione. I pipistrelli sono infatti degli efficienti predatori di chironomidi. Ogni tipologia di intervento, per questo target di insetto, risulta quindi inapplicabile in termini di reali benefici, soprattutto se si raggiungono improvvisamente livelli di abbondanza come quelli evidenziati. Questi fenomeni sono realmente clamorosi e sensazionali ma sono altrettanto imprevedibili e suscettibili dalle condizioni meteoclimatiche stabilite di volta in volta dalla cosiddetta “stagionalità”.
Alex Pezzin, responsabile tecnico scientifico azienda pest management





