Sicurezza, pulizia e igiene: il ruolo del direttore d’albergo
Abbiamo incontrato il presidente dell’Associazione Direttori d’Albergo, Alessandro D’Andrea, per analizzare insieme il complesso momento di transizione vissuto dal mondo alberghiero, chiamato a nuove, impegnative sfide imposte dalla nuova dimensione del turismo post-pandemia
Ha parlato spesso di una necessità di Rinascita del turismo, non solo alberghiero, in Italia. Ne è ancora convinto?
“Certamente. Il settore ha sofferto tantissimo ma può essere il volano per la ripartenza economica, non solo di questo specifico comparto economico, ma di tutto il Paese. Più che di ripartenza, si può parlare a ragione di Rinascita, di un vero e proprio nuovo inizio, perché è ragionevole attendersi un futuro diverso, soprattutto relativamente alle modalità con cui si è lavorato fin oggi. Ospiti e turisti, che verranno nel nostro Paese, avranno sicuramente aspettative e abitudini di viaggio diverse rispetto a quelle del passato. La sicurezza sanitaria, ad esempio, sarà posta al centro di ogni struttura ricettiva che dovrà garantire la sicurezza e la tranquillità del soggiorno dei suoi ospiti.”
A fronte di un quadro così incerto, quali sono i principali obiettivi che il mondo dell’hotellerie più qualificato intende perseguire per affrontare le tante criticità del momento?
“Il primo step è quello di poter continuare a praticare la qualità. In Italia possiamo ancora vantarci di possedere un’offerta turistico-alberghiera assai qualificata e competitiva. Il che rappresenta, indubbiamente, un punto forte a nostro favore. Il secondo investe il tema della Sicurezza, che deve rappresentare un valore assoluto, da coniugare con le parole pulizia e igiene. Le strutture alberghiere devono essere impegnate in prima linea in questa direzione. Una terza importante direzione di marcia è quella che investe la destinazione. L’Italia è sempre stata considerata una meta privilegiata dal turismo internazionale. Subito dopo questa scelta di fondo, però, arriva quella che privilegia una regione, una città e l’albergo in cui l’ospite sceglie di soggiornare: qui il turista deve assolutamente trovare ordine, pulizia, comfort, servizi efficienti e tanto altro ancora. Mi riferisco ad una qualità a tutto tondo. In Italia possiamo contare su destinazioni nelle quali questi requisiti sono certi, mentre altre destinazioni non forniscono tali garanzie. Dobbiamo alzare l’asticella in modo tale da assicurare che gli standard di riferimento siano rispettati ovunque, a prescindere dall’hotel prescelto.”
Va prendendo piede l’idea di una certificazione di qualità degli interventi di pulizia alberghiera. Lei cosa ne pensa?
“Sono assolutamente favorevole a portare avanti questa idea e la considero di fondamentale importanza affinchè i nostri ospiti si possano sentire davvero tranquilli. Per raggiungere lo scopo, serve la massima cooperazione e sinergia: tra chi guida e gestisce l’albergo e le aziende e/o il personale in grado di svolgere al meglio l’attività, impiegando prodotti e tecnologie adeguati, a loro volta certificati. A volte si ritiene, semplicisticamente, che pulire sia molto facile, perché lo fanno abitualmente le persone nelle loro case, ma invece si tratta di un processo che richiede professionalità, competenza conoscenze ed esperienza. In questo particolare momento di post-pandemia è richiesta, anche negli hotel, un’igienizzazione ancor più accurata di tutti i locali. Oltre a pulire, devi garantire una perfetta sanificazione, per scongiurare o almeno limitare il rischio del contagio. Certificare tutto ciò significa dichiarare, con delle prove effettive e scientifiche che quanto è stato fatto è corretto, misurabile, il più possibile oggettivo. Ripeto, oggi la certificazione, anche per il nostro settore, dovrebbe riguardare anzitutto i prodotti chimici impiegati nella pulizia, i macchinari usati, le procedure messe in atto, non solo all’interno dell’albergo ma nell’ambito dell’intera filiera. Solo così potremmo dichiarare con serietà al nostro ospite che la camera è igienicamente sicura o che il bagno è perfettamente igienizzato, oppure che la biancheria presente in camera è stata adeguatamente sanificata e sterilizzata.
Un’offerta turistico-alberghiera sempre più mirata e professionale non può prescindere dal ruolo primario del direttore d’albergo: questa figura, a suo parere, è sufficientemente considerata?
“Di primo acchito mi verrebbe da rispondere negativamente, nel senso che attualmente esistono ancora molte realtà nelle quali non ci si affida a un direttore d’albergo, il che comporta sicuramente un danno all’azienda, se non nel breve, nel medio lungo termine. Questo perché il direttore d’albergo ha un quadro panoramico completo della situazione. È in grado non solo di saper gestire l’albergo a livello operativo, ma anche di conoscere bene il mercato, valutandone l’evoluzione, lo sviluppo e la concorrenza. È capace inoltre di saper negoziare con il fornitore, gestendo validamente il team, sapendo individuare, facendo leva sulla sua preziosa esperienza, i migliori collaboratori. Noi direttori d’albergo siamo tenuti a possedere competenze che spaziano dalle risorse umane, alle abilità tecnologiche, al marketing, all’amministrazione, al digitale, solo per citare quelle di maggior rilievo”.
Maurizio Pedrini