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Azioni concrete a sostegno del Made in Italy

Il Documento conclusivo XI della Cabina di Regia per l’internazionalizzazione, reso noto il 16 febbraio 2023 contiene le linee guida delle iniziative che andranno a sostenere anche le PMI del professional cleaning impegnate a commercializzare il Made in Italy nel mondo

Leggendo con la dovuta attenzione il Documento conclusivo XI della Cabina di Regia per l’internazionalizzazione, reso noto il 16 febbraio 2023 dalla Farnesina, si osservano molti spunti di riflessione anche per la PMI che rappresenta il nucleo principale dell’industria del Made in Italy nel settore del professional cleaning. Oggi sono proprio le Piccole e Medie Imprese l’asse portante dell’industria del settore, che presenta una forte vocazione all’export con circa il 50% del valore prodotto (fatturato di 884 milioni di euro) della produzione di tecnologie per la pulizia professionale esportata nel 2021 – riferita esclusivamente alla componente macchine e attrezzature – sul mercato europeo e su quelli di tutto il mondo. L’indagine CERVED pubblicata lo scorso anno aveva tracciato un quadro estremamente dinamico e competitivo e fiducioso del comparto, con circa il 40% delle aziende, specialmente quelle più strutturate, che manifestavano aspettative di crescita nel post-pandemia. Tra le criticità espresse con maggior forza: la concorrenza dei gruppi internazionali e l’aumento dei prezzi delle materie prime (16,6% degli intervistati), ma anche i ritardi nella logistica e le complesse problematiche connesse ad altre ben note difficoltà del Sistema Paese.

Il quadro economico internazionale

Crescono le esportazioni italiane (+20,58%) ma nel 2023 rallenta l’economia mondiale. Il documento della Farnesina si sofferma innanzitutto sul quadro economico internazionale segnato dal 2020 dall’emergenza pandemica; esso – come purtroppo ben sappiamo – è repentinamente mutato con l’insorgere del conflitto in Ucraina. Il principale canale di trasmissione dell’impatto della guerra è rappresentato dalle commodities, le cui quotazioni sui mercati finanziari si sono impennate, alimentando una fase di rialzo in corso già dal secondo semestre del 2021. L’inflazione elevata, i rincari delle materie prime, le difficoltà di approvvigionamento di alcuni fattori produttivi, le strozzature nei trasporti e nella logistica, insieme all’orientamento restrittivo della politica monetaria nei principali Paesi e all’incertezza sull’evoluzione del conflitto in Ucraina rappresentano attualmente un grosso freno all’economia mondiale, che si attende in rallentamento nel 2023. La congiuntura economica negativa si è così manifestata in tutte le filiere. In questo scenario globale, non sono stati risparmiati neanche i settori economici che negli ultimi anni hanno evidenziato le performances migliori e più resilienti. Tra di essi, infatti, quelli che hanno subito maggiori impatti negativi sono il turismo, o settori ad esso riconducibili, come il trasporto aereo, soprattutto con riferimento al segmento internazionale. Sul fronte dell’export, nel periodo gennaio-novembre 2022, rispetto ai primi undici mesi dell’anno precedente, le esportazioni italiane segnano una crescita del 20,58% per un valore di 573 miliardi di euro e un aumento anche in volume, seppur contenuto, dello +0,3%. Tuttavia, si registra un aumento ancora più pronunciato delle importazioni, pari al 39,5% per un valore di quasi 605 miliardi e dell’1% in volume. Il forte incremento delle importazioni è dovuto all’aumento dei valori medi unitari, trainati in particolare dai costi dell’energia e dei beni intermedi. Al netto degli acquisti di prodotti energetici, infatti, l’aumento dell’import si riduce al 25,7%. Su questi dati pesa pertanto la componente inflazionistica, tornata cruciale nel condizionare l’evoluzione dell’economia globale. La crescita più marcata delle importazioni rispetto alle esportazioni, determina nei primi undici mesi dell’anno, un disavanzo della bilancia commerciale pari a -32 miliardi di euro (a fronte di un avanzo di +41,8 miliardi nell’analogo periodo del 2021), da addebitare soprattutto al deficit energetico di oltre -102 miliardi (era -40 miliardi nel periodo gennaio-novembre 2021). Al netto della bolletta energetica, si registra invece un avanzo commerciale di +70 miliardi di euro rispetto a +83 miliardi dei primi undici mesi del 2021. 

