Facility Management

Il futuro dei servizi tra innovazione e occupazione femminile

Tecnologie all’avanguardia, pari opportunità, digitalizzazione e appalti che tutelino l’ambiente: la ricetta di Ecosfera Servizi, nota società italiana del facility management

di Maurizio Pedrini

Ecosfera servizi SPA, che opera nei campi del facility management e dell’energy and property management, ha base a Roma ed è attiva con cantieri in tutta Italia. Una società robusta, che conta un fatturato di circa 15 milioni di euro e 111 addetti, in costante sviluppo grazie a continui investimenti in innovazione e risorse del personale. Abbiamo incontrato l’amministratrice unica, Floriana Tomassetti, per conoscere da vicino l’attuale dimensione della società, proiettando lo sguardo al futuro.

Partiamo dal suo ruolo di imprenditrice: quali sono gli elementi qualitativamente più rilevanti che contraddistinguono la sua azienda di servizi?

“Ecosfera Servizi deve la propria peculiarità alla sua origine. Partiamo come realtà orientata alla consulenza, e questo approccio prosegue ancora oggi: aiutiamo i clienti a definire fabbisogni ed esigenze e in base a questo definiamo l’implementazione dei servizi di gestione immobiliare operando approfondite analisi e verifiche, a 360 gradi, su costi e consistenza immobiliare, definendo infine la migliore prestazione per ogni committente, sia pubblico sia privato”.

Quale peso hanno la pulizia e la manutenzione degli edifici nella progettazione e gestione integrata dei servizi agli immobili?

“Ci piace pensare che il nostro lavoro possa soddisfare completamente e al 100% l’esigenza di integrazione dei servizi offerti, considerando che siamo attivi non solo sul cleaning, ma i nostri asset sono la manutenzione e l’efficientamento energetico”.

Quanto contano le donne nell’azienda? È soddisfatta dei ruoli occupati dalle donne nell’organigramma di Ecosfera Servizi SPA?

“La presenza di donne nell’organigramma è ampia, e le deleghe più importanti sono affidate a loro. Credo molto al contributo femminile in tutti i comparti aziendali, e l’unico rammarico è avere poco personale tecnico in ‘rosa’. Mi piacerebbe avere elettriciste e termoidrauliche, e non escludo, in futuro, di provare a formare queste figure per un eventuale inserimento sul campo”.

Cosa rappresenta l’innovazione per la vostra azienda? A quali progetti di sviluppo state lavorando, anche nell’ottica del 4.0 e della sostenibilità ambientale?

“L’innovazione per noi è pane quotidiano. Ecosfera sta puntando tutto sulla manutenzione evolutiva e manutenzione sostenibile. Certamente gli appalti privati sono un terreno stimolante su cui misurarsi visto che il committente pubblico, ad oggi, per efficientare il patrimonio immobiliare ha bisogno ancora di accorgimenti basici seppur efficaci. La corretta analisi dei costi e la sostituzione di tecnologie obsolete consente enormi risparmi energetici. Scelte che, oggi, consentono di trasformare le cifre risparmiate in servizi migliori e nuova occupazione. Per Ecosfera l’innovazione è una scommessa costante: seguiamo l’evoluzione dei servizi investendo su start up promettenti e crediamo fortemente nella necessità di esplorare nuovi mercati”.

Passiamo al suo incarico all’interno di ANIP: si aspettava la delega alla gestione delle relazioni industriali?  Quali obiettivi prioritari intende perseguire durante il suo mandato?

“Non posso che essere onorata della proposta e della fiducia riposta in me dall’associazione. La delega alle relazioni industriali rappresenta uno stimolo a perseguire obiettivi nuovi, come quello di contribuire a riformare la bilateralità, che dovrà essere funzionale all’evoluzione e innovazione del settore e soprattutto arricchirsi  in una dinamica sempre più virtuosa anche con la parte sindacale. L’obiettivo è quello di creare una piattaforma dove si misurano scelte innovative su formazione e welfare”.

Lei di recente ha dichiarato che il gender procurement viene certamente rafforzato con il Pnrr, ma non è sufficiente l’applicazione ai settori coinvolti maggiormente dal Piano. In tutti gli appalti si devono riconoscere in fase di aggiudicazione maggiori punteggi per chi crea lavoro femminile. Perché e in che modo?

“Riscrivere le regole degli appalti nel rispetto delle pari opportunità non è certamente facile. Quello che immagino è un sistema che vada a premiare le aziende in grado di aumentare l’occupazione femminile. Non vorrei parlare di quote rosa in senso stretto, ma di buone pratiche che mettano insieme welfare, formazione, parità nei salari tra uomini e donne. Un obiettivo che si può raggiungere solo se il Paese sarà in grado di semplificare e migliorare le regole del mercato pubblico. Di gender procurement si deve parlare nelle sedi deputate, coinvolgendo stakeholder e istituzioni nazionali ed europee”.

Che opportunità di crescita in chiave tecnologica ed ecosostenibile offre, in concreto, alle imprese, il Pnrr? È fiduciosa?

“Sono molto fiduciosa nel Pnrr: pur non contenendo progetti ad hoc per i servizi, le risorse europee riguarderanno ogni segmento dell’economia. E tutte le imprese che sapranno crescere e innovare avranno necessità di acquisire i servizi che il nostro comparto eroga. La nostra è un’industria trasversale: tutti hanno bisogno di noi. Il beneficio in chiave tecnologica e sostenibile è innegabile: gli appalti saranno sempre più green, l’evoluzione digitale trasformerà anche il lavoro che oggi ha un alto tasso di manualità e necessita di minori competenze. Ogni lavoratore avrà capacità ‘aumentate’ grazie alla tecnologia, e questo impatterà sia il mondo delle manutenzioni, sia quello del cleaning che è per definizione labour intensive“.

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