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Un approccio alternativo per il controllo dei Roditori

Abbiamo sempre lottato per tenere i roditori lontani dalle nostre case e dalle nostre attività. Il controllo dei roditori è essenziale per ragioni di igiene pubblica. Ratti bruni, ratti neri e topi sono responsabili della trasmissione all’uomo di centinaia di malattie infettive, tra cui leptospirosi, hantavirus e numerosi batteri patogeni (Lasseur et al., 2005). Considerato il rischio di sviluppo di resistenze agli anticoagulanti di seconda generazione, è fondamentale sviluppare alternative che amplino la gamma delle modalità di azione a nostra disposizione.

Possibili soluzioni

In questo momento in tutto il mondo esistono quattro alternative credibili per fronteggiare il problema delle resistenze agli anticoagulanti. La prima è l’alfacloralosio che agisce sul sistema nervoso dei roditori e diventa tossico sette-dodici ore dopo l’ingestione dell’esca. È una soluzione estremamente efficace sui topi, ma la limitata efficacia sui ratti ne ha impedito la registrazione come agente disinifestante. Inoltre, in Europa, il suo impiego è limitato agli ambienti al chiuso. Un’altra sostanza rodenticida è il colecalciferolo, efficace sia su ratti che su topi. Il colecalciferolo agisce sull’omeostasi del calcio e il suo primo effetto è che l’animale smette rapidamente di consumare l’esca (effetto “stop-feeding”). I sintomi tossici e la morte si verificano da due a cinque giorni dopo l’ingestione di una quantità letale d’esca, un arco di tempo sufficiente ad evitare che il ratto o il topo sviluppino diffidenza nei confronti dell’esca. Il colecalciferolo è ampiamente accettato dai roditori perché difficile da rilevare. Ad oggi non sono noti fenomeni di resistenza. Il fosfuro di zinco è un tossico acuto ed è stato ampiamente utilizzato nella gestione delle popolazioni di topi. Provoca disfunzioni cardiache e polmonari nell’arco di soli 15 minuti, ma è inefficace con i ratti che diffidano dei veleni rapidi. Inoltre, il fosfuro di zinco non è un biocida PT 14 approvato in Europa (solo il fosfuro di alluminio). Il fosfuro di zinco è un fitofarmaco attivo contro le arvicole (Microtus arvalis e Clethrionomys glareolus). Infine, la brometalina è un agente neurotossico mai stato utilizzato in Europa ma ampiamente impiegato negli Stati Uniti contro ratti e topi. Ha un’azione ritardata come il colecalciferolo, ma i sintomi suggeriscono una sofferenza significativa negli animali. Questi principi attivi alternativi, in particolare il colecalciferolo (nei ratti e nei topi) e l’alfacloralosio (nei topi), rallentano lo sviluppo della resistenza agli anticoagulanti e creano un insieme unico di strumenti per la gestione delle popolazioni di roditori.

Ai professionisti del controllo dei roditori servono alternative agli anticoagulanti che integrino le soluzioni per la disinfestazione attualmente disponibili e permettano di ottenere risultati di lungo termine.

www.pestcontrol.basf.it

Fonti

Lasseur, R., Longin-Sauvageon, C., Videmann, B., Billeret, M., Berny, P., Benoit, E. (2005).

Resistenza alla warfarina in un ceppo di ratti francese.

  1. biochem. mol. Toxicol., 19, 379-385
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