Nuovi obiettivi per un futuro di leadership
Nonostante le difficoltà che affliggono il mondo dell’industria, Paredes non si ferma e ha grandi piani di sviluppo, che tracciano la strada verso un ruolo sempre più da protagonista nel mercato dell’igiene professionale
Per Paredes è stata una giornata importante quella del 18 ottobre, data che ha visto l’inaugurazione dei nuovi uffici di via Scarsellini a Genova. La multinazionale francese ha presentato il nuovo quartier generale italiano ai suoi clienti e ai media in occasione di un evento al quale ha partecipato anche il CEO Francois Thuilleur, che abbiamo intervistato insieme al General Director Enrico Soliani. Con i due dirigenti abbiamo parlato dei piani presenti e futuri di Paredes e dei suoi obiettivi di crescita, inquadrati nell’attuale contesto economico che tanti problemi sta creando al mondo dell’industria.
Paredes inaugura oggi i suoi nuovi uffici di Genova: perché avete scelto di intraprendere questo progetto e quali necessità soddisfa?
Il progetto riguardante il nuovo quartier generale in Italia è iniziato un anno fa, ed è parte dei cambiamenti che hanno coinvolto Paredes negli ultimi 5-6 anni, cambiamenti iniziati in Francia e proseguiti poi qui nella Penisola, non ultimo l’abbandono causa pensionamento di due membri storici come Girolamo Lo Presti e Marco Minuto, fondatori nel 1987 di Paredes Italia. Sull’onda di queste novità, l’insediamento in un nuovo edificio ci consente di dare a Paredes un’immagine di rinnovamento con la quale presentarsi ai clienti e al mercato. Inoltre, volevamo dare a tutti i nostri dipendenti l’opportunità di lavorare in un ambiente gradevole e moderno, in modo da migliorare ulteriormente la loro esperienza professionale in Paredes. Questi nostri nuovi uffici vanno inoltre visti in un’ottica di miglioramento generale dell’immagine aziendale, che ci consente di attrarre più facilmente talenti che possano lavorare con noi, aspetto sul quale puntiamo molto.
L’industria è in difficoltà a causa dei forti incrementi dei prezzi di materie prime ed energia. Come si è organizzata Paredes per fare fronte a questa situazione?
Il mercato era molto stabile prima dell’esplosione, alla fine dell’anno scorso, di queste problematiche. Nell’industria della carta, i prezzi sono cresciuti improvvisamente dal 62 al 100%, a seconda della tipologia di materiale richiesto. Innanzitutto, ci siamo dovuti assicurare di avere a disposizione la materia prima per poter lavorare: a Lucca abbiamo un’azienda di trasformazione della carta, la Paredes Mapedo Fab, che necessitava di essere rifornita per continuare la sua attività. Avevamo la necessità di continuare a produrre per soddisfare le richieste dei nostri clienti, mantenendo però dei costi sostenibili. Per ottenere questo risultato abbiamo negoziato con i nostri fornitori, cercando di trovare soluzioni che potessero soddisfare entrambe le parti, e abbiamo purtroppo dovuto aumentare il prezzo finale dei nostri prodotti. Tra i nostri clienti figurano ospedali e altre strutture che non possono assolutamente fermarsi. Continuare la produzione è per noi anche un impegno etico e sociale, e posso dire che siamo riusciti nel nostro obiettivo. Negli ultimi mesi si è aggiunto anche il problema del prezzo dell’energia, che ha reso la situazione ancora più complicata; alzare i nostri prezzi è stata una scelta sofferta, ma necessaria. Dato che non sappiamo come la crisi energetica evolverà nei prossimi mesi, dal mese di giugno stiamo facendo grande scorta di bobina madre per poter far fronte all’inverno, che sarà per tutto il settore un grande punto di domanda.
Efficienza e attenzione all’ambiente sono sempre stati principi fondanti per la vostra azienda. Quali progetti e soluzioni state sviluppando per venire incontro alle esigenze di sostenibilità che stanno sempre più caratterizzando il mondo del cleaning?
Come da nostra policy, abbiamo quasi solo prodotti Ecolabel e derivanti da materia riciclata, sui quali stiamo spingendo molto perché crediamo realmente nelle loro potenzialità. È importante sapere che i materiali riciclati sono più costosi di quelli “puri”, ma siamo disposti a sostenere questo sforzo perché crediamo che questi prodotti siano un passo importante verso il futuro. Inoltre, pochi mesi fa abbiamo acquisito una startup francese che produce acqua ozonizzata, un prodotto biocida a basso contenuto di sapone e cloro che, in lavatrice, è in grado di disinfettare i tessuti a una temperatura di soli 20°C. Siamo molto attenti anche all’impatto ambientale dei trasporti: avere dei centri di trasformazione a Lucca per l’Italia e a Lione per quanto riguarda la Francia evita lunghi trasporti, i quali rappresentano una grande fonte di inquinamento. Per quanto riguarda le certificazioni, in Francia abbiamo ottenuto la medaglia Gold di Ecovadis, un provider di valutazione di sostenibilità, e stiamo lavorando per ottenere la medaglia Platinum, un riconoscimento ancora più elevato. Sempre in Francia abbiamo ottenuto anche diverse altre certificazioni di sostenibilità.
Quali sono i vostri piani futuri, avete individuato altri Paesi e mercati nei quali espandervi?
Vogliamo crescere ancora di più e per fare ciò abbiamo lanciato un nuovo piano, Cap n° 1, attraverso il quale miriamo, attraverso crescita organica e acquisizioni, a raddoppiare il fatturato entro il 2030 portandolo a 500 milioni di euro, per diventare leader nell’igiene professionale in Francia. In Italia siamo tra le prime quattro aziende del settore, e l’obiettivo è quello di diventare la numero uno, cercando di sviluppare nei prossimi anni un fatturato di 30 milioni di euro. Per quanto riguarda nuovi mercati nei quali fare il nostro ingresso, abbiamo individuato quello dell’ozono, nel quale vediamo grandi potenzialità. In Italia vogliamo svilupparci nel settore della protezione, che include guanti e mascherine, settore nel quale siamo già presenti ma per ora solo in minima parte.
Simone Ciapparelli