Igiene e Ambiente - Disinfestazione

Termiti, un problema spesso sottovalutato

a cura di Michele Ruzza, Consultant and Pest Management Advisor

Se si parla di insetti sociali, subito il pensiero corre alle api o alle formiche, ma nel sottosuolo o nascosti dentro del legno in opera, ci sono altri insetti sociali, forse meno noti, ghiotti di cellulosa e lucifughi, le termiti.

Le specie Italiane

Le termiti sono degli isotteri [ίσος(isos): uguale e πτερόν (pteron): ala] e tra di esse possiamo identificare due grossi gruppi, le termiti del legno secco e le termiti sotterranee. Tra questi due gruppi principali possiamo di sicuro ricordare, tra le termiti del legno secco, la Kalotermes flavicollis con colonie di oltre 1.000 individui che tendenzialmente crea dei fori rotondi nel legno in opera e la Cryptotermes brevis, più rara in Italia, che crea fori di tipo ovale con colonie di poche centinaia d’individui. Tra le termiti sotterranee abbiamo invece la Reticulitermes sp., che dal sottosuolo può arrivare a colonizzare il legno in stagionatura e in opera con colonie composte da diverse centinaia di migliaia di individui. Partendo quindi dall’ambiente esterno arriva a colonizzare gli edifici, chiese, musei e strutture le più varie.

Legislazione in Italia e in Francia

Se in Italia non esiste una specifica normativa per il controllo di questo infestante, anche se tali metodologie di sono ormai consolidate da anni di esperienza e professionalità dei PCO, in altri stati sono state emesse delle normative specifiche per la garanzia di assenza di questo infestante dalle nostre infrastrutture.

Caso tipico è la Francia, dove legislazione prevede una certificazione in caso di vendita di edifici costruiti e da costruire che garantisca l’assenza di qualsiasi infestazione della proprietà da parte di termiti o altri insetti xilofagi, certificazione che ha una validità di 6 mesi (Legge n°99-471 del 08/06/1999, Decreto applicativo n°2000-613 del 03/07/2000 e Decreto del 10/08/2000. Tale certificazione prevede che sia eseguita da un esperto del settore e si deve sviluppare con:

  • ispezione delle aree esterne dell’edificio con carotaggi per evitare la presenza di termiti del sottosuolo;
  • ispezione di tutte le parti in legno della struttura abitativa con sondaggi per valutare assenza di insetti xilofagi;
  • formulazione di una relazione tecnica che comprende tutte le partei visitate e non (ovvero quelle aree a cui non si e potuto accedere) con identificazione di eventuale presenza di termiti o altri individui xilofagi e se gli stessi risultano attivi;
  • certificazione di validità della stessa di 6 mesi.

Competenze necessarie

Posto che in Italia, anche se le segnalazioni sono in aumento, non esiste una normativa di riferimento, possiamo inizialmente identificare come, per intraprendere un corretto controllo di questo infestante, il PCO deve annoverare una conoscenza di diversi fattori che vanno dal tipo di materiale del manufatto attaccato, al valore economico e/o artistico del bene oggetto d’intervento, senza naturalmente dimenticare l’ambiente nel quale si va ad operare, il tipo di parassita (legno secco o sotterranee) e il suo livello d’infestazione. 

Tipi di lotta

Avendo analizzato attentamente tutti i parametri sopra evidenziati il PCO può quindi identificare la più corretta metodologia di controllo di questo infestante che si può sviluppare con mezzi fisici, quali alte temperature, basse temperature e microonde o con mezzi chimici quali insetticidi di contatto, fumigazioni ed esche alimentari.

La specie target

Come abbiamo visto le metodologie di controllo sono diverse e gestite in funzione dalla specie, quindi, prendendo spunto da un intervento eseguito nel comprensorio bolognese, andiamo ad analizzare quella che è la più corretta metodologia di controllo per Reticulitermes lucifugus (termite sotterranea) mediante l’utilizzo di esche alimentari.

Inizialmente, la segnalazione ricevuta parlava di una forte invasione di “formiche volanti” che uscivano dal battiscopa dell’abitazione e quindi, come in tutti i casi di segnalazione non circonstanziata, la parte fondamentale da sviluppare è certamente il sopralluogo. Grazie ad una visione diretta degli individui si è potuto facilmente identificare come le cosiddette “formiche volanti” altro non erano che individui di Reticulitermes lucifugus in fase di sciamatura.

Ispezioni e progetto di fattibilità

Accertato l’infestante e valutato l’ambiente nel quale operare si è iniziato un primo controllo dell’habitat, partendo dalle aree esterne per poi portarsi all’interno dell’abitazione, eseguendo il controllo sulla base di quelle che sono le indicazioni date dalla normativa francese e di cui risulta utile fare riferimento nel caso di prima ispezione. Naturalmente, valutato che le termiti sotterranee sono molto sensibili a contaminazioni è stato subito richiesto al segnalante se avesse utilizzato degli insetticidi non professionali per arrestare la sciamatura in atto, mentre tutte le ispezioni sono state eseguite con gli opportuni DPI (guanti in lattice usa e getta) e con attrezzatture pulite e non erroneamente contaminate da altri insetticidi di sintesi.

