Mercato del cleaning nei Paesi baltici
Abbiamo incontrato il Dottor Janis Ozolins, Amministratore Delegato dell’Associazione LPUAA, che dà voce al settore dell’igiene professionale e alle imprese lettoni per conoscere da vicino le dimensioni e le potenzialità di un mercato che guarda al nostro Paese con grandi aspettative

Uno sguardo al mercato emergente del professional cleaning nei Paesi Baltici, in particolare in Lettonia, Paese di piccole dimensioni (64.589 km2, poco più di un quinto della superficie italiana) con una popolazione di circa 1 milione e 900mila abitanti, ma dalla vocazione economica assai dinamica e proiettata al futuro. Con Lituania ed Estonia, questo Stato, il cui paesaggio è caratterizzato da ampie spiagge e da fitte ed estese foreste, appare oggi decisamente proiettato verso l’UE, evidenziando un grande interesse per l’Italia. Abbiamo avuto il piacere di conoscere e intervistare Janis Ozolins, Amministratore Delegato di LPUAA (Latvijas Profesionālās uzkopšanas un apsaimniekošanas asociācija), l’associazione che dà voce alle imprese e al comparto della pulizia professionale nel Paese.
Ci può brevemente presentare la sua associazione?
“LPUAA si dedica allo sviluppo del settore, con un particolare focus sull’igiene professionale e unisce fornitori di servizi di cleaning, aziende multiservizi e fornitori di materiali per il professional cleaning. L’80% dei nostri membri è costituito da imprese di servizi, che includono sia i leader del settore sia le piccole realtà imprenditoriali. In buona sostanza riuniamo gli attori più sensibili e all’avanguardia del comparto che desiderano investire le proprie risorse per far crescere la cultura del pulito LPUAA rappresenta il 55% del fatturato del settore del cleaning professionale in Lettonia e, in ambito europeo, siamo membri dell’EuroFM (European Facility Management Network). Siamo l’unica associazione di cleaning professionale presente nei Paesi Baltici.
A quanto ammonta, in euro, il fatturato globale del mercato delle pulizie professionali in Lettonia? Quante sono queste realtà e quali servizi offrono?
Stimiamo che il mercato del cleaning in Lettonia valga intorno ai 500 milioni di euro, tuttavia solo un terzo di questo è servito dal settore professionale del cleaning. Gli altri potenziali clienti preferiscono pulire autonomamente per diverse ragioni. Ad esempio, nei bandi di gara pubblici, un problema storico è stato quello dei prezzi eccessivamente bassi, che portano a una qualità inferiore del servizio e spingono i clienti a riprendere in mano le pulizie, pagando di più i propri addetti e ottenendo così una qualità superiore. Un’altra problematica particolarmente sentita è la difficoltà nel reperire servizi di cleaning adeguati, poiché senza un’analisi approfondita non è semplice definire criteri realistici per monitorare il processo. Processi senza criteri ben definiti portano a cattivi risultati”.
Nel mercato operano prevalentemente imprese, cooperative o ditte individuali?
“In Lettonia non esistono cooperative nel mercato delle pulizie; il settore è dominato dalle imprese private. Ci sono una sessantina di aziende che offrono servizi di cleaning sul mercato, di cui circa una quindicina sono attive negli appalti pubblici. Una piccola quota del mercato è servita anche da ditte individuali. La maggior parte delle grandi imprese può essere classificata come multiservizi, anche se alcune sono specializzate nelle pulizie. La concentrazione del mercato è bassa, il che significa che la concorrenza è elevata, portando sia vantaggi che svantaggi”.
Nel settore delle pulizie avete anche predisposto dei progetti transnazionali finanziati dall’Unione Europea: ce ne può parlare?
“A prima vista potrebbe sembrare che siamo limitati ai contributi dei nostri membri o degli sponsor per finanziare il nostro lavoro. Tuttavia, esistono opportunità per sfruttare i finanziamenti dell’UE in progetti transnazionali, che possono superare di molte volte il budget della nostra associazione. Un esempio è stato un progetto collaborativo tra tutti i Paesi europei che hanno adottato lo standard INSTA 800, per valutare l’impatto in ogni nazione e preparare linee guida per gli utenti. Un aspetto cruciale del progetto era determinare il tempo necessario per migliorare il livello di qualità, ovvero quanto tempo occorre per pulire una stanza sporca in diversi tipi di ambienti. Ad esempio, si voleva stabilire quanti metri quadri di bagni si possono pulire in un’ora, elevando il livello di qualità da 0 a 5. Queste informazioni sono preziose per la redazione dei preventivi. Inoltre, considerando che gli estoni sono molto più avanzati nella formazione, abbiamo preparato un progetto di collaborazione tra Estonia e Lettonia”.
Maurizio Pedrini