Prima PaginaServizi

Ma il bagno è pulito?

Le ultime statistiche raccontano un ritardo dell’Italia rispetto ad altri Paesi europei, ma tecnologie innovative già sperimentate con successo possono contribuire a colmare il divario.

Investire denaro nella costruzione di servizi igienici pubblici è una scelta importante, non solo a favore dell’ambiente, ma anche della cultura dell’igiene e della salute pubblica. Il confronto fra la nostra ed altre capitali europee è, a dir poco, impietoso. A Roma, infatti, sono presenti circa 70 bagni pubblici, di cui solo 42 effettivamente funzionanti. Berlino può invece contare su circa 300 bagni pubblici e Parigi su più di 400 strutture accessibili, automatizzate e costantemente mantenute. Siamo di fronte a un divario enorme e inaccettabile, che pesa soprattutto nei momenti di grande afflusso turistico, come sta accadendo con il Giubileo. Un autorevole studio internazionale condotto da Tork (Essity) ha evidenziato che il 74% delle persone si aspetta un alto livello di igiene nei bagni pubblici e che solo un bagno su cinque soddisfa realmente queste aspettative. Dall’indagine emerge che, soprattutto nel settore della ristorazione, un’esperienza negativa con la pulizia dei bagni porta il 52% degli utenti a evitare di tornare in quel luogo o locale. Del resto è il 73% dei clienti a dichiarare che la pulizia dei bagni influenza la volontà di ritornare: un dato che da solo dimostra il legame diretto fra igiene e reputazione.

L’igiene verificata

Le nuove frontiere del professional cleaning aprono stimolanti scenari, fino a pochi anni fa nemmeno ipotizzabili. Ne esaminiamo, in rapida carrellata, alcuni:

– sensori IoT che monitorano in tempo reale afflusso, consumi e necessità di intervento;

– robotica autonoma capace di sanificare pavimenti e superfici senza interruzione del servizio;

– luce UV-C per abbattere fino al 94% dei batteri in pochi minuti, senza uso di prodotti chimici;

– sistemi touchless (rubinetti, sapone, asciugamani) per eliminare i punti di contatto;

– sanisette parigine: bagni automatici che si igienizzano completamente dopo ogni utilizzo, esempio virtuoso di design al servizio della collettività.

Dalla percezione alla garanzia

Uno dei principali limiti dei bagni pubblici tradizionali è che la pulizia viene valutata solo in modo visivo o soggettivo. Ma un ambiente apparentemente pulito non sempre corrisponde a uno spazio realmente igienizzato. Oggi, grazie alle nuove tecnologie, è possibile passare da una semplice promessa a una certificazione dell’igiene basata su dati oggettivi. Proviamo brevemente a descriverli:

Sistemi di monitoraggio digitale: sensori IoT collegati a piattaforme cloud registrano i cicli di pulizia, i consumi d’acqua, la sostituzione dei materiali (sapone, carta, disinfettanti). I dati vengono resi visibili agli utenti su dispaly o QR code.

Certificazioni di processo: sempre più operatori del professional cleaning adottano standard internazionali come UNI EN 13549 (misurazione delle prestazioni nel cleaning professionale) e ISO 9001 applicata ai servizi di igienizzazione. Queste norme consentono di “certificare” la qualità delle procedure adottate.

Indicatori microbiologici rapidi: si tratta di test con bioluminometro ATP o sistemi simili, i quali consentono di verificare tempestivamente l’eventuale presenza di carica batterica su maniglie, rubinetti, superfici critiche. In meno di un minuto si ottiene una misura numerica oggettiva.

Display per l’utente: alcune aziende sperimentano pannelli nei bagni, che mostrano l’orario dell’ultima sanificazione e i livelli di consumo, aumentando trasparenza e fiducia.

Sanisette parigine: esempio virtuoso di igienizzazione certificata in tempo reale; ciascuna toilette automatica viene disinfettata e sterilizzata completamente dopo ogni utilizzo, riducendo al minimo i margini d’incertezza.

Perché serve una certificazione?

Per rispondere alla domanda possiamo individuare tre fondamentali obiettivi. Anzitutto la fiducia: infatti, un turista o un cittadino che vede con i suoi occhi la prova oggettiva dell’igiene percepisce senz’altro un messaggio di affidabilità e sicurezza. Un secondo essenziale fattore è la reputazione: luoghi pubblici, centri commerciali, aeroporti e stazioni possono trasformare il bagno da punto debole a punto di forza. Un terzo fondamentale elemento è la salute pubblica: in epoca post-Covid 19, dimostrare igiene verificata con strumenti oggettivi significa prevenire epidemie e rafforzare la resilienza urbana.

Maurizio Pedrini

Mostra di più

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button

Adblock Detected

Please consider supporting us by disabling your ad blocker