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Quando i problemi si moltiplicano

Un accogliente bar affronta infestazioni di tignole, calabroni e mosconi. Le soluzioni includono pulizia, trappole, e trattamenti specifici. I problemi sono complessi e potenzialmente collegati a fattori ambientali e cambiamenti stagionali

Ci troviamo in un piccolo e accogliente bar difficile da raggiungere e con difficoltà di parcheggio. La ragione per cui gode di una affezionata clientela è l’ottima qualità dei prodotti che offre e la gentilezza del servizio. Ciò premesso improvvisamente compaiono quasi contemporaneamente tre problemi: (A) nella piccola cucina si notano delle farfalline (la proprietaria le definisce le tignole della farina), (B) la presenza di vespe (calabroni) enormi e (C) dal volo rumoroso e, purtroppo, la frequentazione fastidiosa di mosconi (dico purtroppo perché risulterà il problema più difficile da risolvere). La gestione dell’igiene è affidata ad una ditta di disinfestazione diretta da un giovane perito agrario appassionato di attrezzature per la disinfezione e innamorato del suo bio-luminometro che utilizza sia per certificare i suoi servizi sia come strumento di promozione commerciale. 

  1. Le tignole della farina: si tratta probabilmente di Ephestia kuehniella anche se una vera e propria determinazione entomologica non è stata fatta.
  2. Si tratta in modo certo di esemplari di Vespa crabro.
  3. Presenza occasionale di Sarcophaga carnaria anche in questo caso l’identificazione della specie è da ritenersi esatta.  

ANCHE LE SOLUZIONI SI MOLTIPLICANO 

FARFALLINE

Per le farfalline si effettuerà una valutazione delle derrate alimentari presenti in dispensa in particolare riso, pasta e farine. Verranno eliminate le confezioni aperte, sospette di essere state potenzialmente la causa dell’infestazione e si decide di adottare contenitori a chiusura ermetica per le derrate. In effetti tale criterio di prevenzione non ha trovato consenso unanime, ma comunque è stato adottato. La sera prima del giorno di chiusura si è proceduto allo svuotamento di tutti i prodotti alimentari, si è provveduto ad una pulizia generale molto accurata e per precauzione si sono posizionate due bombolette a svuotamento totale. La mattina successiva si è arieggiato l’ambiente e si è ripetuta la pulizia per umettazione in particolare con delle superfici orizzontali di lavoro. Nel tardo pomeriggio si sono ricollocate le derrate negli appositi alloggiamenti e si sono collocate delle trappole a feromoni per valutare se si riproponessero delle recidive.

CALABRONI

Per i calabroni le problematiche hanno presentato due aspetti molto differenti. Il primo di carattere tecnico è stato l’identificazione del nido e il secondo di come procedere al trattamento visto che il nido era collocato in un appartamento del primo piano dello stabile e quindi non di pertinenza del bar. Fortunatamente è intervenuto l’Amministratore che ha optato per un trattamento a carattere di urgenza tale da non richiedere una decisione assembleare. L’intervento è stato effettuato all’alba con l’uso di una bombola spray erogante un formulato schiumogeno. Il risultato è stato, per quanto mi è dato sapere risolutivo.    

MOSCONI

Per quanto riguarda il moscone grigio il problema apparve subito di difficile soluzione. Questa specie appartiene al gruppo delle mosche erranti per cui quando entra in uno spazio confinato il suo tentativo di recuperare gli spazi aperti è caratterizzato da un volo disordinato e… “ronzante”. Cosa che non può passare inosservata ed è particolarmente sgradevole per chi sta regalandosi una pausa ristoratrice a base di croissant con crema di nocciola o un prosecco con stuzzichini di ottima fattura. 

Il problema si è presentato solo in questo scorcio di stagione; il che non trova una spiegazione se non quella di ipotizzare il malcostume di taluni possessori di cani di non raccogliere le feci dei loro “pelosi”. Ma ci si domanda perché solo in questa stagione e non anche nelle precedenti in fondo tale malcostume sussiste da sempre. Altra variabile è un aumento della presenza di piccioni che peraltro non è ancora tale da giustificare particolari allarmismi. Visto che ho iniziato citando Confucio mi sembra pertinente parafrasarne una citazione: “Il vero professionista è simile ad un arciere: se manca il bersaglio, ne cerca pazientemente la causa magari attingendo alle altrui esperienze.” Una spiegazione di comodo potrebbe essere il cambiamento climatico; ma il problema si era acuito in un periodo di abbondanti piogge (che i mosconi cercassero riparo nel chiuso del bar?). Altra spiegazione proposta da un cliente si rifaceva ai mancati sfalci dell’erba dei bei giardini che abbellivano l’esterno del locale. Taluni sottolineavano la possibilità che ci fossero degli odori particolarmente attrattivi all’interno della cucina, ma il livello di pulizia e di igienizzazione rendeva tale ipotesi poco e se non punto accettabile. Oppure che ogni ipotesi avanzata fosse una variabile di cui ognuna rappresentava una concausa del problema. Il che, se fosse vero, complicherebbe ancora di più una terapia mirata. 

La soluzione che si sarebbe adottata nel caso che la presenza di tali ditteri fosse aumentata era quella di mettere in opera una sorta di zanzariera a frange alla porta che rendesse difficile ai mosconi di entrare. Resta però il fatto che essendo i locali condizionati la porta di accesso è sempre chiusa se non nel momento in cui i clienti o entrano o escono. Vero è che restava l’entrata di servizio sul retro del locale dove venivano consegnate le merci, ma in quei locali il problema non si presentava. Sia come sia, non sono state adottate particolari contromisure confidando che il problema si risolvesse da solo così come si era presentato.

Graziano Dassi

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