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Fipe: coprifuoco alle 22 scelta incomprensibile

L'associazione protesta: stanchi di pagare per colpe non nostre

Le recenti normative hanno riconfermato il coprifuoco alle ore 22, in quanto ritenuto parte di un processo graduale di ritorno alla normalità. Questa scelta lascia fortemente insoddisfatta Fipe-Confcommercio, che si è espressa tramite la voce del proprio Presidente Lino Enrico Stoppani: “Questo coprifuoco è incoerente con le finalità che si propone: comprime orari e favorisce comportamenti disordinati e opposti. Siamo esasperati dal ritardo nel comunicare nel dettaglio le misure compensative più volte annunciate. Le chiusure devono essere accompagnate da sostegni equi, e chi è stato maggiormente penalizzato deve essere maggiormente sostenuto. Siamo stanchi di essere noi a pagare per mancanze altrui, come la lentezza della campagna di vaccinazione e l’impossibilità di controllare il territorio punendo comportamenti scorretti”.

In questo, Stoppani si riferisce anche alla decisione di permettere solo il servizio all’aperto: “Alle attuali condizioni del Decreto Legge sulle riaperture, oltre la metà dei Pubblici Esercizi Italiani non può di fatto farlo. Sono scelte che vanno spiegate bene, perché appaiono punitive rispetto a quelle adottate in momenti più critici dal punto di vista sanitario. Siamo stati i primi a proporre gradualità e regole certe, che tuttavia devono avere un supporto di carattere scientifico. Pur applicando rigorosi protocolli di sicurezza e garantendo il solo servizio al tavolo, oggi si ritiene che il problema sia l’utilizzo degli spazi interni”.

“Il settore dei Pubblici Esercizi sta morendo” – conclude Stoppani – “Nel 2020, oltre 22.000 imprese hanno chiuso, e sono stati persi 250.000 posti di lavoro. Si sta disperdendo un patrimonio di conoscenze e competenze di grande valore per il Paese”.

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