Area TecnicaLa cultura del pulito

Linea Guida “La cultura del pulito”: TERZO VOLUME, SETTIMO CAPITOLO

Uno strumento di lavoro dedicato alle diverse figure professionali che compongono il mondo del cleaning realizzato da Mauro Martini, uno dei maggiori esperti del settore

3.7.1 Criteri per la scelta

La scelta di un prodotto o di un attrezzo non dipende esclusivamente dal rapporto materiale del rivestimento e tipo di sporco riscontrato, ma coinvolge una serie di valutazioni che partono dalle condizioni operative, dall’ingombro, dai problemi logistici, dai supporti operativi accessibili – quali acqua o energia elettrica – dall’orario di lavoro, dall’incidenza delle condizioni atmosferiche diverse in proiezione dell’intervento, dalla presenza o meno degli inquilini o degli ospiti. Assemblando tutte queste informazioni si potrà valutare quali attrezzature dovranno essere utilizzate e quali modalità d’uso l’operatore dovrà sviluppare nel corso dell’intervento. Ottenendo così:

  • L’applicazione della corretta prassi igienica
  • Lo sgravio della fatica per gli operatori
  • Il recupero delle risorse per una maggiore economicità delle operazioni
  • Il mantenimento nel tempo degli standard qualitativi
  • Il rispetto delle esigenze igieniche estetiche e funzionali di un ambiente

L’acquisizione dei dati che consentono di individuare tra le varietà delle attrezzature disponibili sul mercato il set operativo più idoneo si ottiene mediante una serie di analisi.

Un primo esame riguarda il tipo, lo stato, la provenienza, la consistenza dello sporco riscontrato sul rivestimento della superficie. Una seconda analisi prende in considerazione la natura del rivestimento e la sua possibile reazione all’impatto con il prodotto chimico e il materiale pulente. L’analisi dello sporco e la valutazione della superficie condiziona la scelta del tipo di detergente e stabilisce quale stato di aggressività deve essere utilizzato (percentuale di diluizione). Una terza analisi prende in considerazione le condizioni ambientali e operative nelle quali si esegue l’intervento e valuta i possibili condizionamenti generati dall’attività interna. Un altro elemento che condiziona la scelta del set operativo è certamente l’estensione delle superfici e la situazione di ingombro relativa agli arredi, macchinari, ecc., che impediscono lo sviluppo di un’operazione di pulizia con macchinari più potenti e inducono a  scelte diverse.

Tra le grandi varietà di prodotti e materiali reperibili sul mercato ne esistono alcuni sconsigliati e altri che per la loro individuazione occorre utilizzare il seguente criterio di scelta:

  1. evitare oltre il possibile l’uso di prodotti attrezzature con forti componenti a rischio per gli operatori ed evitare in assoluto rischi agli inquilini agli ospiti (figure indifese) dell’ambiente
  2. privilegiare prodotti che a parità di risultato non presentano fattori a rischio per le superfici adiacenti
  3. ricordarsi che quanto più l’assetto dell’operatore è leggero, tanto più consente un intervento scorrevole ed evita fatiche inutili
  4. comunicare al cliente un immagine di efficienza ed efficacia attraverso il set operativo
  5. adattare la scelta del set operativo all’ambiente di lavoro evitando di creare rischi così come eccessivo fastidio o disturbo nel corso dell’intervento, evitando: detergenti pericolosi quali ammoniaca pura, acido muriatico (corrosivo), alcool (infiammabile), detergenti e panni che lascino eccessivi residui, macchine eccessivamente rumorose, prodotti eccessivamente profumati o maleodoranti

3.7.2 Detergenti

I criteri che ci hanno indotto a scegliere la linea di detergenti, di cui sono state allegate le schede tecniche e di sicurezza, è basata sul fatto che i prodotti prescelti sono in grado di ottenere il pulito senza imporre ripetute operazioni quali il risciacquo, l’asciugatura, la ripetizione  delle operazioni.

Naturalmente sono state prese nella dovuta considerazione quelli con caratteristiche igienizzanti per neutralizzare eventuali cariche batteriche, altri in grado di conservare la brillantezza delle superfici (proiezioni estetiche) e altri ancora a rapida asciugatura, per consentire l’immediato utilizzo delle superfici dopo le operazioni di lavaggio, o inodori per evitare che danneggino eventuali prodotti (industria agroalimentare).

