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Aspetti entomologici della raccolta differenziata

L’intervento contro un’infestazione da mosche qui raccontato fa riflettere sul fatto che il sistema HACCP, ovvero l’analisi dei punti critici e il loro controllo, può essere valido anche al di fuori della filiera alimentare

I fatti risalgono a qualche anno fa, ma da quella interessante esperienza emergono delle considerazioni tuttora valide e ben riassunte: “La cosa più strana della vita e la totale mancanza di accordo fra teoria e pratica”.  La teoria si basa sui principi positivi della raccolta differenziata, la pratica è come, in alcuni casi, essa si realizza. L’autore di questa affermazione, scritta nei suoi Diari, è Ralph Waldo Emerson (1803-1882), filosofo, scrittore, saggista e poeta statunitense del XIX secolo. Siamo ormai nel XXI e il suo pragmatismo potrebbe esserci ancora d’aiuto. Dall’esperienza di quei lontani giorni emerge anche il fatto che il sistema HACCP, ovvero l’analisi dei punti critici e il loro controllo è valido anche al di fuori della filiera alimentare. Nelle conclusioni mi sembra che potrebbe emergere sia una nuova figura professionale sia un nuovo criterio di formalizzare alcuni aspetti igienico-sanitari del territorio urbano. Ma procediamo con ordine.

I fatti
In una cittadina lombarda del milanese (vedi tabella riassuntiva) in un quartiere residenziale periferico costituito per l’80% da villette mono e bifamiliari con giardino vi fu un’esplosione di mosche del tutto eccezionale tanto che una trattoria aveva difficoltà a servire piatti caldi ai tavoli all’esterno. Naturalmente le lamentele, prima isolate, diventarono una sorta di vox populi che le Autorità comunali dovettero affrontare. E, come accade in questi casi, le ipotesi sull’origine dell’infestazione e la ricerca dei colpevoli erano la dimostrazione della fantasia umana. Il primo provvedimento fu di richiedere trattamenti di disinfestazione agli allevamenti zootecnici presenti sul territorio. Ma la loro posizione era abbastanza lontana e non sembrava esserci una causa-effetto che potesse essere la spiegazione dell’esplosione muscina. Inoltre il territorio urbano era ben gestito nella raccolta dei rifiuti e non vi erano discariche abusive degne di nota.

Come si è proceduto
Tutto sommato le cose si sono svolte con buon senso: un sopralluogo a volo radente delle aree in cui il fenomeno si era palesato, ma soprattutto nelle vie in cui le lamentazioni erano state manifestate con più decisione e, in alcuni casi, con clamore. Nel sopralluogo effettuato con una automobile del Comune (guidata da un geometra) che può essere riassunto in un’ora di lavoro e una percorrenza di poco meno di 4 km. Praticamente senza alcun risultato se non nel prendere visione dei luoghi. Visto che non era stato possibile formulare ipotesi, neanche la più vaga, si è deciso di effettuare delle interviste a campione e altre interrogando le persone che avevano formalizzato le lamentele per iscritto. Non fu una cosa facile perché ogni intervistato esponeva i fatti a modo suo e ciascuno aveva una visione degli accadimenti assai personale. Pur tuttavia alcune costanti emersero:

  • La presenza più elevata delle mosche coincideva con la raccolta dell’umido-organico;
  • Anche l’assenza di vento rendeva più fastidiosa la presenza delle mosche;
  • Le mosche tendevano a entrare nelle abitazioni con maggior insistenza nelle ore che precedevano le piogge;
  • Da qualche tempo vi era un aumento significativo di mosconi;
  • Il ristoratore sottolinea che la presenza delle mosche, a suo parere, coincide in massima parte nella pausa pranzo (h 12-15) presso i tavoli dove sono serviti piatti caldi (in particolare minestre e minestroni).

Illuminante fu constatare che un buon 30% dei contenitori dell’organico erano in cattivo stato di conservazione; in particolare alcuni coperchi erano fuori dai cardini e la chiusura assai precaria e/o presentavano larghe fessurazioni negli spigoli. 

