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La gestione dei volatili “problematici”

Esistono alcuni principi basilari che vanno opportunamente considerati quando si affronta il tema della gestione degli uccelli opportunisti di città, in quanto si deve agire in un contesto integrato

Le città sono ambienti complessi e variegati: seppur dominate dalla presenza di esseri umani e costruzioni (edifici, strade, manufatti vari) ospitano frammenti degli habitat che erano presenti prima che avvenisse l’urbanizzazione del territorio. La consapevolezza che la città è un ecosistema, dove le relazioni ecologiche al suo interno sono complesse (i rapporti che avvengono sia tra gli esseri viventi che con l’ambiente che li supporta), interagendo pure con il territorio circostante, è basilare quando si affronta il tema delle cosiddette specie “problematiche” (termine che tra l’altro potrebbe essere sostituito con “opportuniste”). In questo articolo ci concentreremo appunto su questa tipologia di uccelli, partendo dal presupposto che questa categoria rappresenta soltanto una piccola parte dell’avifauna. Tradotto in numeri, parliamo di una decina di entità, vale a dire meno del 3% delle specie di uccelli che frequentano le aree urbane, in maniera più o meno stabile. Quindi sotto il profilo comunicativo, è erroneo parlare in maniera generica di uccelli in città che costituiscono una presenza problematica. Piuttosto è vero il contrario: la maggior parte delle specie sono “utili” (ad esempio per la dieta insettivora, o come predatori di topi e ratti), altre non hanno interazioni significative con gli interessi degli esseri umani, e soltanto una piccolissima parte causa i cosiddetti problemi di convivenza.

Problemi di convivenza

Alcune interferenze si possono verificare nell’ambito delle aree urbane, mentre altre negli ambienti circostanti, soprattutto se di tipo rurale. Riguardano il consumo o il deterioramento di prodotti in ambito agricolo (sementi, raccolti) o zootecnico (mangimi), oppure il rischio di birdstrike nei sedimi aeroportuali, vale a dire la possibilità di collisione tra uccelli e velivoli. Nelle città i problemi derivano soprattutto dall’accumulo del guano sulle varie superfici (sporcizia, aspetti igienico-sanitari) tra cui veicoli, monumenti, panchine, marciapiedi, e dai danni che si possono verificare ai tetti o altri manufatti. Vi sono poi le interazioni sanitarie, che meritano attenzione soprattutto rispetto a quelle specie che frequentano le discariche o gli accumuli di rifiuti, sebbene sia da rilevare che i dati scientifici ed epidemiologici disponibili non impongono di elevare questa problematica al livello di allarme generalizzato, come invece tendono spesso a fare alcuni media, in maniera impropria.

 Le specie “problematiche”

Cerchiamo di dare un nome e cognome a questi uccelli. Innanzitutto, hanno delle caratteristiche in comune: di solito la taglia è medio-grande e le abitudini sono sedentarie (vale a dire quasi tutte queste specie non sono migratrici). Sono pure animali gregari e sociali, molto adattabili e intelligenti, e questo riguarda anche la dieta che di solito è onnivora oppure a base di sostanze vegetali. Per la nidificazione utilizzano esclusivamente – o in larga parte – edifici e manufatti di vario tipo. Partiamo dal piccione, chiamato anche colombo (Columba livia forma domestica). Oltre ad essere la specie “problematica” per eccellenza, ha una storia e una serie di aspetti singolari. Le popolazioni presenti attualmente nelle nostre città (piccioni di città) vivono in uno stato di “randagismo”, essendosi formate a partire da individui scappati o liberati volontariamente da una condizione di cattività, che era prevalente fino a circa un secolo fa (piccioni domestici). A sua volta, il piccione è stato addomesticato tra 5 e 10mila anni fa dal piccione selvatico (Columba livia), che tuttora è presente in natura, sebbene molto rarefatto.

Lo storno (Sturnus vulgaris) è una specie parzialmente migratrice, che negli ultimi decenni è diventata maggiormente sedentaria, nonché regolarmente presente nelle aree urbane. Soprattutto al di fuori della stagione riproduttiva si aggrega in gruppi che possono essere decisamente numerosi, e quando sceglie di passare le notti in ambiti molto frequentati dal pubblico – quali possono essere gli alberi di una piazza pubblica o di un viale – si verifica un accumulo di guano che imbratta e degrada gli spazi sottostanti al dormitorio, rendendo scivolose le pavimentazioni. Da pochi decenni si parla del gabbiano reale (Larus michahellis) come specie “emergente”. Il gabbiano reale sta colonizzando progressivamente le città (non solo costiere, ma anche dell’interno) come habitat di nidificazione, cosa che avviene su tetti di qualsiasi tipo e su altre strutture, causando disagi di vario tipo (accumulo di guano, disturbo, interazioni con le persone). Vi sono poi alcune specie della famiglia dei corvidi, in particolare la gazza (Pica pica) e la cornacchia (Corvus corone), che oltre a provocare interferenze in ambito agricolo, concorrono ai rischi di birdstrike e ad altre problematiche. Negli ultimi anni si stanno evidenziando problemi a infissi e altre strutture in legno, ma anche ai cappotti di coibentazione degli edifici, forati da alcuni picchi, soprattutto picchio verde (Picus viridis) e Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), sebbene in questi casi non si possa parlare di specie “problematiche” in senso stretto. Infine, sono da ricordare alcune specie aliene, quali i parrocchetti, responsabili di danni in ambito agricolo (frutteti) e di possibili rischi sanitari.

