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Esempio di lotta alle formiche

La lotta alle formiche spesso comporta una fantasiosa interpretazione dei protocolli standard e il fatto di dover convincere il committente che le formiche non sono tutte uguali. Inoltre sottolinea quel segmento di mercato sotto i radar delle aziende strutturate, lasciando spazio agli artigiani che svolgono un ruolo assai importante dai rapporti interpersonali

di Graziano Dassi

Ci troviamo in una baita-punto di ristoro a mezza costa nelle vicinanze di una località turistica a nord di Milano a circa 700 m s.l.m. La vicinanza di Milano e la risonanza internazionale che ha conquistato seleziona un turismo d’élite. È in questo contesto che sono comparse le formiche del legno, probabilmente Crematogaster scutellaris dalla descrizione della livrea: nera con la testa rossastra e dall’addome a forma di cuore. L’identificazione entomologica appare assai probabile.

La situazione viene descritta “alla buona” e viene anche spiegato che le formiche ci sono sempre state e non sono mai state considerate un problema, ma sul finire dell’estate 201X (pre-Covid per intenderci) sono state notate delle formiche con le ali. La cosa è durata pochi giorni. L’anno successivo la presenza di queste formiche bicolori è andata aumentando fino a diventare fastidiosa. La sciamatura di formiche con le ali nel primo autunno fu davvero imponente, ma anche in questo caso di breve durata. La presenza fra i clienti di un disinfestatore ha creato i presupposti per gettare le premesse di un piano di lotta articolato. Prima di tutto stabilire il prezzo! Il commento del titolare baita è stato: “se la buonanima di mio padre venisse a sapere che devo sborsare dei soldi per ammazzare quattro formiche…”. In seconda istanza il giorno del trattamento non doveva intralciare il normale lavoro della trattoria. Entrambi i punti sono stati oggetto di lunghe trattative, che hanno però trovato una soddisfacente soluzione. In primo luogo l’origine dell’infestazione, che sembra essere stata localizzata nella legnaia, da lì si partirà togliendo i ceppi messi per bellezza nel camino, che viene acceso raramente e solo d’inverno. Poi si irrora la legna con una soluzione in acqua di un insetticida a base di permetrina.

Siamo ormai alla tarda primavera per cui si ritiene che l’utilizzo dei ceppi nel periodo invernale potrà essere fatto in sicurezza, quando al titolare viene l’idea di mettere dei piattini riempiti con acqua dolcificata con qualche goccia di miele per farle annegare e vedere quante sono. In effetti l’empirico approccio ha dato dei risultati. Le catture ci sono state sia di formiche sia di altri insetti fra cui mosche, mosconi e falene varie. Dato che le formiche continuavano a esserci, anche se in misura minore, all’inizio dell’estate si è deciso di fare un trattamento che coinvolgesse anche la struttura ricettiva e locali annessi (cucina, ripostigli, solai, magazzini e cantina). Il trattamento venne eseguito nella tarda serata di un lunedì visto che il martedì non si lavorava se non dalle 19:00 in poi. Messe in sicurezza le derrate alimentari si è proceduto con irrorazioni mirate di un formulato sempre a base di permetrina e l’accensione di candelotti fumogeni. Naturalmente prima di accenderli si sono chiuse porte e finestre e la mattina successiva si è prima arieggiato e poi proceduto alla bonifica di tutte le superfici a rischio lavorazione cibo e contatto epidermide. Il penultimo atto è stato quello di disinfestare la legnaia con bombolette a svuotamento totale per prevenire i voli nuziali che in effetti non sono stati segnalati. Dopodiché inizia il calvario della pandemia con i disagi che tutti abbiamo vissuto, ma il settore del Co.Re.Co  in particolare. Fra chiusure e riaperture le formiche sono passate in secondo piano, ma nella legnaia e in alcuni punti strategici si sono posizionati degli erogatori per gel a titolo precauzionale. 