Prime considerazioni
Era necessario valutare se la causa principale della proliferazione delle mosche e dei mosconi potesse essere ascritta al cattivo stato dei contenitori dell’organico e/o della gestione dei rifiuti da parte di alcuni cittadini. I servizi tecnici comunali e l’assessore in particolare sollevarono il rischio di palesare tale ipotesi che avrebbe suscitato del malumore nella cittadinanza (gira e rigira è sempre colpa nostra…). Comunque la decisione fu di approfondire le ispezioni, ma con tatto e discrezione (senza fare foto). Inizialmente la cosa mi lasciò stupito, ma nel corso degli approfondimenti mi resi conto che alcuni cittadini erano talmente irritati e irritanti da giustificare ampiamente le remore dei funzionari comunali.

La conferma
Nei sopralluoghi che seguirono ebbi modo di stimare che:

  • il 30% dei contenitori dell’umido erano in cattivo stato di conservazione;
  • una parte significativa dei contenitori (≈ 40%) non erano lavati periodicamente;
  • di questa quota parte ho rilevato sia la presenza sia di percolato sia di larve (cagnotti);

Trattandosi di contenitori di piccole dimensioni, gli addetti alla raccolta li maneggiavano frettolosamente e non sempre in modo adeguato (vero era che spesso i sacchetti biodegradabili erano rotti e nel maneggiarli non era raro che vi fossero degli sfridi lasciati là dove cadevano). Certamente l’origine dell’infestazione non aveva una sola causa, ma che i fatti riscontrati ne indicavano una concausa statisticamente significativa era, a mio giudizio, ampiamente vera.

I risultati entomologici
Non vi furono catture per cui i dati esposti sono molto approssimativi, ma possono dare una idea che potrebbe dare inizio ad una indagine più circostanziata: 

Specie Stima in % delle presenze % del territorio in cui le specie sono state riscontrate 
Musca domestica  ≥ 90% 100%
Ophira sp ≤ 1%  Solo nei pressi della trattoria
Sarcofaga haemorrhoidalis 

Mosca carnaria

≈ 5% 100% 
Calliphora vicina

Moscone blu

Lucilia sericata

Moscone verde 

≤ 4% 50%
Stomoxis calcitrans Stranamente non riscontrata //

A quanto esposto nella tabella bisogna aggiungere la presenza generalizzata di moscerini non identificati forse (ma molto forse) dei Ceratopogonidi, o più probabilmente delle Drosophila melanogaster.

Sviluppi e risultati
La decisione fu di promuovere la sostituzione dei contenitori dell’organico, di incaricare la ditta che gestiva la derattizzazione e i trattamenti contro le zanzare di rendersi disponibile a fare degli interventi localizzati presso chi ne facesse richiesta e di tenere un incontro serale di divulgazione e informazione condotta e gestita dal responsabile tecnico della ditta di servizi. Il risultato immediato fu una diminuzione delle lamentele e mi fu detto che negli anni successivi la presenza muscina risultò più contenuta.

Conclusioni e proiezioni futuribili
La miglior gestione della raccolta differenziata per quanto riguarda la parte organica ha dato i suoi frutti, ma non si può escludere che eventi climatici sfavorevoli alle mosche abbiano contribuito alla diminuzione del problema, chi può negarlo! Ai tempi dell’intervento qui raccontato, il sistema HACCP cominciava appena ad essere applicato nella filiera alimentare e ricordo che avanzai l’ipotesi che i Comuni potessero dare a un tecnico il compito di realizzare un documento simile a quello che i titolari delle aziende alimentari sono tenuti a redigere e a tenere aggiornato. L’idea non venne scartata, ma non ho notizie che abbia sortito nulla di concreto.

Dati caratterizzanti l’area presa in esame
Abitanti ≥ 7.000
Altitudine ± 200 m
Superficie comunale  ≈ 5 km²
Classe sismica zona 3 (sismicità bassa)
Temperature  Min. 0° gennaio – Max 30° C luglio
Nuvolosità mensile  Min.  25% settembre 55% novembre
Giorni di neve nell’arco dell’anno  ± 30 gg
Altezza media delle nevicate  ≈ 30 mm
Mese con maggior n° di gg di pioggia Ottobre (≥ 105 mm)
Mese con minor n° di gg di pioggia Gennaio (≤ 40 mm)
N° di h fra il sorgere e il calare del sole Min ≈ 9 h – 22 dic. Max ≈ 16 h 21 giu.
Velocità del vento  Min. 6,4 km/h lug. Max. 8,6 apr.
Periodo più umido e afoso Da metà giugno ai primi di settembre
Mese più afoso con il max disagio  Luglio (10 gg al limite della tollerabilità)

Graziano Dassi

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