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Lotta alla cimice dei letti

Aumentano sempre più le denunce di infestazione a carico di questo insetto dal grande impatto negativo sulla vita quotidiana e sull’economia di numerosi Paesi del mondo. Cosa è necessario sapere per combatterlo in modo efficace?

La cimice dei letti (Cimex lectularius) è un artropode ematofago ectoparassita temporaneo dell’uomo. La sua propagazione è cresciuta enormemente a partire dagli anni ‘90 del ‘900 fino a diventare, oggi, un problema particolarmente sentito. Questa cimice è infatti un insetto nocivo di primaria importanza, in grado di causare notevoli disagi e ingenti perdite economiche, soprattutto nel settore alberghiero e nei trasporti. In Italia, le prime segnalazioni scientifiche d’infestazione da Cimex lectularius risalgono al 2005.

Morfologia, ciclo vitale e danni

Cimex lectularius è un insetto appartenente all’ordine Rincota e alla famiglia Cimicidae. È un insetto lungo pochi millimetri la cui fase adulta è facilmente identificabile: possiede un corpo ovalare di colore rosso-brunastro appiattito dorso-ventralmente, due espansioni laterali del pronoto, una coppia di emielitre, ridotte a due squame, e un rostro allungato che in posizione di riposo è tenuto ripiegato all’indietro, al di sotto del torace. Gli occhi sono composti e spiccano come scure prominenze laterali. Non sono presenti ocelli. L’apparato boccale è di tipo pungente-succhiante. Il ciclo vitale della cimice dei letti prevede l’alternarsi dello stadio di uovo, ninfa (o neanide) e adulto. Gli stadi ninfali sono in numero di cinque. Ogni stadio vitale è ematofago obbligato. La ninfa di quinto stadio muta poi definitivamente in adulto. Il ciclo vitale della cimice dei letti è influenzato da alcuni fattori esterni tra cui i più importanti sono la temperatura ambientale e la disponibilità di ospiti. L’umidità, a differenza di altri artropodi, assume un’importanza minore poiché la cimice dei letti è un insetto che tollera un ampio range di valori di umidità relativa (10-70%). La temperatura ottimale per lo sviluppo di Cimex lectularius è di 30°C. A questa temperatura l’intero ciclo uovo-adulto si compie in circa trentasei giorni.

La cimice dei letti si rifugia durante il giorno in nascondigli che le forniscono riparo dalla luce come crepe, fessure o buchi di ogni sorta, situati spesso nei pressi dei luoghi dove sostano i propri ospiti durante le ore notturne. Generalmente di notte Cimex lectularius fuoriesce dai propri nascondigli per compiere il pasto di sangue sul proprio ospite: soprattutto l’uomo, ma anche molti animali a sangue caldo.  La più comune sintomatologia cutanea derivata dalla puntura delle cimice dei letti è caratterizzata dall’insorgenza di lesioni eritematose o maculo-papulari di 2-5 mm di diametro, generalmente pruriginose, le quali si risolvono in una settimana, se non intervengono complicazioni batteriche secondarie da grattamento.

Segni d’infestazione

Tracce di esuvie, cimici morte e frammenti corporei: osservabili in corso di infestazioni con popolazioni di medie-grandi dimensioni, nelle aree vicine al focolaio di sviluppo o direttamente nei rifugi dove si nasconde la popolazione di cimici; macchie fecali: sono delle piccole macchie costituite da sangue digerito di colore nerastro (la colorazione può variare dal marroncino chiaro al nerastro) e generalmente raggruppate. Si rinvengono spesso lungo le cuciture e gli angoli dei materassi, su eventuali doghe in legno, specialmente lungo le loro estremità, e in ogni altro luogo dove le cimici sostano o si nascondono; uova: le uova sono allungate e di forma ovale lunghe circa 1 mm e di colore crema. Si osservano nei luoghi al riparo dalla luce dove le cimici si nascondono; odore dolciastro: in un ambiente infestato da una popolazione molto grande di cimici può essere avvertito un odore caratteristico tipicamente dolciastro.

Strategie di lotta

La procedura di eradicazione non può prescindere da una fase ispettiva. Quest’ultima permette infatti di scoprire l’esatta posizione ed estensione di tutti i focolai di sviluppo ambientale della cimice dei letti. Uno dei motivi più frequenti di insuccesso in un tentativo di eradicazione è la mancata osservazione di un focolaio, il quale risulta difficilmente accessibile, se non scoperto in precedenza, dalle varie tipologie di trattamento (fisico o chimico). Nel corso di un’ispezione in un ambiente infestato il disinfestatore dovrebbe diminuire il rischio di contaminare la propria attrezzatura con cimici o loro uova. Dovrebbe quindi essere ridotta al  minimo la quantità di attrezzatura portata in un ambiente infestato. Gli oggetti dovrebbero essere sistemati su una sedia precedentemente ispezionata o comunque lontano dai letti o da altri mobili e dalle pareti. Il disinfestatore dovrebbe evitare altresì uno stretto contatto prolungato con i letti infestati o sospetti d’infestazione.