Le cere devono essere antisdrucciolo e non devono comunque essere usate in ambienti o superfici dove possono agevolare la caduta degli inquilini o degli ospiti dell’ambiente stesso.

Questo materiale dovrà essere scelto e selezionato in relazione al tipo di impatto che avrà sull’accoppiata sporco-rivestimento.

Una superficie può avere le seguenti caratteristiche  all’impatto:

  • impatto liquido (impermeabile, poroso, assorbente)
  • impatto solido (duro, morbido e friabile)
  • impatto di scorrevolezza (liscio, ruvido, sconnesso)

I prodotti per la pulizia e in particolare quelli classificati tra i detergenti sono utilizzabili per una vasta gamma di soluzioni in base alle loro particolarità e caratteristiche. Per esempio, quelli a schiuma frenata vengono utilizzati con macchine lavasciuga e comunque per evitare lunghi tempi di risciacquo. In altre situazioni sono da prediligere quelli a basso residuo, poiché i tempi di esecuzione molto ristretti non consentono le attività di risciacquo e asciugatura. Fanno parte di questa tipologia di prodotti “i multiuso” che se utilizzati correttamente sono particolarmente indicati per una pulizia giornaliera, consentendo un unico passaggio sulla superficie.

3.7.3 La chimica e l’acqua

La chimica applicata al settore delle pulizie fornisce le materie per formulare una vasta gamma di prodotti che, interpretando le diverse esigenze, consentono una realizzazione del pulito altamente tecnica e mirata. Infatti, i prodotti chimici intaccano e disgregano lo sporco, permettendo all’azione meccanica – manuale o motorizzata – di portarlo in sospensione per poi asportarlo. I detergenti agiscono sinergicamente con l’acqua, per questo la durezza dell’acqua, cioè la ricchezza in sali minerali, rappresenta un problema perché si amalgama difficilmente con il detergente, lasciando residui e incrostazioni di calcare. Per questo motivo nel detergente è presente un componente denominato tensioattivo, che agendo sulla durezza dell’acqua ne aumenta il potere bagnante. Sono presenti inoltre anche altri addolcificatori.

La durezza dell’acqua viene misurata usando i gradi francesi (un grado francese corrisponde a 10 ppm di carbonato di calcio).

Per verificare in modo empirico se un detergente è sufficientemente dotato di tensioattivi basta versarne alcune gocce in un secchio d’acqua: se il prodotto rimane in superficie sarà evidente una carenza di tensioattivi, se penetra in profondità amalgamandosi con l’acqua, il prodotto dovrebbe dare maggiori garanzie.

L’azione chimica agisce in concomitanza con quella meccanica, occorre quindi approfondire la conoscenza delle caratteristiche e le peculiarità sia del prodotto sia  dell’attrezzo:

  • conoscere l’esatta aggressività
  • conoscere la compatibilità con la natura dello sporco
  • conoscere l’incompatibilità con il materiale che riveste le superfici
  • conoscere le modalità d’uso
  • conoscere le avvertenze per prevenire danni alle strutture
  • conoscere le avvertenze relative ai possibili infortuni

Formulati per intaccare, dissolvere lo sporco, quale polvere e residui più o meno consistenti radicati su una superficie, i prodotti chimici sono classificati in famiglie quali: acidi, alcalini, neutri, solventi, cere. Che a loro volta danno origine a sottogruppi a cui appartengono:

  • detergenti deceranti: prodotti specifici per l’asportazione della cera con un pH piuttosto alto (12-14 della scala)
  • detergenti neutri: per la loro poca aggressività sono particolarmente indicati per pulire quelle superfici con rivestimenti in vernice o pavimenti lucidati a piombo, dove prodotti acidi o alcalini intaccherebbero il substrato o opacizzerebbero la superficie.

I prodotti chimici che appartengono alla sfera delle pulizie industriali sono: detergenti, sanitizzanti, cerosi.

Un detergente è costituito dall’associazione di tensioattivi e prodotti caratterizzanti.