Una nota di colore è stata che per la crisi della pandemia il titolare si è deciso ad ampliare la gamma dei piatti introducendo le pizze (cosa che aveva sempre snobbato). Una vera e propria svolta epocale resa necessaria in quanto bisognava aumentare il giro di affari visto i periodi di chiusura. Ora le formiche carpentiere (anche se le Crematogaster pur privilegiando i vecchi legni potrebbero non essere considerate tali e lasciare ai Camponotus tale denominazione) sembrano essere totalmente eradicate. Restano avvistamenti sporadici di formiche che non destano preoccupazioni e sono aspirate o spazzate via. In ogni caso in occasione delle pulizie di fino del lunedì sera vengono usati detersivi con profumazioni ritenute disabituanti a base di pino, eucalipto et similia.

Risorse tecniche messe in campo

In effetti l’attuazione della lotta alle formiche è stata assai articolata, complice l’amenità del luogo e l’amicizia fra un ristoratore e un disinfestatore. Ma a parer mio soprattutto per l’incontro di due persone che amano il proprio lavoro, ed è la ragione per cui spesso sono coinvolto in lunghe telefonate professionalmente gradevoli. Ma al di là dei rapporti interpersonali cerco di analizzare le risorse tecniche messe in campo con la stima del tempo utilizzato per la realizzazione dei trattamenti.

  1. irrorazione legnaia a cura del disinfestatore

Attrezzatura: pompa a spalla professionale a precompressione e ugello regolabile. 

Accessori: A) carrellino per trasporto della pompa. B) tubo di prolunga.

PMC: prodotto in micro emulsione acquosa a base di permetrina concentrazione d’uso = 1%

Regolazione: ugello in erogazione al massimo della micronizzazione

Dosaggio unitario di formulato: 20 ml (superficie trattata ≈ 15 m2.per una cubatura vuoto per pieno di ≈ 40

Tempo di realizzazione di sola erogazione ≈ 2 min. (NB: la trasferta e la preparazione comporta di moltiplicare almeno per 25 volte)

DPI: maschera naso bocca, occhiali, guanti e caschetto 

  1. monitoraggio con acqua e miele a cura del ristoratore (tempo non stimato)

4 piattini usa e getta per ≈ 400 ml di acqua di fonte e 4 cucchiaini da caffè di miele 

  1. messa in sicurezza della struttura ricettiva, in particolare delle derrate alimentari a cura del ristoratore.

Tempo indicato dal titolare 2 ore.

  1. Irrorazione locali e candelotti fumogeni a cura del disinfestatore.

Per le risorse tecniche vedi punto 1).

Regolazione: ugello in erogazione con getto “mirato” e al massimo della micronizzazione nella fase finale:

Dosaggio unitario di formulato: 200 ml per una superficie stimata di 400 m2. Candelotti fumiganti da 30 g in n° di 5

Tempo di realizzazione di sola erogazione ≈ 55 min. (NB: la trasferta e la preparazione non calcolata).

DPI: maschera naso bocca, occhiali, guanti e caschetto.

  1. Bonifica locali a cura del ristoratore.

Tempo indicato dal titolare 4 ore

  1. Bombolette a svuotamento totale nella legnaia a cura del ristoratore.

In n° di 3 fornite dal disinfestatore.

Tempo indicato dal titolare: pochi minuti.

  1. Posizionamento contenitori gel anti formiche e biocida a base di imidacloprid più pistola erogatrice a cura del disinfestatore.

Consumo una cartuccia da 40 g più 20 contenitori di sicurezza.

  1. A titolo informativo riporto che alla riapertura dell’attività sono stati effettuati 3 o 4 trattamenti di disinfezione ambientale direttamente dal titolare su indicazione del disinfestatore.
  2. Protocolli di pulizia a cura del titolare.

Cadenza bi-giornaliera, mattina e sera, con interventi complementari durante la giornata con detersivi e disinfettanti messi in commercio come idonei al sistema HACCP.

Cadenza settimanale il lunedì sera con detersivi ritenuti “disabituanti”.

Il tempo indicato per tali operazioni è stato definito dal titolare e dai suoi collaboratori: “quello necessario”.

Una cosa è da rimarcare: quando i problemi di ospiti indesiderati si affacciano in una realtà di piccola dimensione le difficoltà tecniche restano complesse ed è forse per questo motivo che non è facile che si realizzi un’adeguata collaborazione fra la ditta di servizi e il committente. Fortunatamente, nel caso esaminato, le cose hanno rafforzato la reciproca stima.

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