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Collemboli: un caso singolare

I locali erano infestati da “strane pulci”, ma la classificazione di tali insetti risulterà essere errata. Si trattava di collemboli di colore nero, noti agli entomologi anche con il nome di “oligoentomata”

A volte mi vien di pensare che i sostenitori della generazione spontanea non avessero tutti i torti. Capita infatti di imbattersi in esplosioni biologiche che sembrano nascere dal nulla. È il caso che mi è stato sottoposto e che ha creato non pochi disagi e controversie peritali. Vale la pena di fare una premessa. Le contestazioni più numerose che affliggono le nuove strutture edilizie, o le ristrutturazioni, pare siano dovute alle infiltrazioni d’acqua. Questa preziosa risorsa indispensabile alla vita ha la caratteristica di insinuarsi per vie contorte e assai difficili da individuare e soprattutto da tamponare.

Nel caso in esame ci troviamo di fronte a un lavoro di ristrutturazione edile di un hotel che ha commissionato la ristrutturazione di un locale seminterrato di ampia metratura da adibire sia a spogliatoio sia a piccola palestra. Tralasciando gli aspetti burocratici, i lavori sono stati realizzati velocemente e tutto sembrava andare bene senonché, dopo pochi mesi, si sono notate delle infiltrazioni in un primo tempo di poco conto ma l’anno successivo, a seguito di alcuni temporali, le stesse erano di tale entità da rendere inutilizzabile la palestra. L’impresa chiamata a rispondere del disservizio effettua degli interventi che sulla carta dovrebbero essere risolutivi, ma che risolutivi di fatto non sono. Inevitabile la richiesta dei danni e il rivolgersi alla magistratura. Ma in corso d’opera il Collegio peritale nota che i locali sono infestati da strane pulci, la classificazione di tali insetti risulterà essere errata: si trattava di collemboli di colore nero.

Per farla breve, e non inserire nella controversia un altro fattore, la ditta chiamata a rispondere delle infiltrazioni fa intervenire quella di disinfestazione e derattizzazione con cui ha rapporti fiduciari da molti anni. È infatti il tecnico della ditta di servizi che, in un primo tempo, esclude trattarsi di pulci e li identifica come collemboli (noti agli entomologi anche con il nome di “oligoentomata”): in genere, sono forniti di una appendice addominale che consente loro di effettuare dei salti, il che ha indotto la prima errata classificazione). Sottolinea inoltre che non sono insetti pericolosi per l’uomo e propone un intervento di disinfestazione impostata su tre linee operative: (A) la prima termica, (B) la seconda di disinfestazione classica e (C) la terza ambientale mirata all’eliminazione di sostanze organiche nel giardino circostante.

Premessa generale

Ovvero nulla di nuovo nel mondo dell’ars disinfestandi

Dato che della spesa si faceva carico la ditta edile a dimostrazione della sua buona volontà a risolvere il problema fra le righe, ma in modo abbastanza palese la spesa doveva essere contenuta, “ma” il risultato doveva essere garantito e anche risolutivo nel tempo.

Criteri di intervento concordati fra le parti
La decisione verteva sull’iniziare con una disinfestazione classica o con una deumidificazione con stufe elettriche. Si è deciso per un trattamento termico. La motivazione era quella di intervenire con un insetticida su superfici il meno umide possibile.

  • Trattamento termico

L’intervento comportava l’utilizzo di tre stufette elettriche con ventilazione in modo da dirigere il flusso d’aria calda sulle aree più danneggiate. 

La cubatura dell’ambiente era di poco più di 200 m3 e i parametri stimati alle h 17 del giorno del posizionamento erano di ≈ 25° C e una Ur di poco superiore al 50%. 

Il mattino successivo alle h 09 la temperatura superava i 30° C e l’Ur era di circa il 35%. (Nb i dati sono stati rilevati con una centralina meteorica per interni di tipo casalingo). La cosa rilevante era che le superfici al tatto erano relativamente asciutte anche se in modo non del tutto omogeneo.

Le attrezzature sono state fornite dalla direzione dell’albergo che si era fatto carico anche del consumo di energia elettrica.

  • Disinfestazione classica 

La scelta dell’insetticida è stata oggetto di attenta valutazione. La prima dicotomia riguardava se scegliere insetticidi abbattenti o ad azione residuale. Dato che era richiesta una garanzia di totale eradicazione, abbinata ad una tenuta nel tempo, si è optato per un formulato a base di deltametrina in sospensione concentrata (SC). 

Il p.a. e il tipo di formulazione garantivano soprattutto una significativa azione residuale, praticamente l’assenza di odori e dispersioni nell’aria di fasi gassose. 

L’applicazione è stata effettuata con irroratrice a precompressione seguendo le istruzioni e avvertenze riportate in etichetta. Nello specifico la concentrazione d’uso era del 2% e il dosaggio unitario di ≈ 100 ml/m².

Superficie trattata pavimenti e soffitti compresi: ≈ 240 m².

m [(10 x 7) x 2 + (3 x 7) x 2 + (3 x 10) x 2] = 242 (porte e finestre comprese).

Sospensione d’uso = 200 m² x 100 ml/m² = 20.000 ml = 20 l 

20 l al 2% = 0,4 l di formulato commerciale insetticida. 

Nello specifico si sono svuotati 3 serbatoi di una irroratrice a precompressione, per un tempo di lavoro di ≤ 1 h.

DPI: tuta monouso in tyvek con cappuccio, guanti da disinfestatore, occhiali, maschera naso bocca e soprascarpe monouso. 

NB: L’eradicazione è stata raggiunta e, a un anno dal trattamento, non si è verificata una re-infestazione.

  • Bonifica ambientale

L’intervento è stato affidato alla ditta incaricata dello sfalcio dei prati e alla manutenzione del verde (soprattutto delle siepi). 

I dati forniti sono molto approssimativi e hanno comportato l’addebito d 3 h di lavoro per 2 operatori più lo smaltimento di tre sacchi da 70 l di foglie secche o marcescenti.  

Questa spesa è stata a carico della manutenzione ordinaria del patrimonio a verde dell’albergo che se ne è fatto carico, con la precisazione che la cosa non rappresentava in alcun modo una ammissione di causa-effetto.

Conclusione 

Tralasciando ogni aspetto giuridico della controversia, che troverà una conclusione in un futuro più o meno prossimo, questo è quanto è stato fatto per eliminare l’infestazione da Collemboli. Si tratta di un ordine degli Esapodi denominato anche Oligoentomata che comprende circa 7500 specie e che merita una specifica trattazione.

Graziano Dassi

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