La Disinfestazione green è sempre possibile?
Innanzitutto faccio una prima premessa in cui cerco di fare un parallelismo fra la disinfestazione green e l’agricoltura bio. L‘UE fornisce una serie di regolamenti per fornire linee guida chiare con almeno due obiettivi:
- Tutelare l‘ambiente, la biodiversità e la fertilità del suolo.
- Soddisfare la richiesta di alimenti prodotti con procedure coerenti con il primo obiettivo, ecc.
Il passaggio da un’agricoltura che potremmo definire di nicchia ad una agricoltura a pieno campo è come passare dal prototipo alla produzione industriale. Per fare un parallelismo con l’ars disinfestandi potrei dire il passaggio da una situazione in cui il Sistema HACCP è concretamente adottato a una realtà in cui uno o più requisiti igienici sono trascurati e l’IPM una sigla misteriosa.
Una disinfestazione green in condizioni difficili
In estrema sintesi l’entità infestante era a Supella longipalpa, ospite indesiderato nella hall di un albergo. Nel salone di ragguardevoli dimensioni vi erano numerosi divani e poltrone in velluto. L‘antefatto, o meglio l’identificazione dell’infestazione è stata laboriosa in quanto a presenza di questi piccoli scarafaggi fu attribuita a vicino locale bar per cui a diagnosi fu “i soliti fochisti” (Blattella germanica) con intervento straordinario di disinfestazione per mezzo di gel (p.a. Imidacloprid e S-Metoprene per quanto è stato possibile verificate). Dato che gli ospiti indesiderati continuavano ad essere segnalati e dal bar non c’erano lagnanze la situazione è passata al referente tecnico della ditta di servizi che ha identificato correttamente il parassita e dato le istruzioni operative.
Condizioni rilevate
I divani e le poltroncine risultarono solo apparentemente pulite perché nelle zone poco accessibili (area fra seduta schienale e braccioli) vi era di tutto: polvere, briciole, monete, tovaglioli, pezzi di plastica… e naturalmente le Supelle in tutti gli stadi vitali.
Istruzioni operative
- Dato che l‘intervento doveva essere realizzato nel modo più riservato possibile si è deciso di operare dalle due alle sei di notte con quattro operatori in modo da terminare il lavoro in una sola notte.
- Irrorazione con formulato abbattente residuale su tutto il pavimento per evitare fughe indesiderate.
- Prima disinfestazione dei divani e poltrone con bombole aerosol con beccuccio di erogazione con p.a. abbattenti mirata alle zone incriminate.
- Pulizia a fondo con aspirapolveri dei mobili (fu la fase più delicata perché abbastanza rumorosa).
- Seconda disinfestazione delle aree di rifugio e di accumulo sporcizia.
- Passaggio con scope a frange utilizzando un lavapavimento igienizzante professionale.
Il tutto si è svolto nei tempi e nei modi prestabiliti e il team ha potuto fare colazione al bar che per l‘occasione ha anticipato l’apertura.
- Alle sette si è proceduto alla sanificazione delle poltrone e dei divani con un pulitore a vapore.
Importante: al personale addetto alle pulizie è stato raccomandato di porre la massima attenzione nella pulizia di poltrone e divani senza trascurare le aree critiche.
Perché ritengo che la disinfestazione merita il titolo di “green”
- I prodotti insetticidi e detergenti disinfettanti sono stati scelti con cognizione di causa.
- Sono stati usati rispettando le dosi e le istruzioni riportate in etichetta.
- Le superfici trattate sono state bonificate a termine del servizio.
- Il personale operativo era stato specificatamente istruito.
- I controlli di efficacia sono stati effettuati con la massima dirigenza.
- Gli addetti alle pulizie sono stati precisamente istruiti a porre la massima attenzione sia alle zone critiche sia nell’importanza di segnalare tempestivamente la presenza di “ospiti indesiderati”.
Una doverosa considerazione finale
Il costo/beneficio/sicurezza è stato tecnicamente ottimale, ma ha gettato nel totale sconforto il direttore dell’albergo.