L’ispezione ha dapprima evidenziato come era presente nell’area cortiliva una ceppaia di conifera sotto alla quale erano facilmente identificabili individui di Reticulitermes sp.. Altri individui e percorsi tipici nel legno di questa termite sono state poi rinvenute anche in una struttura lignea collocata a ridosso dell’abitazione (gazebo in legno) e in alcune aree interne dell’abitazione, ovvero i controtelai di tre porte,  oltre a dei camminamenti protetti (camini o cannelli) presenti nella cantina.

Valutata quindi l’estensione, la propagazione dell’infestazione e la struttura su cui andare ad operare si è convenuto di agire con controllo mediante esche alimentari a base di cellulosa a base di Diflubenzuron (CAS: 35367-38-5) inibitore della sintesi della chitina) al fine di eliminare integralmente la colonia. 

Caratteristiche tecniche delle esche

Le esche per il controllo di Reticulitermes si suddividono in postazioni per terreno e per muro. Le postazioni per terreno sono costituite da un contenitore cilindrico in plastica del diametro ci circa 9,0 cm, opportunamente fessurato al cui interno viene inseriro un cilindro di legno per consentire il monitoraggio e facilitare l’addescamento delle termiti. A seguito della colonializzazzione del cilindro in legno è possibile inserire, nello stesso cilindro, un secondo cilindro (anch’esso fessurato) al cui interno è presente l’esca alimentare a base di cellulosa. Le postazioni da muro sono invece dei parallelepipedi di circa 15,0 x 8,0 x 4,0 cm con la parte a vista chiusa e il retro aperto per un contatto diretto con il camminamento dell’infestante. All’interno della postazione, che deve essere fissato sui camminamenti per intercettare le termiti, è posizionata l’esca alimentare a base di diflubenzuron: è importante inumidirela con acqua distillata mediante un vaporizzatore, per aumentare sensibilmente l’attrattività della stessa. 

Pianificazione triennale: primo anno

Il progetto di eliminazione della colonia, iniziato nel mese di Aprile, si è sviluppato nell’arco di tre anni con controlli ogni 45 giorni nel periodo Aprile-Ottobre e ogni 90 giorni nel periodo invernale. 

Nella prima fase, al fine di identificare correttamente tutti i possibili percorsi delle termiti, si è provveduto ad eseguire una cintura contenitiva dell’abitazione nell’area esterna con posizionamento di postazioni per terreno ad una distanza media di 4-5 metri tra di loro. All’interno dell’abitazione si sono invece collocate delle postazioni a muro sulla base dei dati rilevati nel sopralluogo, ovvero lungo i camminamenti presenti nei controtelai delle porte e nei cannelli presenti nella zona cantina. Naturalmente si è provveduto ad apporre idonea cartellonistica, identificando numero di postazione, target considerato e principio attivo utilizzato, oltre ad applicare uno specifico QR per poter reperire su supporto informatico i dati di eventuale consumo e garantire una storicità e controllo dell’intervento

Durante i controlli si è potuto identificare come parte delle postazioni installate, tra area interna e area esterna, erano state utilizzate come fonte di approvvigionamento della colonia. In particolare si sono identificate colonizzate tre postazioni in area esterna (la n° 8, la n°12 e la n°13 che sono state prontamente attivate con prodotto biocida), una postazione nella zona del gazebo in legno collegato all’abitazione (la n° 20), due postazioni all’interno dell’abitazione (la n° 18 e la n° 19) e quella direttamente inserita nel camminamento protetto in cantina (la n°22)  

Già nell’arco dei primi 6 mesi dall’inizio del trattamento, oltre ad un attivo consumo della cellulosa presente all’interno delle esche, si sono iniziati ad identificare i primi segni di indebolimento della colonia.

Si è rilevato infatti un cambiamento delle abitudini in seno alla casta, ovvero una sempre maggior presenza di individui soldati alla ricerca di cibo e una conseguente e costante diminuzione del numero di operaie attive.

Oltre alle indicazioni soggettive e visive a seguito dei monitoraggi, si è sviluppato anche un controllo entomologico degli individui con campionature che hanno rilevato come in molte operaie l’addome risultava di colore bianco. Tale fatto, valutato che l’esoscheletro delle Reticulitermes sp. è parzialmente semitrasparente, identificava con assoluta certezza che le stesse stavano consumando attivamente l’esca. Altro punto che ha successivamente avvalorato il costante decadimento della colonia è stata l’identificazione di acari parassiti sul corpo degli individui campionati.

Secondo anno

Nell’arco del secondo anno di intervento si è rilevato un sempre minor consumo delle postazioni attive, non sono avvenuti sciamature e neppure presenza di nuovi cannelli,

Terzo anno

Nel terzo anno il consumo è cessato per cui l’obiettivo è stato raggiunto.Le ispezioni sono terminate all’inizio dell’autunno.

Conclusioni 

Si può quindi identificare come il controllo delle termiti sotterranee è fattibile anche se estremante lungo e laborioso oltre che (purtroppo) invasivo. Risulta però un sistema nel quale è necessaria una estrema perizia ed attenzione da parte del disinfestatore sia in fase di progettazione sia in fase di monitoraggio, messa in opera e verifiche, e deve annoverare, assieme ad una elevata conoscenza delle dinamiche di popolazione di questo insetto sociale una corretta gestione dei materiali da utilizzare, evitando per gli stessi qualsiasi contaminazione con altri biocidi che possono portare ad una frammentazione della colonia stessa e alla conseguente ricerca di nuovi percorsi, causando quindi un allargamento dell’infestazione.

 

 

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