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La sfida europea del cleaning

La Federazione Internazionale delle imprese di pulizia e dei multiservizi punta con decisione ad espandersi in tutta Europa. È questo l’obiettivo dichiarato dal neo presidente italiano, Roberto De Zorzi, che resterà in carica per tre anni

A Cagliari – dal 19 al 22 settembre si è svolta la 67 Conferenza di FIDEN (Fédération Internationale des Entreprises de Nettoyage), l’associazione europea delle imprese operanti nel settore della pulizia industriale, durante la quale il Consiglio Direttivo ha eletto il veneziano Roberto De Zorzi alla presidenza. Le giornate, come sempre, hanno offerto un perfetto connubio tra momenti di confronto culturale su temi di stretta attualità, svago e relax con una giornata finale dedicata a una visita guidata al meraviglioso territorio sardo, ricco di tradizioni e suggestioni.

Fra i tanti temi al centro dell’attenzione sui quali si sono confrontati gli associati nell’incontro in Sardegna, due hanno riscosso senz’altro il maggiore interesse, ovvero quello relativo all’applicazione dell’intelligenza artificiale nel settore e le prospettive d’impiego nel mondo delle imprese dedite alla pulizia professionale da parte della cosiddetta generazione Z. 

L’IA sta trasformando vari settori, dalle grandi aziende alle piccole imprese e start-up. Nonostante l’adozione sia ancora in fase iniziale nelle PMI, il potenziale dell’IA per innovare, ottimizzare e migliorare le operazioni è enorme. Studi e casi pratici mostrano come l’IA possa diventare un alleato strategico per la crescita e la redditività. Per quanto riguarda il secondo punto della sua domanda, è emerso come negli ultimi anni, il dibattito attorno ai giovani della generazione Z si sia notevolmente acceso, spesso concentrandosi sui loro presunti limiti in ambito lavorativo. In particolare, negli Stati Uniti si è assistito a un fenomeno crescente di licenziamenti tra i giovani dipendenti, attribuiti a fattori come la mancanza di motivazione, difficoltà nel problem solving e scarso allineamento culturale con le aziende. Credo che, anche se tali dinamiche non siano ancora così marcate in Italia, sia importante riflettere sulle implicazioni e su come le aziende, in particolare le PMI, possano trasformare una criticità in un’opportunità, grazie al welfare aziendale. In sostanza, il dibattito sui giovani della Gen Z non deve trasformarsi in una condanna, ma in un’opportunità per riflettere su come costruire un mondo del lavoro più inclusivo e sostenibile.

In altri Paesi europei, specie in Austria e Germania, le imprese di pulizia e FM dimostrano anche di saper fare meglio di noi, un gioco di squadra: è vero? 

Certamente, direi che sanno fare lobbying tra di loro: l’esatto contrario di quanto avviene per noi italiani. In altre parole sono capaci di far leva su comuni interessi, riuscendo ad esercitare una sorta di pressione verso i governi e le altre realtà economiche sulle quali intendono incidere. Per esempio, ciò avviene nella gare d’appalto con gli enti pubblici: quando si presentano agli interlocutori della PA, le imprese di pulizia e multiservizi hanno estremo rispetto dei costi e, pur lavorando con budget molto più elevati, possono contare sul vantaggio di un costo della manodopera nettamente inferiore al nostro. In alcuni Paesi non esiste neppure la quattordicesima mensilità per i dipendenti e l’esborso di denaro da parte del datore di lavoro per un licenziamento è nettamente inferiore al nostro, come pure gli oneri accessori e previdenziali. Per tutte queste ragioni, i nostri amici di alcuni Stati europei riescono a vendere offerte prodotti ad un prezzo assai più elevato del nostro. Insomma, un motivo per chiedere con forza che da noi la lotta alle aziende spurie, attive quotidianamente nella concorrenza sleale, debba essere svolta da parte del Governo con grande determinazione, usando tutti i mezzi a disposizione, a partire da rigorosi controlli ispettivi.

Veniamo agli obiettivi che sta portando avanti con la sua presidenza: quali sono le priorità al centro del suo impegno?

Il mio predecessore, Hans Ziegle, si è molto impegnato durante il suo mandato ad ampliare la rappresentanza delle imprese europee in seno alla Federazione. Durante il triennio nel quale sarò presidente il mio ruolo sarà quello di cercare di ampliare ulteriormente, non solo in Italia ma anche in Europa, questa rappresentanza. So che non sarà un compito facile nel nostro Paese, proprio per le difficoltà di cui accennavo in precedenza, ma farò certamente del mio meglio avvicinando quegli imprenditori che condividono la nostra mission, in modo da contare molto di più ed avere una degna rappresentanza a tutti i livelli istituzionali, in particolare al Parlamento Europeo, perché questa associazione rappresenta culturalmente e professionalmente imprese sane, produttive e desiderose di creare lavoro e ricchezza nell’ambito della pulizia specializzata e del multiservizio. È giusto che questa voce sia ascoltata e possa far valere le sue richieste. Punterò anche a ricucire possibilmente lo strappo che si è creato qualche anno fa, a seguito di piccole rivalità, con i colleghi francesi, che pure sono stati tra i padri fondatori del nostro sodalizio e rappresentano una realtà assai significativa. Spero che guardando al futuro del cleaning si possano ritrovare serenità e spirito di collaborazione. Ma non solo: penso siano molto interessanti, per un’eventuale espansione della nostra presenza, anche l’Olanda, la Svezia e la Danimarca – anche i Paesi del Baltico e quelli dei Balcani. Quelli che ho elencato, insieme ad Albania, Grecia e Croazia, sono Stati europei che, grazie ad aver raggiunto un certo benessere, sentono il bisogno di accrescere la loro cultura d’igiene e di una pulizia sempre più mirata. Un ultimo elemento di riflessione che mi induce all’ottimismo è che in Europa e nel mondo intero assisteremo ad una progressiva carenza di manodopera per cui crescerà in modo esponenziale l’esternalizzazione dei servizi. Nel nostro settore si creerà tanta nuova occupazione, della quale potranno godere senz’altro le imprese più preparate e attente all’innovazione.

Maurizio Pedrini

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