Durante l’ispezione dovrebbero essere controllate con molta attenzione tutte le zone e gli oggetti posti nelle vicinanze dei letti. Altri oggetti da ispezionare sono elettrodomestici e apparecchi audiovisivi, libri, prese di corrente e interruttori, questi ultimi da esaminare accuratamente smontando le piastre esterne. Le cimici possono trovare rifugio lungo i bordi dei tappeti e della moquette, nelle fessure degli infissi come porte e finestre, dietro i battiscopa. Ogni ambiente limitrofo a un altro infestato, a maggior ragione se direttamente comunicante, dovrebbe essere accuratamente ispezionato. Nel caso di infestazioni particolarmente estese si può ricorrere allo smaltimento o alla distruzione, tramite incenerimento per esempio, di materiali o oggetti fortemente infestati al fine di ridurre drasticamente la massa totale delle cimici. Anche se molti disinfestatori praticano a volte questa soluzione, essa può essere assai costosa e non sempre necessaria. Una volta completata l’ispezione e accertata l’infestazione, si può procedere all’eradicazione con mezzi fisici come il calore, efficace contro tutti gli stadi vitali purché venga applicato con la giusta intensità e in maniera repentina, al fine di evitare la dispersione delle cimici durante il trattamento. Tutti gli stadi sono uccisi se esposti a temperature ambientali pari o superiori ai 45°C per 1 ora. Il calore sotto forma di vapore è particolarmente efficace, ma vanno utilizzati macchinari che garantiscono il raggiungimento di temperature di esercizio molto alte, o capaci di produrre “vapore secco”, cioè vapore che raggiunge una temperatura compresa tra i 120° e i 170°C. In ogni caso la superficie infestata dovrebbe raggiungere, subito dopo il trattamento con vapore, una temperatura di circa 70-80°C.

La lotta integrata propone numerose trappole “attive”; molte trappole hanno delle caratteristiche proprie che ne limitano l’utilizzo, soprattutto in strutture di ricezione turistica o di trasporto, oppure per motivi di sicurezza non possono essere posizionate nei pressi dei letti. Le trappole possono essere anche “passive”, cioè trappole che non contengono attrattivi ma fungono solo come potenziali rifugi per le cimici e che sono usate come monitoraggio a lungo termine di un ambiente.

Lotta chimica

Lo svantaggio dei trattamenti chimici con insetticidi rispetto a quelli fisici consiste nel fatto che i primi risultano inefficaci sulle uova. In Italia e nel mondo l’insetticida maggiormente utilizzato nei confronti di Cimex lectularius è costituito soprattutto da molecole di piretroidi. Sono stati però accertati ampi casi di resistenza della cimice dei letti nei confronti di questo principio attivo. Gli organofosfati, nonostante siano ancora utilizzati in molte parti del mondo, in Europa e negli Stati Uniti non sono impiegabili per il controllo della cimice dei letti perché sottoposti ad alcune restrizioni. 

Gli insetticidi in polvere sono un’ottima scelta quando devono essere trattate delle aree infestate, o sospette di infestazione, dove ci siano dei materiali elettrici, sui quali non possono essere applicati formulati liquidi (rischio di elettrocuzione), o nelle intercapedini. I formulati in polvere possono essere una scelta vincente quando devono essere raggiunte delle aree all’interno di strutture cave poste dietro a delle curve a gomito che rendono impossibile il loro superamento da parte di altri formulati, ad eccezione dei gas. Per quanto riguarda le polveri disseccanti, esse possono essere utilizzate andando a creare dei sottilissimi strati uniformi nei punti in cui con maggiore probabilità transitano le cimici. Sono del tutto atossiche per l’uomo e hanno i vantaggi di un’azione protratta e scarsa possibilità di permettere alla cimici di sviluppare resistenza alla loro azione fisica. La lenta velocità di azione permette a queste polveri di essere veicolate dagli insetti che esternamente ne sono venuti a contatto direttamente all’interno del focolaio di sviluppo, causando un alto tasso di mortalità nella popolazione.

Fonte: Paolo Masini, La cimice dei letti (Cimex lectularius): biologia, prevenzione, controllo (www.izs.it)

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