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Imprese di pulizia o di facility management?

Due mission, con distinti campi d’azione che richiedono specifiche professionalità

Sempre più spesso, osserviamo con interesse il fenomeno di imprese operanti nei servizi di pulizia e disinfestazione che si affacciano al mercato del Facility Management . Si tratta di realtà che – stimolate dall’evoluzione della domanda e spinte dall’incalzante frenesia della concorrenza e del marketing – bussano alle porte dell’affascinante settore del F. M. convinte di poter crescere e fare business differenziando e arricchendo l’offerta. Se da un lato, questo approccio rappresenta un dato positivo per quante di esse dimostrano di possedere un solido e variegato know how, in grado di supportare un notevole salto di qualità nell’offerta dei servizi, dall’altro si potrebbe rivelare una strada effimera, frustrante e rischiosa per quelle che ne sono prive, mancando dei requisiti, delle risorse, delle competenze e delle professionalità indispensabili a cogliere positivamente tale sfida. Per know how, intendiamo, ovviamente, l’insieme delle cognizioni specifiche, delle esperienze, del corretto impiego delle tecnologie che sono necessarie per svolgere in modo ottimale un’attività. Insomma, è bene fare chiarezza e delimitare, in un certo senso, i rispettivi campi d’azione, evitando pretenziosi “sconfinamenti”. Il tutto per non reiterare quella “confusione” – anche semantica oltre che imprenditoriale – la quale qualche decennio fa, vedeva affacciarsi sul mercato italiano del cleaning una miriade di imprese che nel loro “biglietto da visita”, o nelle insegne pubblicitarie, riportavano la scritta “impresa di pulizie civili & industriali”, postulando così il possesso indistinto di titoli e professionalità in ambiti che, come ben sappiamo, sono assai diversi e – per certe prerogative – lontani tra loro. Insomma, è bene precisare quali siano i due terreni di lavoro, distinti ma di fatto potenzialmente perfettamente interagenti, tra le aziende operanti nel cleaning e quelle che agiscono nel Facility Management.

La legge n. 82 del 25 gennaio 1994 

Nella nostra analisi e riflessione comparata, partiamo, anzitutto, dalla prima fonte legislativa, che traccia con precisione il campo d’azione delle imprese di pulizia. Infatti, secondo la Legge n. 82 del 25 gennaio 1994, che regola la disciplina delle attività di pulizia, disinfezione, disinfestazione, derattizzazione e sanificazione, appartengono alla categoria delle imprese di pulizia quelle che esercitano i seguenti lavori: pulizia,  disinfezione, disinfestazione, derattizzazione, sanificazione. In base alla legge che disciplina l’attività d’impresa, per avviare un’attività in questo settore è previsto il possesso di requisiti morali, di onorabilità, tecnico-professionali (solo per le attività di disinfestazione, derattizzazione, sanificazione) ed economico-finanziari. La violazione delle norme associate all’attività e l’esercizio svolto in assenza di requisiti comportano sanzioni amministrative e penali, a carico delle imprese, nonché responsabilità punite con sanzioni amministrative a carico dei committenti. Naturalmente, le attività di disinfestazione, derattizzazione e sanificazione postulano, tra i requisiti di accesso, anche il possesso di specifiche competenze e titoli di studio, fermo restando la necessità che nei cicli di studio vi siano stati almeno un corso biennale in chimica e nozioni di scienze naturali e biologiche. Evidenziamo, in particolare il possesso di: diploma universitario, laurea triennale, magistrale, specialistica, vecchio ordinamento, inerente le classi di laurea in chimica, medicina, farmacia, biologia, veterinaria, ecologia, ingegneria chimica; diploma di formazione secondaria superiore in perito chimico, perito in chimica industriale, agrotecnico, perito merceologico, perito per l’industria tintoria. 

