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Uno svarione può sempre accadere

Quando una identificazione affrettata ha creato un allarme ingiustificato…

a cura di Graziano Dassi

In una struttura di lunga degenza per anziani è esplosa, nei servizi igienici della palestra e della piscina per la riabilitazione, una invasione di piccoli insetti nerastri caratterizzati da piccoli voli. Per ragioni difficili da razionalizzare si sparge la voce che si tratta di pappataci (Phlebotomus papatasii). Se così fosse la cosa sarebbe seria. Scatta l’emergenza e l’indomani il tecnico disinfestatore stranamente conferma la diagnosi. Il risultato è la chiusura della palestra e della piscina con disinfestazione dei bagni con formulati micro incapsulati, bombolette a svuotamento totale sia insetticide sia disinfettanti.

Negli uffici della ditta di disinfestazione

Sul tavolo del titolare arrivano i rapporti dell’avvenuto servizio e sul cellulare le foto dei piccoli insetti: non sono pappataci ma i classici moscerini dei servizi igienici (probabilmente Tinearia alternata= Psychoda alternata). Ora i “problemi” sono: 

Certificare l’avvenuta “sanificazione”

La committenza non si è accontentata della normale bolla di avvenuto intervento di disinfestazione, ma ha richiesto anche che fosse certificato un intervento di disinfezione effettuato 3 giorni dopo con nebulizzazioni di un formulato a base di quaternari d’ammonio con esplicitato in etichetta “attivo nei confronti dei virus”.

Avere un pezzo di carta che certifichi la diagnosi entomologica

Per ottemperare alla richiesta sono state fornite le due schede di EcoPlan che evidenziavano le differenze fra i moscerini dei servizi igienici e i flebotomi.  A onor del vero non erano stati forniti reperti tali da poter effettuare una verifica sia pure in prima approssimazione. In effetti avevo suggerito di porre delle tavolette su cui si era posto un film di vaselina bianca che, in casi analoghi, avevano consentito catture tali da consentire osservazioni al bioculare.

Far rientrare l’allarme sanitario

È bastato un intervento da parte del titolare della ditta di disinfestazione che con foto ricavate da https://it.wikipedia.org/wiki/Psychodidae ha rassicurato i capiservizio (comoda fonte di informazione a patto di consultarla con cognizione di causa). La parte più delicata è stata quella “salvare la faccia” del tecnico che, a sua parziale giustificazione, è stato travolto dalla “Vox populi, vox Dei”.

Valutare i risultati della disinfestazione

Dopo il trattamento (irrorazioni con microincapsulato a base di cipermetrina e tetrametrina (< 1%) e finissaggio dopo 3 gg con nebulizzazioni di un Presidio Medico Chirurgico a base di cloruro di benzalconio (virucida secondo EN 14476.2019) i monitoraggi di controllo non hanno riscontrato presenza di moscerini. Per cui, dopo ben 5 gg di inagibilità della palestra e della piscina, le normali attività sono riprese a pieno ritmo.

Evitare che il problema si riproponga

Dato che lo scompiglio non era stato di poco conto, l’impresa di pulizia ha suggerito di utilizzare polveri poli-enzimatiche sciolte in acqua tiepida e immesse nei circuiti idraulici per eliminare eventuali incrostazioni. L’applicazione è stata ripetuta per 4 volte a distanza di 7 gg l’una dall’altra.

Capire perché si è innescata una psicosi del genere

Si è cercato di capire chi avesse innescato questo clamore, ma nessuno si ricordava chi per primo avesse formulato la diagnosi dei flebotomi e chi avesse innescato la caccia alle streghe. Non si può neppure escludere che si trattasse di un’unica persona. Sta di fatto che la notizia si è diffusa e, sull’onda dello stato d’animo provocato dal Covid, ha assunto dimensioni sproporzionate alla realtà dei fatti. E non è da escludere che taluni non siano del tutto convinti della veridicità delle informazioni rassicuranti. 

 

 

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