Azioni di sistema

Nel 2023 l’attività di sostegno pubblico all’internazionalizzazione dedicherà una rinnovata attenzione alla realizzazione di azioni di sistema, privilegiando la valorizzazione di specifiche filiere produttive e riservando un particolare rilievo al tema dell’economia circolare e della sostenibilità, settore nel quale l’Italia è leader con un tasso di utilizzo circolare degli input di produzione raddoppiato negli ultimi 10 anni e pari quasi al doppio della media europea (ITA=21,6%; EU27=12,8% nel 2020). Questo approccio consentirà di non limitarsi a promuovere solo dei prodotti, ma un paradigma innovativo di fare impresa, presentando le nostre filiere, non solo come eccellenze nel panorama internazionale, ma anche come campioni in tema di sostenibilità, transizione ecologica ed energetica. “Tale azione – evidenzia il documento – si avvarrà, oltre che dei consueti e consolidati strumenti promozionali ICE (organizzazione di fiere all’estero, incoming in Italia di operatori esteri, azioni di comunicazione e corsi di formazione), dell’organizzazione di ‘missioni per la crescita’, secondo un approccio differenziato per Paese, sulla base di una valutazione complessiva del potenziale di crescita del Made in Italy nei differenti settori dove l’Italia esprime un elevato grado di competitività, con un particolare focus sulle piccole e medie imprese.” L’economia circolare è, infatti, un tema trasversale declinabile in ogni settore produttivo e che, nel contesto della strategia promozionale che sarà attuata, privilegerà le filiere della tecnologia industriale, dei semilavorati e delle materie prime, della chimica e delle scienze della vita, dei trasporti e della logistica, dell’agro-alimentare e dei sistemi moda-calzature e arredo casa-ufficio. La tutela e la valorizzazione del Made in Italy sono da sviluppare in modo sempre più capillare, valorizzando le tipicità dell’offerta italiana. In questo quadro, oltre alle attività che sono già realizzate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), con la direzione dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), sono previste attività più specifiche di assistenza alle imprese per consentire loro di operare in sicurezza sui mercati esteri, orientandole e tutelandole sul versante della proprietà industriale e della promozione dei prodotti tipici (in particolare i prodotti D.O.C., D.O.P., I.G.P.) anche in risposta al fenomeno dell’Italian Sounding. “L’esperienza di questi anni – sottolinea ancora il lavoro della Farnesina – ci evidenzia quanto le PMI sottovalutino il tema della registrazione dei marchi, da un lato, e del fenomeno Italian Sounding, dall’altro, che impatta anche sulla competitività stessa dell’impresa.”

I punti di partenza per sostenere le nostre aziende sono quelli degli incentivi MIMIT che nel tempo si sono consolidati anche a seguito del riscontro positivo dato dalle imprese stesse; a questi si affiancheranno:

  • lo sportello unico, preposto a risolvere i problemi di qualunque tipo di competenza della Pubblica Amministrazione per qualunque tipo di impresa, che avrà una declinazione dedicata e specializzata alle imprese del Made in Italy che intendono internazionalizzarsi;
  • un programma per valorizzare, specie a livello di comunicazione, il Made in Italy, anche attraverso forme di etichettatura delle merci che ne esplicitino la provenienza e il processo a monte (ad esempio blockchain). In questo ambito giocheranno un ruolo fondamentale le reti di uffici che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) – tramite la propria rete diplomatica e consolare, nonché grazie al network ICE – potranno sostenere il sistema imprenditoria.

Maurizio Pedrini

 

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