I “punti di forza” di un’impresa di pulizia qualificata

Un’impresa di pulizia qualificata, dedita al cleaning professionale ha i suoi punti di forza nella qualità dell’offerta, nel personale opportunamente addestrato e retribuito, nell’impiego di tecnologie, attrezzi e prodotti adeguati, nelle certificazioni e nel monitoraggio e controllo dei risultati degli interventi effettuati. È capace, in sostanza, di operare a più livelli, personalizzando il più possibile la propria offerta: dalle pulizie di manutenzione e continuative a quelle straordinarie, anche nei contesti più delicati e difficili, come le pulizie in quota (facciate e strutture esterne), che necessitano di specifici interventi di pulizia, operando spesso ad elevate altezze o pulizie di piazzali ed aree verdi, che comportano cura e attenzioni costanti nel tempo. Per non parlare delle “nuove frontiere” della pulizia, ovvero l’igienizzazione e sanificazione delle condotte aerauliche, con l’impiego di mezzi tecnologici altamente sofisticati e di addetti particolarmente preparati. Oggi l’impresa di pulizia deve garantire l’efficacia nel tempo delle operazioni di sanificazione e igienizzazione degli ambienti, assicurando il risparmio di tempo prezioso nei trattamenti potendo contare sull’azione di veri professionisti capaci di concludere il lavoro in tempi rapidi e con ottimi risultati. Altro fattore vincente è la personalizzazione del servizio, in base alle esigenze di programmazione e pianificazione, in modo da non recare disturbo alla clientela – vedi supermercati o grande distribuzione – entrando in punta di piedi in contesti particolarmente complessi, quali ospedali, RSA, Case di cura o di riposo. Un altro elemento distintivo di enorme rilievo per tracciare il perfetto identikit di un’ottimale impresa di pulizia è la sicurezza e il rispetto dei prodotti: pensiamo solo a quanto sia prezioso, per esempio, nel caso di intervento in un locale commerciale, agire con la massima cautela per rispettare e preservare le prerogative della merce esposta. Infine l’elevata competenza richiesta per le pulizie straordinarie in caso di emergenza, che comportano interventi tempestivi ed efficaci per ripristinare le condizioni igieniche degli ambienti.

Uno sguardo al Facility Management

Possiamo affermare, in estrema sintesi, che il Facility Management è l’insieme di tutti i servizi orientati all’edificio, alla persona e allo spazio che permettono alle attività pubbliche e private di svolgere il proprio core business in un ambiente confortevole e ben attrezzato, assicurando la continuità dei processi produttivi e la compliance normativa in materia di sicurezza e ambiente, mantenendo un occhio vigile sui consumi. Questi servizi possono essere erogati da personale interno all’organizzazione, da fornitori esterni o in modo ibrido, usando l’apporto di entrambi. Per Facilities si intendono quindi le infrastrutture e i servizi a supporto dei processi del core business aziendale: risulta quindi chiaro che l’obiettivo primario del facility management è una sorta di supporto “dietro le quinte” al core business. Nonostante questa disciplina non sia direttamente correlata al business, risulta altamente pervasiva in azienda e spesso non ci rendiamo palesemente conto della sua esistenza e del suo costante funzionamento, se non quando il servizio o l’infrastruttura non sono in linea con la performance attesa.

Le principali normative di riferimento  

Il Facility è una branca del management relativamente giovane, che ha visto il suo sviluppo negli anni Settanta del secolo scorso. Ancor più recente è la sua normazione, e in particolare è all’interno della ISO 41011:2017 che emerge per la prima volta chiaramente espresso il fine prioritario dell’attività del Facility Management: “migliorare la qualità della vita delle persone e la produttività del core business aziendale”. Come si può vedere, questo settore è molto “giovane” dal punto di vista normativo e sicuramente mancano normative incentrate sulla trasformazione digitale che lo sta attraversando. Inoltre, mentre abbiamo un’ampia scelta di norme in ambito manutentivo e costruttivo per infrastrutture sia pubbliche che private, notiamo un’ampia carenza normativa per il mondo servizi alla persona, ambito che è sempre stato lasciato alla “sensibilità” degli esecutori piuttosto che a una attenzione normativa.

Gli ambiti di azione del Facility Management 

L’ammontare dei servizi e delle infrastrutture gestite a supporto del business è così variegato da renderne difficile una catalogazione netta e omnicomprensiva. Per questo decliniamo il facility management in tre macro-famiglie di servizi: a) i servizi all’edificio: hanno ad oggetto il mantenimento dell’immobile e di tutti i suoi impianti e strutture ed assicurano all’azienda continuità di funzionamento delle facilities nel rispetto delle normative in materia di igiene degli ambienti di lavoro, sicurezza e uso razionale dell’energia; b) i servizi allo spazio: hanno ad oggetto gli spazi di lavoro e facilitano la creazione del valore, comunicazione, socializzazione e circolazione della conoscenza; c) i servizi alle persone: hanno ad oggetto i cosiddetti “soft services” (ristorazione, gestione documentale, reception, igiene ambientale, fringe benefits, etc…) e impattano su produttività, benessere e fidelizzazione di chi lavora per l’azienda. In conclusione ci sentiamo di poter affermare che il termine Facility Management non è un nuovo inglesismo per dire “impresa di pulizie”, descrive invece delle realtà che, oltre al servizio di pulizia, offrono anche altri servizi in maniera integrata.

Maurizio Pedrini

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