Plastica e cleaning
L’Europa impone un cambio di passo verso questo materiale onnipresente nel cleaning professionale. Serve progettare, scegliere e gestire con criterio, per ridurne l’impatto e garantirne la conformità

Nel mondo del cleaning professionale la plastica è ovunque: flaconi, serbatoi, spazzole, carrelli, manici, componenti di macchine e accessori monouso. È leggera, economica, resistente e igienica, ma oggi deve fare i conti con nuove regole e una crescente attenzione alla sostenibilità.
L’obiettivo non è dire addio alla plastica, ma usarla in modo più consapevole, riducendo gli sprechi e progettando prodotti più durevoli, tracciabili e facili da riciclare.
Materiali: scegliere bene, non solo sostituire
Non tutte le plastiche sono uguali e non tutte possono essere eliminate. Dove le prestazioni richieste non sono estreme, si possono introdurre alternative come dispenser ricaricabili, confezioni in cartone o fibre naturali. Ma in molti casi – ad esempio serbatoi, tubazioni o componenti soggetti a stress meccanico – i polimeri tecnici (PE, PP, PA, PVDF) restano indispensabili. La scelta va sempre fatta in base a compatibilità, durata e riciclabilità.
Microplastiche e nuove regole europee
La restrizione REACH sull’uso intenzionale di microplastiche riguarda detergenti e accessori che possono contenerne. Le aziende devono verificare le formulazioni, aggiornare le schede tecniche e introdurre controlli per garantire la conformità. L’obiettivo è ridurre al minimo le microparticelle rilasciate nell’ambiente, senza compromettere la qualità dei prodotti.
Progettare per durare
Con il nuovo Regolamento Macchine (EU 2023/1230), cresce l’attenzione alla tracciabilità dei materiali e alla sicurezza documentale. Usare plastiche certificate, pensare alla sostituzione dei componenti e indicare chiaramente come riciclare le parti diventa parte integrante della progettazione. È un passo concreto verso una vera economia circolare.
Packaging e refill: la svolta più visibile
Il packaging è il primo fronte su cui agire: flaconi ricaricabili, taniche riutilizzabili e plastica riciclata post-consumo (PCR) riducono rifiuti e migliorano anche l’immagine aziendale. Le etichette trasparenti sulla percentuale di materiale riciclato e le istruzioni di smaltimento sono ormai segnali di credibilità per buyer e clienti.
Ricambi e filiera circolare
Pensare in ottica circolare significa anche garantire ricambi plastici reperibili e convenienti, favorire la riparazione e ridurre la sostituzione completa delle attrezzature. Alcuni produttori stanno già introducendo programmi di ritiro o riciclo dei componenti usati, chiudendo il cerchio tra produzione e rigenerazione.
Guardare avanti
Nei prossimi mesi le aziende dovranno adeguarsi alle scadenze REACH e aggiornare la documentazione secondo il nuovo Regolamento Macchine. Gestire la plastica non come materiale “usa e getta”, ma come risorsa tecnica tracciabile e durevole, sarà la chiave per restare competitivi.
Le scelte vincenti? Ridurre il monouso, usare materiali riciclati certificati, progettare per la riparabilità e mantenere sempre la conformità lungo tutta la filiera.
Fonti: Direttiva SUP (EU 2019/904), Regolamento Macchine (EU 2023/1230), restrizione microplastiche REACH (Reg. 2023/2055)





