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La manutenzione delle relazioni Possiamo difendere il vero patrimonio?

Progettare qualcosa partendo dalle relazioni è un’occasione grande, a cui è legato tutto il modello del nostro sistema economico chiamato capitalismo

Il concetto di capitalismo personale è, a mio parere, molto utile per capire la differenza fra il valore del patrimonio economico e il valore della persona. Pare infatti che non sia sufficiente mettere insieme denaro, strutture, saperi tecnici e abilità manuali per costruire e difendere un capitale. Sembra invece che il vero segreto stia nella capacità di costruire relazioni positive e, soprattutto durature nel tempo.

I miei colleghi e clienti sanno bene che questo mio mantra ha accompagnato da sempre l’attività di consulenza, ricerca ed educazione in tutti questi anni. Ritengo che la rete di relazioni che una persona ha saputo valorizzare negli anni sia il vero patrimonio individuale. A differenza dei soldi, delle case e delle azioni in borsa valori, non è possibile darlo in eredità: non si può scrivere nel testamento “ti lascio i miei amici, le belle persone importanti per me, la nostra storia, abbine cura ….”. La relazione, non il contatto, è una cosa solo nostra. Eppure, da alcuni decenni, entrare in possesso della lista dei clienti altrui è uno sport molto praticato al punto che qualcuno sarebbe disposto a qualsiasi cosa pur di entrare in possesso del data base dei concorrenti; il legislatore ha definito precise norme e pene molto dure ad una serie di reati connessi alla violazione di questo “bene”. La letteratura e il cinema hanno dedicato righe e abbondanti fotogrammi al riguardo (James Foley, 1992). Si confonde il possesso di un nome o di un indirizzo con il valore di una relazione, il cui valore è legato alla storia dei protagonisti.

Un mio maestro ha paragonato la relazione alla coltivazione di un campo: “un amicizia è come un campo, va coltivato, arato, ogni tanto ha bisogno di un po’ d’acqua, un po’ di merda, deve essere seminato, vanno tolte le erbacce, va guardato, difeso dai predatori, i suoi frutti vanno raccolti, immagazzinati, condivisi, goduti.” Per tutto ciò è necessario tempo e presenza, allora il campo lo senti tuo. “Coltivare è come sinonimo di curare, esercitare, affinare, educare, migliorare, promuovere, sviluppare, valorizzare, accarezzare, (un’idea), covare (in segreto un progetto), nutrire, (un sentimento); il contrario di abbandonare, trascurare, essere indifferenti.” (Scaparro, F., a cura di, 2023).

Nel mio osservare imprenditori e lavoratori, donne e uomini, giovani, adulti e anziani mi sembra di cogliere la differenza fra ricchezza e povertà, solitudine e compagnia, felicità e tristezza. Soprattutto percepisco la differenza fra presente e futuro, cogliendo l’importanza del passato: progettare qualcosa partendo dalle relazioni è un’occasione grande, a cui è legato tutto il modello del nostro sistema economico chiamato capitalismo, dibattuto oggi più che mai fra la frenesia della ricerca del nuovo e l’importanza e la solidità del passato, per chi lo vuole considerare.

“A tutto questo progettare e costruire che proietta il capitalismo reale in avanti, non basta allocare bene quello che c’è, delegando le scelte a qualche automatismo ‘efficiente’. Ai progettisti e costruttori di futuro serve molto di più: per guardare avanti bisogna, infatti, definire un orizzonte di senso, che dia un significato a quello che si fa, ai rischi che si assumono, agli impegni che si prendono. E questo orizzonte eccede le possibilità del calcolo e la saggezza degli esperti: tocca alle persone direttamente coinvolte elaborarlo, crederci, convincere altri ad adottarlo. Le persone, in altre parole, costruiscono il proprio futuro usando la tecnica, i prezzi, il calcolo razionale invece di essere usate da questi automatismi.” (Bonomi)

Credo che le due cose vadano assieme ma penso anche che le energie che si spendono per correre sempre in avanti non ci facciano apprezzare le potenzialità di una relazione esistente, anche se “anziana” e a volte scontata. Esiste una sostenibilità delle relazioni, quindi una possibilità di mantenerle vive e produttive il più a lungo possibile. Coltivare la relazione richiede una costante opera di manutenzione, termine che richiama, quelle operazioni che servono a mantenere efficienti e in buono stato un impianto, macchinari, edifici. (Scaparro, F., a cura di, 2023)

Ci sono tre tipi di manutenzione: quella ordinaria, fatta di azioni che dovremmo fare con ripetitività, nelle scadenze, nelle ricorrenze, nella quotidianità. Insomma, i tagliandi che siamo abituati a fare alla nostra automobile per tenerla efficiente. Poi c’è quella straordinaria che facciamo quando si rompe qualcosa, quindi quando qualcosa sentiamo che non funziona più, si è rotto. Ce ne possiamo accorgere dai cosiddetti “segnali deboli”, piccoli aspetti che hanno bisogno di un cambiamento, di qualche pezzo nuovo, talvolta costoso. E abbiamo bisogno di un esperto che ci aiuti. 

Poi c’è il pronto soccorso: sono gli eventi precipitanti, i traumi, quegli aspetti che hanno bisogno del lampeggiante sul tetto della nostra esistenza e della corsa all’ospedale, per un intervento urgente, della serie “un amico si vede nel momento del bisogno”; e così con il cliente, con il parente, con il collega … tralascio volutamente riferimenti legati agli affetti e alla famiglia. Sono un po’ strano ma non kamikaze. Siamo quindi un po’ impresa edile e un po’ contadini, un po’ meccanici ed un po’ medici delle nostre relazioni, del nostro patrimonio, di un sistema fatto di conoscenze, abilità, consapevolezza di noi e, infine, di umanità in relazione. Per restare in un mondo di impresa, lavoro e mercato prendo a prestito Bonomi quando afferma: “In quanto sistema proiettato sul futuro, il capitalismo moderno è anche, di conseguenza, capitalismo personale: un sistema vivente che mette in movimento, al suo interno, l’energia di milioni di persone, costruendo con esse le sue città invisibili. (Bonomi)

BiblioSitoFilmografia

Bonomi, A., https://www.fondazionesancarlo.it/conferenza/capitalismo-personale/

Foley, J., diretto da, 1992, Americani, (Glengarry Glen Ross), film dalla pièce teatrale Glengarry Glen Ross di David Mamet

Scaparro F., Rodella D., Vendramini C., a cura di, 2023, ll Coraggio di Mediare, Ed. Guerini e Associati, Milano

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