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L’usato sulla cresta dell’onda

Ovviamente un usato perfettamente revisionato, rimesso a nuovo e - soprattutto - garantito. Macchine per la pulizia: lavasciuga pavimenti e spazzatrici, specie di medie e grandi dimensioni, ma anche idropulitrici, monospazzole e altre tecnologie per l’igiene dal know how più o meno sofisticato

Cambiano i tempi e per esigenze legate al lievitare dei costi, alla maggiore sensibilità sui temi del riciclo e dell’ambiente, ma anche per le conseguenze della pandemia, che in due anni di grandi difficoltà hanno profondamente modificato le abitudini d’acquisto degli utilizzatori, oggi anche nel settore del professional cleaning va prendendo piede l’usato. Ci riferiamo, ovviamente ad un usato perfettamente revisionato, rimesso a nuovo e – soprattutto – garantito. Macchine per la pulizia: lavasciuga pavimenti e spazzatrici, specie di medie e grandi dimensioni, ma anche idropulitrici, monospazzole e altre tecnologie per l’igiene dal know più o meno sofisticato, alle quali gli acquirenti chiedono specialmente i plus della robustezza, dell’affidabilità e della durata nel tempo.

La formula vincente è l’offerta di macchine più economiche, senza però rinunciare alla qualità. Renzo Raimondi, che guida il braccio operativo del noto marchio modenese RCM, di cui è anche direttore tecnico, è convinto che questo “mercato parallelo” sia senz’altro destinato a espandersi. “Le richieste – afferma – stanno crescendo, parallelamente a quelle del noleggio, altro filone sul quale puntiamo molto tramite il nostro servizio ASSMO (Assistenza Motoscope). In effetti – prosegue – la pandemia ha influito molto sullo sviluppo di questa particolare tipologia di domanda: le difficoltà delle aziende produttrici nel reperire i pezzi necessari dalla componentistica, il problema dell’accesso alle materie prime, il lievitare dei prezzi: sono questi, solo alcuni dei principali fattori che hanno giocato a favore della ricerca dell’usato.”

L’elemento principale che regge il mercato è, come dicevamo, la qualità. “Siamo certi – prosegue – di proporre ai nostri clienti solo macchine per la pulizia usate, in possesso del nostro marchio aziendale, usate, sicure in termini di efficacia, perfettamente operative e con ottime prestazioni.”

Ma come funziona, in concreto, la formula dell’usato garantito?

“Prima di entrare a far parte del nostro parco usato – precisa Raimondi – ogni macchina per la pulizia industriale viene totalmente analizzata e ricondizionata in tutte le sue parti, ripristinando la piena efficienza ed efficacia, senza minimamente tralasciare la componente estetica, perché anche l’occhio vuole la sua parte. La parte meccanica viene attentamente controllata dai nostri tecnici e, in caso di necessità, revisionata. Anche i vari accessori e i materiali di consumo (spazzole, lamine, ecc.) vengono scrupolosamente verificati e, se necessario, sostituiti, mentre le parti in acciaio e i serbatoi, se usurati e logorati, sono riverniciati. Fondamentale, al fine della garanzia offerta al cliente, è l’usabilità delle macchine da noi proposte: per questa ragione il nostro servizio prevede lo svolgimento di operazioni di controllo e manutenzione tali da affidare al cliente prodotti perfetti sotto ogni profilo al momento della consegna.” Gli fa eco Stefano Grosso, direttore commerciale ISC Group. “Ormai – spiega – la richiesta di macchine per la pulizia usate è presente sul mercato da tanti anni; le ragioni sono molteplici, ma su tutte dominano le esigenze dettate dalla contrazione del budget che investe parecchie aziende e dello scarso utilizzo. Credo che per la nostra azienda questo settore rappresenti un campo d’interesse importante perché possiamo contare su un buon parco macchine sia per la vendita del nuovo che per il noleggio, da cui attingere anche per l’usato. Bisogna peraltro riconoscere oggettivamente che in giro c’è un po’ di tutto perché quello dell’usato è ancora un mercato senza regole: c’è l’usato buono e lo ‘scassone’ malridotto che, appena ritirato, viene rivenduto. ‘Qualità e garanzie offerte al cliente’ – ammette – rappresentano dunque il vero biglietto da visita con il quale le aziende serie si propongono alla clientela. Noi – precisa – disponiamo di un processo standardizzato delle nostre macchine, nel senso che la macchina passa attraverso un serio processo di revisione, improntato a determinati standard e quindi viene consegnata al cliente in possesso di una vera e propria garanzia. Ovviamente quest’ultima è la stessa che l’azienda offre al cliente sulla vendita di una macchina nuova. La nostra va dai sei ai dodici mesi di durata, quest’ultima varia a seconda dei modelli e dai livelli standard adottati, considerando in primis il prezzo della macchina. Eventuali pacchetti manutentivi hanno le stesse caratteristiche del nuovo e tengono conto delle specifiche esigenze del cliente perché si tratta di un’offerta fatta su misura. In sostanza si va anche in questa nicchia verso la cosiddetta personalizzazione dell’offerta, nel senso che noi facciamo macchine per la pulizia e la gestione dell’usato e del nuovo, dal punto di vista dei servizi, è la medesima. Il cliente che usa la macchina in contesti che richiedono maggiore e più frequente applicazione della macchina avrà un pacchetto manutentivo più consistente e ricco, rispetto a chi usa la macchina una sola volta alla settimana.”

Ma quali saranno i fattori che, in futuro potranno spingere il mercato dell’usato a crescere, oppure ad entrare in crisi?

“Penso – afferma convinto Grosso – che assai difficilmente l’usato possa entrare in crisi, anche perché, con gli aumenti che si sono registrati negli ultimi anni, il nuovo si è apprezzato parecchio. Ovviamente, a meno che vi siano tornate di incentivi statali che spingano le aziende in questa direzione, un po’ come è avvenuto con il super ammortamento qualche anno fa. In realtà, molto dipenderà anche dalla mission che intenderanno perseguire a breve medio termine le aziende produttrici: assistiamo infatti a due ben distinte tendenze: vi sono costruttori orientati verso macchine sempre più leggere e sofisticate, le quali ben difficilmente potranno avere una seconda vita – dopo tre o cinque anni di durata per cui sono state progettate sono da buttare via, mentre un futuro nell’usato lo avranno le macchine più robuste e strutturate, realizzate dalle industrie che punteranno in questa direzione.”

Maurizio Pedrini

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