3.7.4 Prodotti chimici per le pulizie

I prodotti chimici formulati per l’uso nelle pulizie industriali hanno la funzione di intaccare, sollevare e portare in sospensione lo sporco, per agevolarne l’asportazione. A ogni tipo di sporco corrisponde il prodotto più idoneo, suddiviso per tipologie. Dei detergenti fanno parte i detergenti alcalini, detergenti acidi, detergenti neutri, i  deceranti, i  detersolventi, i detergenti multiuso, gli shampoo, la cui azione è strettamente connessa all’asportazione di polvere, residui, incrostazioni di natura grassa (alcalini) di natura calcarea (acidi)

L’altra famiglia di prodotti utilizzati nel settore è certamente quella relativa alle cere e tutti quei prodotti atti a proteggere la superficie dall’usura e restituirne la brillantezza naturale. Tra queste le cere metallizzate che, asciugandosi sulla superficie trattata, formano una pellicola uniforme, le cere autolucidanti (che non hanno bisogno di lucidatura), le cere naturali, i lavaincera, le cere per mobili che detergono e nutrono il legno.

Scarsamente usati per le pulizie correnti i solventi entrano a far parte del campionario inerente le pulizie industriali in occasione di interventi particolari.

Infine, i prodotti disinfettanti con proprietà di detergenti impiegati su superfici con fattori a rischio igienico e in ambiente dove tale esigenza è primaria.

È importante la lettura delle schede tecniche e delle etichette dei prodotti dove sono indicate le possibilità d’uso e le corrette diluizioni.

Va messo in evidenza che il progresso tecnologico ha fatto sì che il prodotto chimico venga formulato adattandolo sempre più alla pulizia specifica. Erroneamente si crede che utilizzare prodotti molto generici agevola la produzione ed evita errori, ma in effetti si ottiene una scarsa qualità e un aumento della tendenza al pressapochismo.

3.7.5 La biodegradabilità

La biodegradabilità definisce il grado di eliminazione di un composto per mezzo di microrganismi, quindi un processo enzimatico di ossidazione. Con questa breve definizione vogliamo attirare l’attenzione sulle caratteristiche richieste all’azione chimica e che tuttavia devono essere approfondite nella loro complessità quando ci si trova in situazioni in cui l’intervento di pulizia richiede aggressività particolare. Infatti, se non è biodegradabile il rifiuto prodotto entra nelle classi dei rifiuti speciali o tossico-nocivi, per le quali sono previste particolari procedure per lo smaltimento.

L’altro fattore base con cui l’operatore della pulizia deve avere familiarità è la scala del pH, che indica il valore dell’alcalinità o dell’acidità del prodotto; infatti, in relazione alla destinazione d’uso, l’operatore potrà individuare dall’etichetta se un prodotto è più o meno aggressivo e nel caso procedere a una diluizione dello stesso, per renderlo compatibile al suo utilizzo. La scala del pH va da 0 a 14: la massima alcalinità è indicata dal valore 14, la massima acidità è indicata dal valore 0, la neutralità è indicata dal valore 7.

3.7.6 I sanitizzanti

Lo studio della configurazione dei prodotti sanitizzanti è divenuto una metodologia chiave per assicurare che il processo di sanificazione raggiunga gli obiettivi principali. Per apportare la configurazione di un prodotto alla situazione è necessario tenere in evidenza i seguenti  aspetti:

  • le caratteristiche dei microrganismi
  • l’entità delle superfici da trattare interessate alla carica batterica
  • il livello di eliminazione batterica (conforme alle esigenze d’uso della superficie)
  • la tossicità dei residui e l’aggressività che gli stessi possono scatenare

La selezione dei prodotti sanitizzanti si attua attraverso valutazioni degli esperimenti di laboratorio e la sperimentazione diretta sulle superfici. La sperimentazione deve tenere in considerazione:

  • la contaminazione residua presente dopo il trattamento
  • la sanificazione della carica batterica
  • la tipologia dei microrganismi, in particolare la loro patogenicità

Va ricordato che la sanificazione tende a ridurre e mantenere nella norma la carica batterica, contrariamente alla sterilizzazione, che prevede l’eliminazione totale di qualunque microrganismo.

I prodotti sanitizzanti devono avere i seguenti requisiti:

  • un buon grado di solubilità in acqua
  • l’odore non deve essere intenso
  • notevole rapidità per raggiungere l’effetto

I tensioattivi sono prodotti solubili in acqua con struttura molecolare che presenta una parte idrofila e una parte idrofoba. La struttura molecolare di un tensioattivo è variabile, pertanto vengono classificati in ragione della natura della loro struttura molecolare in: anionici, cationici, non ionici.

