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La lotta agli acari ieri e oggi

La lotta agli acari rappresenta un grave problema sanitario in quanto questi aracnidi sono fra le principali cause di fenomeni allergici e di fastidiose dermatiti. In contesto alberghiero, questi pericoli si moltiplicano.

Ogni protocollo di lotta a queste entità infestanti raccomanda di agire sulla bonifica ambientale: pulizie accurate, protezione dei materassi e riduzione dell’umidità. Nei due casi di cui riporto i trattamenti, la pulizia era di alto livello e i materassi erano stati bonificati e inseriti in una “camicia” a prova di acaro. Il punto critico era la difficoltà di ridurre l’umidità ambientale per cui il problema ciclicamente si riproponeva. In entrambi gli hotel si poteva escludere la presenza della Trombicola autumnalis e dell’acaro parassita dei tarli Pyemotes ventricosus in quanto non venivano segnalati punture e nemmeno dermatiti, al contrario alcuni clienti allergopatici lamentavano una recrudescenza della sintomatologia.

Vi era quindi il più che legittimo sospetto della presenza di acari del genere Dermatofagoidi (Dermatophagoides pteronissynus e D. farinae), la cui dieta a base di scaglie di pelle umana, forfora, grani pollinici, spore fungine, muffe, batteri frammenti di insetti consente loro di proliferare con facilità fino a raggiungere la concentrazione di 1.000 individui per grammo di polvere. Quantità che di fatto può sfuggire anche alle più accurate pulizie. In entrambi i casi di cui mi sono occupato è stato deciso di effettuare una disinfezione con detergenti-disinfettanti per le superfici. L’obiettivo era eliminare il pabulum alimentare costituito da funghi e spore fungine, muffe e batteri. Il che modificava di poco le istruzioni operative del personale alle camere. Invece differiva sostanzialmente il trattamento mirato all’eliminazione diretta degli acari. 

Nel primo caso alla disinfezione delle superfici si era era aggiunta una aria-ambiente per mezzo nebulizzazione spinta seguita da una disinfestazione per mezzo di irrorazioni mirate a base di una miscela di piretroidi fotostabili ad effetto residuale e fotolabili a elevata azione abbattente. La letteratura di entrambi i p.a. riportava una buona azione acaricida. Il trattamento si è poi concluso con la nebulizzazione di un PMC a base di piretrine naturali. Il tutto è stato realizzato da un disinfestatore professionista. Sono ormai trascorsi più di 10 anni e non vi sono state recidive.  Nel secondo caso effettuato alcuni mesi fa si è deciso di utilizzare l’ozono per la sua comprovata azione sia disinfettante che acaricida (vedi tabella). Il generatore professionale di ozono erogava circa 6.000 mg/h di [O3] con una movimentazione di aria superiore ai 150 m³/h il che ne garantiva una ottima e omogenea distribuzione. 

Il tempo di erogazione è stato quantificato in 7÷8 min per una cubatura stimata di ≈ 80 ÷100 m³. Il tempo di esposizione è stato stimato in 30 min (in cui la camera di albergo rimaneva chiusa). Sottolineo che, in quest’ultimo caso, le istruzioni operative non contemplavano la nebulizzazione del disinfettante essendo implicita nello spettro di azione dell’ozono. Anche in questa occasione i trattamenti sono stati effettuati da un professionista che dell’ozono ha fatto il suo slogan tecnico commerciale. Rimarco che anche in questo caso il problema sembra totalmente risolto in quanto non vi sono state più lamentazioni di sorta da parte dei clienti e dall’albergatore. 

 

INATTIVAZIONE DI BATTERI, VIRUS, FUNGHI, MUFFE E INSETTI IN SEGUITO A OZONIZZAZIONE
(Fonti: Edelstein et al., 1982; Joret et al., 1982; Farooq and Akhlaque,1983; Harakeh and Butle, 1985; Kawamuram et al. 1986)
ORGANISMO BERSAGLIO CONCENTRAZIONE ESPOSIZIONE
BATTERI

E. Coli, Legionella, Mycobacterium, Fecal Streptococcus

0,23 ppm – 2,2 ppm < 20 minuti
VIRUS

Poliovirus type-1, Human Rotavirus, Enteric virus

0,2 ppm – 4,1 ppm < 20 minuti
MUFFE

Aspergillus Niger, vari ceppi di Penicillum,

Cladosporium

2 ppm 60 minuti
FUNGHI

Candida Parapsilosis, Candida Tropicalis

0,02 ppm – 0,26 ppm  < 1,67 minuti (?)
Acarina

Acarus Siro, Tyrophagus Casei, Tyrophagus Putrescientiae

1,5 – 2 ppm   30 minuti 

 

