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La lezione della pandemia

La situazione vissuta negli ultimi due anni ha dimostrato tutto il valore dell’igiene e oggi possiamo considerarci più preparati e pronti a migliorare ulteriormente la qualità della pulizia nelle nostre scuole

di Maurizio Pedrini

Il dottor Emanuele Marcora è un giovane Dirigente Scolastico che da un paio d’anni è alla guida dell’Istituto Omnicomprensivo Europeo di Arconate e Buscate, in provincia di Milano. Abbiamo chiesto al nostro interlocutore, particolarmente sensibile e interessato ai temi della sicurezza e dell’igiene, di raccontare la sua esperienza in prima linea nella battaglia per prevenire la diffusione del virus, con l’attuazione delle disposizioni di protezione e prevenzione che tanto hanno  modificato, con molteplici conseguenze, la vita di insegnanti, alunni e famiglie.

Quali strategie e modalità organizzative avete adottato per dare attuazione ai vari DPCM, ai protocolli Inail per prevenire il contagio nelle vostre scuole, nei vari gradi scolastici?

“L’impegno a dare attuazione ai DPCM è stato quotidiano e totale: spesso ci siamo trovati di fronte a normative complesse, che ci hanno costretti a compiere un vero e proprio tour de force per applicarle alla vita di tutti i giorni. Personalmente, a questo proposito, mi ritengo fortunato perché mi sono sentito parte di una comunità dirigente territoriale che è stata capace di dar vita ad un valido gruppo di lavoro. Siamo riusciti a superare il rigido steccato delle autonomie per collaborare al meglio, confrontandoci, ponendoci  in stretta relazione e mettendoci in gioco. E’ stato fondamentale, per noi Dirigenti Scolastici, non essere soli a leggere ed interpretare una norma che, nella sua stessa formulazione, a volte è fin troppo sintetica. Spesso, da una parola o da una frase, è stato necessario compiere uno sforzo interpretativo non di poco conto andando a cogliere la cosiddetta ratio legis, per darle poi attuazione”.

Affrontiamo il tema della sanificazione e disinfezione dei locali: nel suo Istituto sono state incrementate le dotazioni economiche a disposizione per l’acquisto di  prodotti, attrezzature e tecnologie?

“Sicuramente gli investimenti finalizzati all’acquisizione di prodotti specifici per le pulizie, la sanificazione e la disinfezione, sono stati ampiamente implementati rispetto alla situazione pre-Covid. Grazie agli stanziamenti pervenuti dal Ministero, c’è stato anche qualche acquisto di attrezzature e tecnologie che mancavano e si sono rivelate assai utili, alla luce delle nuove, importanti sfide. Fin da subito, abbiamo usato prodotti testati  secondo le normative, autorizzati dal Ministero della Salute con l’indicazione di Presidio Medico Chirurgico, che ci sembravano particolarmente adatti all’impiego per la sanificazione delle superfici nel nostro contesto, in questa situazione d’emergenza. In particolare abbiamo curato la disinfezione battericida, fungicida e virucida. Ci siamo pure concentrati sulla pulizia profonda delle pareti e sulla scelta delle attrezzature migliori per la sanificazione dei pavimenti con adeguati detergenti ad uso professionale. Senza poi trascurare la cura della massima igiene, con specifici interventi e prodotti, sia delle toilette che degli spogliatoi, così come dei bidoni nei quali venivano raccolte le mascherine monouso al termine del loro impiego. Abbiamo inoltre posizionato appositi dispenser con gel disinfettante per le mani all’ingresso delle classi, approfittando dell’occasione anche per sostituire quelli posizionati nei bagni. Per quanto riguarda gli acquisti di attrezzature, ci siamo orientati verso alcune idropulitrici e vaporetti, rivelatesi assai preziosi per le pulizie più profonde e accurate di certe superfici difficili. Infine, abbiamo comperato un certo numero di carrelli per le pulizie muniti di copertura superiore per svuotare i cestini dei rifiuti con chiusure di massima sicurezza, in modo da evitare che qualcuno potesse impossessarsi di questi prodotti chimici, alcuni dei quali assai pericolosi, durante le operazioni di pulizia”.

Al riguardo, un nodo cruciale è stato proprio quello della formazione del personale, in particolare dei collaboratori scolastici: vi sono state specifiche iniziative per prepararli ai delicati compiti di pulizia loro assegnati? 

“Le strategie da noi perseguite hanno dato ottimi frutti. La formazione del personale docente e ausiliario è stata particolarmente curata all’interno di uno specifico protocollo dedicato all’igiene e alla pulizia. Così, per i collaboratori scolastici si è messo a punto la redazione di un foglio firme nel quale ogni autore di qualsiasi intervento di igienizzazione di un determinato ambiente doveva apporre la propria firma, proprio per attestare sulla carta la frequenza e l’effettiva periodicità delle operazioni prefissate: il tutto per assicurare la possibilità di un effettivo controllo e verifica. Abbiamo inoltre dato vita ad un percorso di formazione straordinaria di tutto il personale, curato dal Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, differenziata – ovviamente – tra  docenti e non.  A fronte di una parte basilare, comune alle due categorie, ve ne era una specifica per i collaboratori scolastici, volta non solo a richiamare i protocolli adottati, ma anche a convincere queste indispensabili figure professionali circa la validità delle scelte compiute, offrendo loro strumenti pratici di approfondimento, per renderli maggiormente convinti e consapevoli. In effetti, la possibilità di rivolgere domande all’esperto ed avere risposte e spiegazioni mirate, si è rivelata davvero importante per superare il naturale momento di disorientamento di fronte alla necessità di uscire dalla routine di prassi igieniche a lungo consolidate. Insomma, direi che questa formazione non solo è servita ad accettare il cambiamento, ma a condividerlo pienamente, facendo percepire al personale ausiliario la delicatezza e la rilevanza del proprio ruolo”.

Possiamo affermare che questa emergenza è servita molto sotto il profilo educativo, anche per riaffermare il valore di una cultura dell’igiene personale, forse un po’ troppo trascurata negli ultimi anni?

Certamente sì. La nostra esperienza ha dimostrato tutto il valore dell’igiene, una sorta di filo rosso che ha guidato parecchi interventi educativi, con confortanti risultati, accompagnati dal valido supporto della cartellonistica appesa nei bagni indicante il modo corretto di lavare le mani. I bambini, per certi versi, sono stati più bravi degli adulti nel recepire queste salutari abitudini”.

 

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