I microrganismi generalmente sono dotati di membrana cellulare difensiva semipermeabile costituita da protezione e lipidi. La membrana regola il flusso delle sostanze che la mantengono in vita, per cui l’azione del sanitizzante deve danneggiare irreparabilmente la membrana cellulare. Questa azione si può ottenere attraverso i coagulanti delle sostanze proteiche o i neutralizzanti dell’attività enzimatica, assolutamente necessaria per il metabolismo dei microrganismi.

Azione dei sanificanti:

I prodotti al cloro liberano l’acido ipocloroso, penetrano nel microrganismo provocandone la morte per ossidazione.

I prodotti al quaternario d’ammonio perforano la membrana cellulare e attivano le proteine enzimatiche (attenzione: i quaternari sono schiumogeni e non di facile risciacquo)

Le alchilpoliammine hanno un’azione molto attiva che tuttavia provoca molta schiuma e non è di facile risciacquo

Anfoliti: l’azione di questi prodotti provoca la perforazione delle pareti cellulari del microrganismo.

Iodofori (a base di iodio): l’azione provoca ossidazione, tuttavia per le sue proprietà coloranti si addice a poche situazioni

Acqua ossigenata: ha un’azione efficace a temperatura ambiente provoca l’ossidazione delle cellule dei microrganismi, è tuttavia sconsigliata su superfici in acciaio zincato e rame.

3.7.7 Prodotti caratterizzanti

L’analisi e la configurazione dei prodotti è importante perché deve fornire quelle indicazioni che consentono all’operatore di scegliere più facilmente il prodotto più adatto alle situazioni da fronteggiare.

I prodotti caratterizzanti sono formulati con ingredienti essenziali nei detergenti moderni e si dividono, per le funzioni a cui assolvono, in: coadiuvanti, complessanti, silicati,  sospendenti, ossidanti, eccipienti, deodoranti, enzimi, azzurranti ottici, profumi.

L’azione del prodotto chimico si sviluppa grazie alle proprie molecole (gocce) che esplodono a contatto con lo sporco, insinuandosi e disgregandosi per portarlo e infine mantenerlo il più a lungo possibile in sospensione grazie alla schiuma.

Quando la soluzione acqua + detergente viene a contatto con lo sporco oleoso le molecole si posizionano in modo tale che la parte lipofila (coda delle molecole che ha affinità con il grasso) penetra nello sporco oleoso, mentre la parte idrofila (testa della molecole) rimane nell’acqua.

In sostanza, tutti i prodotti caratterizzanti possono essere definiti coadiuvanti per associazione all’azione dei tensioattivi.

Builder (coadiuvanti): hanno il compito di addolcire l’acqua, per cui in presenza di un’acqua dura che non facilita l’azione di pulizia si deve richiedere un detergente che abbia ben marcate queste componenti.

Complessanti: evitano la formazione di macchie di ferro

Silicati: inibiscono la corrosione dei metalli

Sospendenti

Ossidanti: dissolvono per ossidazione lo sporco

Eccipienti:  sono sostanze inerti

Deodoranti:  si contrappongono a sostanze maleodoranti

I profumi hanno preso sempre più campo nella formulazione dei prodotti per la loro importanza nel campo della comunicazione. Esiste un’ampia gamma di formulazioni possibili in ragione della loro destinazione d’uso più appropriata. Tra i componenti che configurano un detergente il più importante è certamente il tensioattivo. Il primo risultato di un tensioattivo è quello di facilitare la rimozione dello sporco idrosolubile magro, facilitando la penetrazione e l’azione dei prodotti caratterizzanti.

L’azione dei tensioattivi non si limita allo sporco magro, ma agisce anche nei riguardi dello sporco grasso. Infatti, la parte lipofila penetra nello sporco oleoso, mentre quella idrofila rimane nell’acqua. I tensioattivi presenti in un detergente abbassano quindi la tensione superficiale dell’acqua, stimolando la formazione della schiuma. La schiuma non favorisce le condizioni operative, in particolare del lavaggio meccanico, perciò è sempre più richiesto il detergente a schiuma controllata, per ridurre le operazioni di risciacquo. Le formulazioni più valide risultano quelli in cui sono presenti tensioattivi a basso potere schiumogeno o quelle in cui tra i prodotti caratterizzanti sono inseriti quelli ad azione antischiuma. Le schiume dei detergenti oltre ad allungare i tempi degli interventi sono nocive sotto il profilo della comunicazione perché vengono associate a un fattore inquinante.

 

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