Universo acari

Chiara Dassi

Si fa presto a dire acari… cerchiamo di definirne brevemente gli assi cartesiani e, nel farlo, ne diamo una definizione sia naturalistica sia funzionale. Gli acari (dal greco non diviso) costituiscono un ordine della classe degli aracnidi. Sono di piccole dimensioni caratterizzati da un cefalotorace fuso con l’addome che, contrariamente a quello degli insetti, non presenta alcun tipo di segmentazione. Talune specie sono libere e altre parassite. Ragion per cui vi è una grande varietà di appendici, infatti le zampette possono essere adatte alla corsa, al nuoto ed essere munite di uncini o ventose per consentire loro di fissarsi alle specie parassitirizzate. Il ciclo biologico può essere così schematizzato: uovo > larva esapoda che acquista il quarto paio di zampe dopo alcune mute a cui ne seguono altre fino a raggiungere la maturità; in alcuni generi sono presenti anche le ninfe.

L’ordine viene suddiviso in vari modi a seconda degli Autori, in questa sede indico le seguenti famiglie:

 

Famiglia  Descrizione e specie
Acaridi Hanno dimensioni microscopiche, corpo tozzo, privo di occhi e organi respiratori (assumono ossigeno attraverso la pelle) e hanno zampe uncinate.

Specie di riferimento: 

Acarus siro (sinonimo di Sarcoptes scabiei) che causa la scabbia.

Psoroptes equi che provoca piccole pustole in genere sul collo e sulla coda dei cavalli.

Alacaridi Sono per lo più acari acquatici. Di un certo interesse sono gli alacarini in genere prediligono gli habitat marini e sono parassiti dei pesci mente gli idracarini prediligono le acque dolci.
Demodecidi Dal greco corpo e verme, tarlo. Sono vermiformi, privi di trachee e di occhi. Questa famiglia comprende un unico genere Demodex; sono parassiti che si insediano nei follicoli dei peli sia di animali che di uomini.

Dermodex follicolorum responsabile della rogna del cane, la varietà humanis è dai più considerata innocua anche se alcuni autori ipotizzano che possa veicolare il Mycobacterium leprae o bacillo di Hansen agente patogeno della lebbra

Eriofidi Dal greco che ha aspetto di lana.  Hanno dimensioni microscopiche, forma allungata e sono privi di trachee. Vivono all’interno dei tessuti delle piante dove causano deformazioni e galle.

Le specie più diffuse e dannose sono Eriophes (o Phytoptus) vitis causa della erinosi della vite; E. phloecoptes alterazione detta marezza del susino e l’E. coryligallarum a cui rovina le gemme impedendo così lo schiudersi delle foglie.

Gamasidi Non vivono come parassiti ma sono “liberi” e, in genere, predatori; solo le ninfe, hanno la tendenza a farsi trasportare dagli insetti. Si trovano spesso nel muschio, fogliame secco e sotto i sassi.

L’Hydrogamassus salinus vive fra le alghe sulle spiagge marine. 

Ixodidi (Issodidi) Hanno corpo relativamente coriaceo, apparato boccale infero (spostato in basso) e dotati di trachee. I generi più noti solo: Argas (la specie più nota è la zecca dei piccioni A. reflexus) e Ixodes (la specie più diffusa è la zecca del cane I. ricinus). Altri generi di una certa rilevanza sono: Haemaphisalis (con molte specie nell’areale mediterraneo) e Amblyomma
Tiroglìfidi Dal greco formaggio e scavo. Molte specie si nutrono di muffe e spore fungine. Tra le specie più note e diffuse cito:

Tyroglyphus (Aleurobius) farinae, T. casei, T. longior, Glycyphagus domesticus, Carpoglypus lactis e Rrhizoglypus echinopus.

Uno schema più attuale eleva gli acari (acarina) a una sottoclasse degli aracnidi composta da due o tre superordini o ordini: Acariformi, Parassitiformi e Opilioacariformes; quest’ultimo è spesso considerato un sottogruppo all’interno dei parassitiformi. 

In conclusione, se di conclusione si può parlare, l’universo acari è davvero complesso e la determinazione delle specie è argomento per super esperti. Resta il fatto che le implicazioni sanitarie (dermatiti e allergopatie) e igieniche (filiera alimentare) richiedono interventi di profilassi (controllo dell’umidità in primis) e terapeutici mirati e integrati (dall’uso di PMC o Biocidi con spettro di azione comprovato e profilo tossicologico privo di contro indicazioni ai mezzi fisici quali il calore e chimici ad esempio l’ozono).

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