Vespa crabro, un esempio di lotta
I calabroni possono rappresentare una seria minaccia per l’uomo, specialmente se nidificano nei pressi di ambienti come le scuole. In questi casi bisogna intervenire con tempestività, ricordandosi di utilizzare un equipaggiamento protettivo adeguato
Settembre 2022, alla riapertura di una scuola elementare della provincia di Milano al confine con quella di Bergamo la quasi improvvisa apparizione di calabroni crea un notevole allarme. Con grande tempestività, insieme al tecnico comunale e al custode si provvede a transennare l’area in modo da metterla in sicurezza. La specie infestante è la Vespa crabro (vedi scheda bio-etologica EcoPlan) il cui nido è stato costruito all’interno della pensilina posta a protezione dell’entrata secondaria della scuola.
L’intervento
Visto che il foro di entrata al nido presentava un diametro di pochi centimetri e, a un attento esame, non vi erano altre vie di fuga, è stata svuotata una bombola a base di piretro naturale, munita di una cannuccia di erogazione, all’interno della cavità della tettoia. Le norme precauzionali hanno previsto l’allontanamento di tutte le persone e, con l’aiuto del custode, si è impedito che dei curiosi entrassero nell’area transennata. Inoltre si è provveduto a:
- indossare una tuta in tessuto non tessuto e caschetto da apicoltore;
- utilizzare occhiali protettivi, maschera naso bocca con un solo filtro, scarpe antinfortunistica e guanti da vetraio che, oltre a fornire un’ottima protezione, consentono una presa sicura;
- utilizzare una scala professionale;
- chiudere l’entrata con uno straccio consentendo l’inserimento della cannula ma non la fuga dei calabroni.
Il trattamento vero e proprio è stato effettuato all’imbrunire, verso le 18:30, quando era logico supporre che tutti i calabroni fossero rientrati all’interno della pensilina. Dopo lo svuotamento della bombola si è provveduto ad estrarre la cannuccia dell’erogatore inserendo con maggior vigore lo straccio. L’operazione è durata circa dieci minuti e, al cessare di ogni ronzio proveniente dall’interno della cavità, facendo attenzione che non vi fossero calabroni ritardatari intorno all’entrata del nido, lo straccio è stato spinto all’interno, per consentire di sigillare l’entrata con del silicone.
Il risultato
Il giorno seguente è stata consegnata la documentazione amministrativa del lavoro svolto, compresa la scheda della bombola utilizzata. Si è inoltre controllato che non ci fossero vespe attive intorno all’entrata del nido. La loro assenza ha comprovato il risultato positivo del trattamento, confermato anche dall’assenza di successive chiamate.
Un’osservazione degna di nota
L’esposizione di questo intervento fa tornare alla mente dell’autore un episodio purtroppo non documentato fotograficamente, pertanto non è stato possibile determinare in maniera approfondita la specie delle vespe in oggetto. Si trattava comunque di vespe del genere Vespula spp. L’intervento in questione, effettuato con urgenza in una scuola media di una cittadina della bergamasca, riguarda un piccolo magazzino pieno di materiali accatastati, ben riscaldato (temperatura stimata 24-25°C) e circondato da vespe male intenzionate. Si disponeva di dispositivi di protezione appena sufficienti. Correva l’anno 2019, erano gli ultimi giorni di febbraio. I dati meteo del milanese rilevati dai bollettini ufficiali di quel periodo mostravano assenza di piogge e una temperatura media attorno ai 9°C. Dopo aver risolto il problema delle vespe attive per mezzo di due bombole a svuotamento totale si è proceduto all’asportazione del nido, che è risultato ricco di larve vitali. Questo fatto, abbinato al numero di vespe attive (in numero non elevato ma eccessivo rispetto al mese in cui ci si trovava ad operare) ha fatto pensare a chi scrive che la colonia fosse sopravvissuta all’inverno. Fatto in netto contrasto con quanto riportato dalla letteratura, però l’ipotesi sembrò legittima sia allora che oggi, nonostante non sia più capitato di imbattersi in una situazione del genere.
SPECIE: Vespa Crabro
NOME VOLGARE: Calabrone
INQUADRAMENTO SISTEMATICO
Classe: Insecta
Ordine: Hymenoptera
Famiglia: Vespidae
DIMENSIONI
Adulto: operaie 21 – 35 mm
CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE
È una vespa molto grossa e robusta, dal volo rumoroso. L’inizio dell’addome è bruno-rossastro. Capo e torace sono di colore bruno-nero, irti di peli rossastri. Le zampe sono rosso-bruno e le ali sfumate di giallo-bruno. È una specie molto comune e diffusa in tutta Italia. Fortunatamente non è molto aggressiva nei confronti degli esseri umani, a cui si raccomanda di non fare gesti bruschi nel tentativo di allontanare l’insetto, gesti che potrebbero essere interpretati come una minaccia dal calabrone che potrebbe diventare aggressivo.
HABITAT
L’insetto costruisce un nido sferico di consistenza cartacea su muri, travi, alberi o in cavità. Esso aumenta di dimensioni col crescere della colonia; in estate può ospitare fino a 4000 individui.
Larva: in celle poste entro il nido.
Adulto: si allontana dal nido alla ricerca del cibo ed è quindi possibile rinvenirlo negli ambienti più disparati, tra i quali frutteti, industrie agro-alimentari, pasticcerie, macellerie, pescherie, o in prossimità di rifiuti.
ABITUDINI ALIMENTARI
Larva: viene nutrita con sostanze proteiche (carne, pesce, insetti).
Adulto: si ciba di sostanze zuccherine e frutta.
CICLO BIOLOGICO
uovo > larva > pupa > adulto
Durata del ciclo: la colonia, fondata in primavera, raggiunge il massimo sviluppo in estate e si scioglie in autunno, con la morte di tutti gli individui, eccetto le femmine fecondate.
Svernamento: come femmina fecondata.
DANNI
Attacca la frutta in maturazione sugli alberi, potendo causare forti perdite. Può attaccare in modo massivo le api e addirittura penetrare negli alveari, dove preda provviste e covate, provocando ingenti danni. L’insetto può pungere molto dolorosamente l’uomo; le conseguenze possono essere più o meno gravi o persino letali, in rapporto al numero di punture e alla sensibilità individuale.
a cura di Giulio Saredi