Strategie di gestione

Esistono alcuni principi basilari che vanno opportunamente considerati quando si affronta il tema della gestione di questi animali. Si deve agire prima di tutto in un contesto integrato, e ciò riguarda sia le azioni da mettere in campo, che i soggetti coinvolti (enti pubblici, operatori, cittadini, ricercatori, associazioni, ecc.). Nella gran parte dei casi è infatti illusorio pensare di trovare il “rimedio magico”. Occorre invece agire su più fronti e in modo coordinato. È altresì importante considerare una dinamica di medio-lungo termine, con l’obiettivo primario di ridurre la capacità portante dell’ambiente, vale a dire le risorse che determinano la presenza della specie in oggetto (che può essere numerosa). Risorse che sono costituite soprattutto dal cibo e dai siti utilizzati per la nidificazione. Ciò significa che occorre concentrarsi sulle cause (azioni indirette) piuttosto che sugli effetti (azioni dirette), anche se a prima vista potrebbe sembrare più rapido e sbrigativo procedere all’eliminazione cruenta degli uccelli indesiderati. Al contrario, gli studi scientifici e le evidenze dirette hanno mostrato che così facendo non si ottengono risultati significativi e duraturi, per l’elevato potenziale riproduttivo e la mobilità delle specie con cui ci confrontiamo. Inoltre, nel contesto sono da considerare gli aspetti sociali, considerando che tra le persone vi sono anche quelle con indole zoofila, che mettono al centro dell’attenzione il benessere degli animali e la tutela della biodiversità, e intervengono nel discorso anche organizzandosi in associazioni animaliste e ambientaliste.

Un secondo step riguarda l’individuazione del contesto e dei soggetti interessati: si tratta di un ambito più o meno limitato (spesso privato) quale può essere un appartamento, un edificio, un’azienda agricola, un impianto industriale o commerciale, oppure chi deve coordinare la strategia è un ente pubblico ed ha come riferimento un territorio ampio quale può essere un comune o una provincia? Di volta in volta cambiano o si modificano le azioni che si possono intraprendere. Parlando di area vasta, gli enti territoriali dovrebbero considerare, in prima battuta, i censimenti che costituiscono la fase conoscitiva e propedeutica per definire e poi monitorare la strategia. Vi sono quindi le modifiche ambientali, gli interventi per limitare la disponibilità di cibo (ordinanze, mangiatoie gestite, campagne informative e di sensibilizzazione), così come i provvedimenti amministrativi da inserire nei regolamenti edilizi, le colombaie gestite, l’incremento dei predatori (tramite installazione di idonei modelli di nido artificiale).

Progettazione edifici

La fase della progettazione di un edificio o di un altro manufatto è strategica nel determinare quelle che saranno le relazioni con gli animali che vivono in quel contesto. Quindi anche della severità con cui si potranno manifestare le interferenze. Il discorso può riguardare opere rilevanti come la costruzione, appunto, di un edificio, di un intero quartiere, di un ponte o una strada, ma anche elementi più modesti quali possono essere un lampione, un palo o un tetto. In merito assistiamo a una notevole carenza di consapevolezza sul tema della biodiversità (in senso esteso) da parte degli addetti ai lavori, quali progettisti, architetti, ingegneri, geometri, ma anche da parte delle ditte edili e degli amministratori di condominio. Si tratta quindi di disporre e divulgare quelle nozioni tecniche che rendono i manufatti meno appetibili per la colonizzazione da parte delle specie indesiderate, prevenendo alla base i problemi ed evitando così i successivi interventi correttivi. Dove non è avvenuta una progettazione e una edilizia accorta, occorre intervenire a posteriori con delle tecniche che mirano all’esclusione degli uccelli indesiderati, che si devono configurare come “difese passive e preventive” a carattere incruento. Tecnicamente si parla di dissuasori di appoggio di vari modelli, utili soprattutto per superfici strette e lineari, di reti antintrusione per gli spazi ampi, di prodotti innovativi in pasta di origine vegetale. Importante è che questi sistemi vengano installati correttamente e ben mantenuti. Prima del posizionamento occorre verificare che non ci siano nidificazioni in corso. Per quanto riguarda le cavità (ad esempio le buche pontaie) è opportuno procedere a un restringimento parziale e selettivo degli accessi, così da precludere l’ingresso ai piccioni, senza interferire con altre specie non-target quali rondoni, passeri, codirossi, pipistrelli e altri piccoli animali.

Marco Dinetti, responsabile ecologia urbana Lipu

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