Due passi nelle mutazioni
In questi giorni stiamo continuamente parlando che il SarsCov2 (Covid 19) sta mutando. Il ceppo originario sembra essere diventato meno aggressivo, ma alcuni ceppi varianti si stanno affacciando all’orizzonte epidemiologico, quali sono i meccanismi che portano a queste affermazioni?
a cura di Livio Marossi, biologo
La struttura genetica del Covid 19 è l’RNA; che differenze ci sono tra RNA e DNA? L’RNA è costituito da un unico filamento, il DNA è costituito da un doppio filamento avvolto ad elica. L’RNA contiene al posto della timina una pirimidina molto simile l’uracile, che come la timina si accoppia solo con l’adenina; a differenza del DNA, la maggior parte dell’RNA è costituito come anticipato da un filamento singolo.
Sia per il DNA che per l’RNA quando inizia la fase di replicazione può accadere che per casualità o per azioni di interventi chimici o fisici esterni (sostanze mutagene) una base venga sostituita da un’altra base, questo meccanismo si chiama mutazione puntiforme che si manifesterà con una variazione del “prodotto finale” (uomo animale pianta che sia). Infatti, tali cambiamenti si concretizzeranno tramite differenti tratti somatici, diverso corredo enzimatico, differenti proteine. In ultima analisi l’entità biologica avrà diverse caratteristiche biologiche.
Questi prodotti, conseguenza delle mutazioni, porteranno a nuovi organismi che affronteranno con differenti strategie la necessità di sopravvivenza e di riprodursi; la mutazione potrà essere positiva se l’organismo creato si adatterà perfettamente all’ambiente o negativa se l’organismo non potrà adattarsi e quindi morirà, questo fenomeno si chiama selezione naturale. Ciò accade più frequentemente nei microbi e in particolare nei virus; infatti, quando entrano nella cellula e si replicano per milioni di volte è altamente probabile che ci siano degli “errori di copiatura” nella produzione del nuovo RNA. Questi errori di replicazione si manifesteranno in nuovi ceppi di virus le cui piccolissime varianti potranno alla non sopravvivenza del virus o al contrario aumentarne la virulenza.
Questi “nuovi virus” determineranno un nuovo rapporto con la specie parassitata. Particolare importanza è il fattore per cui il virus potrà sopravvivere se non ucciderà l’ospite infettato altrimenti se scompare il parassitato anche il virus è destinato a sparire. Questo è l’equilibrio che determina la velocità di diffusione del virus. Il passo successivo è quello che nelle moltitudini di mutazioni si crei un virus che passerà da una specie ad un’altra e così via via in un eterno ciclo della vita. Dove si creano assembramenti di esseri umani, animali allevati in colonie numerose, ma anche di specie botaniche (agricoltura intensiva), questi eventi assumono un peso statisticamente rilevante e vengono accelerati, e il pericolo di un passaggio tra una specie e l’altra sarà più frequente e più rapida.
Un aspetto potenzialmente problematico riguarda le mutazioni create in laboratorio. Oggi le tecniche di manipolazione genetiche sono così semplici e alla portata degli scienziati che gli Organismi Mondiali di Controllo sono molto preoccupati ed emanano continue direttive sulla regolamentazione di queste tecniche di ricerca. Purtroppo non tutti gli Stati le hanno sottoscritte.