Il Medico Competente svolge senz’altro un ruolo centrale nell’articolata rete di professionisti della sicurezza chiamati a “proteggere” e vigilare sulla sicurezza dei lavoratori in azienda e nei cantieri di lavoro. Abbiamo incontrato il presidente nazionale dell’ANMA, Associazione Nazionale Medici del Lavoro, Pietro Antonio Patanè, per conoscere meglio le responsabilità e i compiti di questa preziosa figura.
Quali sono i compiti che il medico del lavoro e il medico competente svolgono al servizio della prevenzione delle malattie e degli infortuni all’interno delle aziende?
“I compiti sono fissati dal Decreto Legislativo n. 81 del 2008, che è l’evoluzione della famosa Legge 626/1994. Questa norma fissa i doveri e i compiti di ogni figura chiamata a gestire la salute e la sicurezza in azienda: il Datore di lavoro, il Medico Competente, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, i Dirigenti e i Preposti. L’insieme di queste figure formano il Sistema di Prevenzione Aziendale che si preoccupa di ridurre o eliminare i rischi sia per la salute che per la sicurezza e di fare una sorveglianza continua. Il Medico Competente ha alcuni obblighi, che si traducono in compiti. Il primo è più importante è quello di collaborare con il Datore di Lavoro (e quindi con tutto il Sistema della Prevenzione Aziendale) alla Valutazione dei Rischi. Tale Valutazione è un processo sempre aggiornato, e in aggiornamento, per identificare e ‘misurare’ i rischi per la sicurezza e per la salute del Lavoratore. Solo conoscendo i rischi si riesce ad agire per eliminarli o per contenerli il più possibile, attraverso misure tecniche (e su questo la tecnologia ci dà una grande mano), organizzative e procedurali. Questo processo di valutazione avviene anche attraverso l’ausilio di esperti che intervengono nelle varie fasi necessarie di inquadramento tecnico dei problemi. L’altro grande compito del Medico Competente è quello della Sorveglianza Sanitaria dei Lavoratori. Di quali Lavoratori? Di tutti quelli che risultano esposti a rischi secondo la Valutazione che è stata fatta. La visita medica andrà quindi fatta obbligatoriamente a quei Lavoratori esposti, e mirata ai rischi individuati per quel Lavoratore; non si tratta quindi di visita generica ma specialistica, mirata al rischio e con lo scopo di individuare precocemente alterazioni della salute correlati a quel rischio e a prendere provvedimenti che tutelino la salute dei Lavoratori: adozione di dispositivi di protezione individuali, cambio di mansioni, misure organizzative e procedurali per la persona. Alla fine di questo processo di sorveglianza sanitaria il Medico esprime il giudizio di idoneità che può anche contenere alcune specifiche che indichino le correzioni da attuare, attraverso prescrizioni e limitazioni, cui il Datore di Lavoro dovrà attenersi.”
Ma il Medico Competente ha anche altri importanti obblighi, che vale la pena di conoscere?
“Il Medico Competente ha altri obblighi e sarebbe lungo illustrarli tutti, avendo questi spesso carattere molto specialistico; mi limiterò ad elencarne alcuni: l’obbligo di denuncia di Malattia Professionale, quello di informare il Lavoratore sul significato e l’esito degli esami cui è stato sottoposto il Lavoratore stesso, quello di comunicare i dati della sorveglianza sanitaria alle Autorità sanitarie, quello di predisporre relazioni riassuntive, quello di verificare l’assenza di assunzione di alcol, droghe o sostanze psicotrope per alcune mansioni che comportano il rischio verso terzi, partecipare ed istruire programmi per la promozione della salute. Mi preme sottolineare che circa 5000 Medici Competenti in Italia effettuano la Sorveglianza Sanitaria a milioni di Lavoratori e questo ha certamente un risvolto di salute pubblica, riscontrando nell’esercizio di questa attività molte patologie non ancora emerse e quindi non trattate, esercitando quindi una importante funzione di salute pubblica. Il Medico Competente infine è anche un importante consulente per il Datore di Lavoro e per le figure Dirigenziali per tutti quei problemi di carattere sanitario nel senso più ampio del termine. Un esempio importante si è avuto con la pandemia da COVID-19: in quei mesi le aziende hanno rappresentato un esempio di organizzazione finalizzata al contenimento della pandemia pur garantendo il mantenimento delle attività lavorative. Il contributo dei Medici Competenti è stato fondamentale.”
Purtroppo in Italia sono ancora troppi i morti e troppi gli infortuni sul lavoro: a suo avviso vi sono carenze normative, di vigilanza e controllo o è soprattutto un problema relativo alla carenza di una vera cultura della prevenzione e della sicurezza?
“A me pare che non ci sia una carenza legislativa. Anzi, sull’onda dell’indignazione dopo incidenti clamorosi, si tende a legiferare e ad inasprire i provvedimenti. Anche la vigilanza da parte degli Enti preposti ed ultimamente orientata verso l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, non si può dire che sia carente se non in settori produttivi grigi e di precariato che prosperano sull’illegalità e quindi di difficile individuazione. Sono convinto che ci sia una carenza diffusa di cultura della Prevenzione, per cui a fronte di mezzi tecnici, procedure, controlli interni e soprattutto una vasta attività formativa non segue una scrupolosa applicazione delle norme e delle regole. Naturalmente non voglio generalizzare, anzi bisogna sottolineare che con l’adozione di alcuni sistemi, pensiamo solo a quelli della qualità e a quello soprattutto della norma ISO 45001 che è lo standard internazionale per la salute e sicurezza sul lavoro, si possono riscontrare organizzazioni avanzate in questo senso. Quando si vanno ad analizzare gli incidenti, soprattutto quelli mortali, si nota che o c’è una carenza di formazione o una superficialità nell’adozione dei sistemi di sicurezza. Gravissima ovviamente la situazione dei Lavoratori precari o francamente illegali in cui la salute e la sicurezza è l’ultima delle preoccupazioni.”
Maurizio Pedrini