Preparare le imprese ad affrontare le nuove sfide
A colloquio con il presidente della Fondazione Scuola Nazionale Servizi, Vittorio Serafini, che traccia una fotografia del presente ampliando lo sguardo a nuovi scenari di sviluppo sul terreno della formazione al servizio delle imprese del settore
Da anni, la Fondazione Scuola Nazionale Servizi rappresenta un caposaldo nella formazione aziendale rivolta al comparto pulizie e servizi di Facility Management con una ricca e articolata proposta di corsi e percorsi. La formazione aziendale è il cardine dell’attività che ispira questa preziosa istituzione, alla quale fa riferimento la filiera di associazioni e gruppi che ne condividono la mission, con l’intento di creare gli strumenti essenziali per gestire le sfide del mercato e valorizzando il know how aziendale. Con il presidente Vittorio Serafini, in questa intervista tracciamo il quadro delle attività in corso, focalizzando l’attenzione sulle ultime iniziative, che vedono la Fondazione impegnata ad aprire un dialogo sempre più stretto e fattivo con la Pubblica Amministrazione.
Formazione e Ricerca sono i due assi portanti delle vostre costanti attività a favore delle aziende del settore pulizie professionali e Facility Management: in concreto come si sposa questo binomio così prezioso per un comparto che vede le imprese impegnate in un percorso di grandi sfide e cambiamenti?
“Più che di binomio, parlerei di trinomio, inserendo in questa lista anche quella degli studi che realizziamo. È proprio partendo dagli studi, ad esempio sulla composizione dei disciplinari di gara e le interviste periodiche realizzate a Facility Manager di grandi imprese, che acquistano servizi, che siamo in grado di intercettare il cambiamento che i committenti, pubblici e privati, chiedono alle imprese. Da lì parte l’attività di approfondimento e ricerca sugli elementi maggiormente significativi che emergono dagli studi per arrivare, infine, a proporre percorsi formativi che supportino le imprese a sviluppare o implementare le proprie competenze in questi ambiti. Mi riferisco, ad esempio, al tema della transizione ecologica o a quello dell’utilizzo di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale.”
Oggi si parla molto di nuovo Codice degli Appalti, sostenibilità ambientale, transizione energetica, digitalizzazione robotica e intelligenza artificiale, solo per fare degli esempi. Come vengono declinate queste tematiche nei vostri percorsi di formazione?
“Le nostre attività formative sono anche figlie di ciò che il mercato richiede. Gli argomenti citati nella domanda sono quindi declinati in modo pratico nei percorsi formativi per rispondere alle esigenze del settore e preparare le aziende ad affrontare le sfide che i buyer pubblici e privati pongono loro. Grazie alla rete di docenti ed esperti nel mondo del Facility, costruiamo corsi e assistenze in cantiere che spaziano dal supporto alla formazione giuridica, a quello sulla progettazione e la gestione di commesse complesse.”
In particolare, quali specifiche domande di formazione pongono le aziende e in che modo la Fondazione cerca di intercettare anche i bisogni inespressi di un settore in rapida ascesa?
“La Scuola è attenta alle richieste di formazione delle aziende, offrendo corsi che rispondono sia alle esigenze espresse che a quelle latenti del settore. Quando vengono a chiederci un supporto alla formazione del loro personale, le imprese hanno la costante necessità di combinare esigenze di tempo e di costi. La nostra capacità progettuale e di pianificazione del corso permette loro di coniugare questi aspetti, garantendo degli interventi formativi sempre ‘tagliati su misura’ per le aziende, cercando di coniugare gli aspetti organizzativi con le necessità di crescita, soprattutto nel settore della progettazione e gestione strategica della commessa. Inoltre, come già detto, attraverso l’analisi costante del mercato e la collaborazione con esperti e buyer, la Fondazione identifica e sviluppa corsi che preparano le imprese ad affrontare le nuove sfide e opportunità del mercato e che non sempre vengono intercettate dalle imprese stesse.”
Attualmente, in misura sempre maggiore, la formazione passa attraverso la digitalizzazione, tramite corsi on line, live webinar ecc. Quale ruolo hanno ancora i percorsi di formazione in presenza e in che modo la vostra proposta integra queste due strade, così diverse ma anche complementari?
“Soprattutto dopo l’emergenza pandemica non possiamo non riconoscere l’importanza della formazione digitale attraverso corsi on line sia in modalità sincrona che asincrona. Tuttavia, manteniamo anche una forte componente di formazione in presenza, integrando entrambe le modalità per garantire un apprendimento completo e flessibile. Questa combinazione permette di raggiungere un pubblico più ampio e di rispondere a diverse esigenze formative. Basti, ad esempio, il tema così latente ma fondamentale delle soft skills. Il mondo dei servizi di FM è un mondo fatto da persone in continua relazione, sia con la propria organizzazione aziendale che con i committenti; competenze trasversali quali la comunicazione, la gestione della squadra, delle situazioni di stress che si possono creare in un team o con il cliente, se trasmesse attraverso il filtro di uno schermo, rischiano di risultare asettiche, buone per ogni occasione. Noi costruiamo corsi per e con l’azienda e argomenti di questo tipo hanno la necessità di essere sviluppati e condivisi con un’aula attiva e presente”.
Maurizio Pedrini